Filippo Scozzari
PRIMA PAGARE POI RICORDARE
Castelvecchi
Prima edizione 1997
brossurato - 242 pagine - lire 18.000
Il senso del titolo viene spiegato a pagina 128: "Andrea e io facemmo molto cose insieme, a volte duellando. Disegnò una tavola muta del mio Absolut, un foglio con alcune vignette slegate tra di loro, sfidandomi a intervenire con un testo che desse ai suoi disegni un senso compiuto. Fatto. Disegnò uno che esce di corsa da una casa elegante e con l'ombrello levato urla al suo autista 'Gino, al ministero'. Mi sfidò a inventare la risposta di Gino, che gli fornii fulmineo: 'Prima pagare, poi ministero'. Ero certo che in due saremmo arrivati al Nobel molto in fretta. Poi, siccome non mi basta mai, nelle settimane successive gli suggerii una serie infinita di Gini che rispondevano cocciuti: 'Prima pagare, poi...' a qualsiasi richiesta. E lui giù, a disegnare tutto. Divenne un tormentone e subito dopo un nostro refrain, recitato in qualsiasi occasione. 'Ciao Filì. Che fai stasera?'. 'Prima pagare, poi stasera'". L'Andrea a cui si fa riferimento é, naturalmente, Pazienza. Filippo Scozzari rivisita con questo suo libro gli anni tra il 1975 e il 1990, un quindicennio denso di avvenimenti e di personaggi. Provoca e urta i nervi, é un gradasso dedito al turpiloquio e alla bestemmia gratuita, livoroso e vanaglorioso. Però sa scrivere. Eccome. Il vero scrittore è quello che quando cominci a leggerlo ti avvinghia alla pagina e non ti fa scollare gli occhi da lì sopra. Che riesce a descriverti ambienti, personaggi, situazioni e atmosfere trasportandoti dove vuole lui e aprendoti davanti agli occhi uno scenario più ampio ancora di quello descritto alle pure e semplici parole. Ecco, Scozzari sa fare tutto questo con un linguaggio personale, preso in prestito dalla lingua di tutti i giorni ma filtrato in modo intelligente fino a creare una prosa del tutto originale ed efficacissima. In questo modo riusciamo a seguirlo dai suoi inizi (un peregrinare fra le case editrici in cerca di pubblicazioni) fino al suo ingresso nello staff di "Alter Alter", poi in quelli di "Cannibale", "Il Male" e "Frigidaire", di cui fu anche fondatore. Il tutto attraverso una serie di contatti che ci vengono resi attraverso acuti ritratti di persona, da Oreste del Buono a Fulvia Serra, da Massimo Mattioli a Vincenzo Sparagna, da Stefano Tamburini ad Andrea Pazienza. Non solo: riviviamo anche il clima di anni formidabili e terribili, con la contestazione a Bologna, le occupazioni giovanili, l'arrivo della droga. Scozzari non é indulgente né con i suoi ex-compagni invasati dall'ideologia, né con chi si é perso per strada caduto vittima dell'eroina. C'è anche da aggiungere che l'autore non parla mai, o quasi, del fumetto. Sì, ci dice che rubava i pennarelli, che realizzava "figate", che ebbe complimenti per quella storia o come fece a inventare quell'altra. Ma solo perché gli serve per descrivere e descriversi, non accenna minimamente a come ha imparato a disegnare, quali furono i suoi maestri ideali, che cosa gli piaceva leggere, quale era la sua concezione del fumetto, quali sono le sue opere migliori e perché, che cosa voleva dire con quelle. Ma in fondo è giusto così: il libro, in effetti, è un libro perfetto come pochi altri.
E' appena uscita una maxy versione, targata Fandango Libri. Leggila, mio sportivo critico, poi mi dici...
RispondiEliminaIl Livoroso Vanaglorioso.
E' appena uscita una maxy reincarnazione di PPPR, targata Fandango Libri. Leggila, se ce la fai, poi mi dici.
RispondiEliminaIl Livoroso Vanaglorioso.