sabato 26 dicembre 2015

L'OMBRA DIETRO IL SUDARIO



L'OMBRA DIETRO IL SUDARIO
di Pierre Souvestre e Marcel Allain
Mondadori
1965, brossurato
180 pagine

Fantômas: chi era costui? Lo conosciamo come capostipite degli eroi neri, l'ispiratore di Arsenio Lupin, Diabolik e Kriminal. Ma per capire veramente quanto il suo modello abbia potuto lasciare il segno su tanta letteratura, tanto cinema e tanto fumetto dopo di lui, bisogna leggerne almeno un romanzo. E' quello che ho fatto dopo averlo acquistato su una bancarella, uno dei romanzi di Pierre Souvestre e Marcel Allain. Per la precisione, "L'ombra dietro il sudario", il n° 23 di una collana dedicata dalla Mondadori all'inafferrabile criminale nei primi anni Sessanta. Il volume che vedete nella foto è datato gennaio 1965, ed ha il formato dei vecchi numeri di "Urania" e la stessa grafica interna, con il testo su due colonne (180 pagine, rubriche in appendice comprese). Non avendo mai letto un racconto di Fantômas, diciamo così, "originale", ma soltanto avendone sentito parlare (tanto a lungo da poter anch'io sostenere una conversazione in proposito), sono rimasto piacevolmente sorpreso dal ritmo assolutamente veloce della narrazione e dallo stile intrigante dei due scrittori. La prima cosa da dire è che "L'ombra dietro il sudario", in realtà, non comincia e non finisce, dato che la scena iniziale è la diretta prosecuzione del romanzo precedente, e l'ultimo colpo di scena rimanda a un seguito che ci sarebbe stato nella puntata successiva. Però, la vicenda principale è comunque raccontata per intero, e i principali nodi e misteri sono risolti. L'inizio spiega come sia potuto succedere che un treno, entrato in una galleria, non ne sia uscito, benché non si trovi all'interno del tunnel. Ho capito che è stato proprio da qui che Castelli ha preso spunto per una delle scene che si vedono in una sua celebre storia di Zagor, quella del ritorno di Supermike. Ma, soprattutto, ho capito quanto siano debitori i primi Diabolik e i primi Kriminal alle vicende di Fantômas. Davvero aveva ragione Max Bunker nel dire, in una intervista, che per creare il suo Tuta-di-Scheletro non aveva copiato il Re del Terrore delle sorelle Giussani: gli era bastato leggere un paio dei loro episodi per capire che le due sceneggiatrici si rifacevano a Fantômas e dunque a prendere a sua volta ispirazione dal modello originario (e anzi calcando la mano più delle Giussani sugli aspetti torbidi, violenti, erotici e satirici). Nella storia dell' "Ombra dietro il sudario" Fantômas sembra assente per gran parte della trama, che si snoda come un giallo grandguignolesco d'altri tempi (con ripetute decapitazioni, amanti fedifraghi, scambi di identità, gente che finge di essere chi non è, piani machiavellici tali da farmi capire come anche il mio Mortimer debba qualcosa a Souvestre e Allain), salvo poi ricomparire sul più bello rivelando ai lettori che niente di ciò che avevano visto era come appariva. Il povero Juve, l'ispettore che dà la caccia a Fantômas, arriva sempre in ritardo, come Ginko e come Milton. In più, ci sono un figlio e una figlia del criminale, lei buona (e prigioniera del padre), lui cattivo, e suo complice: un vero feulleiton. Non è grande letteratura, ma che divertimento.

2 commenti:

  1. Fantomas è nato dopo Arsène Lupin, il primo nacque nel 1911 e il secondo nel 1905.

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  2. Comunque questo capitolo è fantastico come del resto tutti i romanzi con Fantomas, un vero peccato che nessuno ristampi più una leggenda simile.

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