Stefano Antonucci
Daniele Fabbri
Maurizio Boscarol
IL TIMIDO ANTICRISTO
Feltrinelli Comics
2018, 130 pagine
brossura, 16 euro
"Mi chiamo Daniele. Ho 35 anni. E la prima metà di questi li ho passati in quell'universo parallelo che è la Chiesa Cattolica. Vi prego... non dite ai miei genitori dell'esistenza di questo libro". Così comincia "Il timido anticristo", libro esilarante e drammatico al tempo stesso, sceneggiato da Stefano Antonucci e Daniele Fabbri e illustrato da Maurizio Boscarol. Antonucci e Fabbri, già noti per opere dissacranti come “V for Vangelo” e “Quando c’era LVI”, propongono un nuovo graphic novel, a metà fra la diaristica e il monologo teatrale, la riflessione teologica e l'indagine, condotta in modo beffardo, sul potere della religione sull'intimità degli individui fino al punto da scardinarne la razionalità o imporre riflessi condizionati. L’io narrante Daniele (che porta lo stesso nome di Fabbri e dunque si può pensare a un personaggio in qualche misura autobiografico) è cresciuto in una famiglia cattolicissima, e ne ha subito l'imprinting sessuofobico, con tutte le frustrazioni e le nevrosi che ne derivano. Assistiamo a siparietti divertenti e tragici a tempo stesso come quello della madre che strappa dalla camera del figlio il poster di Michael Jackson perché il cantante fa il gesto di toccarsi il pacco, cosa scandalosa; e anni dopo Daniele si vendica strappando alla mamma il poster del Papa, salvo pentirsi e correre a comprarne uno nuovo prima che lei faccia ritorno a casa. "Ho continuato ad ascoltare Michael Jackson ma alla maniera cristiana - confessa Daniele - di nascosto, sentendomi in colpa". I sensi di colpa sono, secondo Antonucci & Fabbri, il marchio di fabbrica del cattolicesimo. Gesù è morto per i nostri peccati, evidenziano gli autori, anche se gli sarebbe bastato schioccare le dita e perdonarceli senza morire: ma se lo avesse fatto, non ci saremmo sentiti in colpa. Queste e mille altre riflessioni, sempre proposte in modo ironico e pungente, evidenziano il percorso di allontanamento (doloroso) di Daniele dal cristianesimo e il deteriorarsi, per questo, dei suoi rapporti con i genitori, che non riescono a farsene una ragione. Si ride, si riflette, ci si riconosce, indipendentemente dal fatto che si sia d'accordo o no.
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