Jacques Chastenet
LA CONQUISTA DEL WEST
Odoya
brossurato, 2016
272 pagine, 18 euro
Il saggio originale di Chastenet, "En avant vers l'Ouest" è del 1967, e viene riproposto dunque da Odoya come un classico sempreverde. Del resto, l'approccio storico alla materia è moderno, in quanto critico verso gli aspetti più deleteri della colonizzazione del Nord America (di questo, sostanzialmente, si parla, anche della conquista dell'Est), quelli dello sterminio dei nativi e dell'usurpazione delle lotro terre, contrapposti però anche alle istanze di progresso e alla ricerca incessante di un futuro migliore da parte di milioni di immigrati. Senza enfasi, senza retorica, senza trarre bilanci ideologici o politici, Chastenet racconta (in sintesi, ma con efficacia) i fatti salienti e i protaginisti di quattrocento anni di avanzata degli europei dalla costa atlantica a quella pacifica. La prima data citata è quella del 1497, con lo sbarco di Caboto sull'isola di Terranova, fino ad arrivare al 1896 con l'elezione alla Casa Bianca di William McKinley. Dalla fondazione delle prime tredici colonie inglesi, passando per l'acquisizione della Louisiana, le esplorazioni, l'annessione del Nuovo Messico e della California,l'epopea dei Mormoni, la febbre dell'oro, le guerre indiane, la schiavitù, l'epopea delle carovane e dei cowboy... tutto viene raccontato in modo agile, fornendo un buon quadro d'insieme. Poi, chi vuole, approfondirà. Tra le tante storie narrate, mi ha colpito (come sempre accade, quando qualcuno la racconta) quella di Sacajaewa, la shoshone che fece da interprete a Lewis e Clark durante il loro viaggio lungo il Missouri e oltre, fino alla costa pacifica. Una donna coraggiosa, forte, in grado da fare da guida alla spedizione portadosi appresso un bambino appena nato, giustamente ammirata dai bianchi con cui viaggiava. Il simbolo, secondo me, di una collaborazione che avrebbe potuto unire (ma così non fu) uomini di ogni etnia.
LA CONQUISTA DEL WEST
Odoya
brossurato, 2016
272 pagine, 18 euro
Il saggio originale di Chastenet, "En avant vers l'Ouest" è del 1967, e viene riproposto dunque da Odoya come un classico sempreverde. Del resto, l'approccio storico alla materia è moderno, in quanto critico verso gli aspetti più deleteri della colonizzazione del Nord America (di questo, sostanzialmente, si parla, anche della conquista dell'Est), quelli dello sterminio dei nativi e dell'usurpazione delle lotro terre, contrapposti però anche alle istanze di progresso e alla ricerca incessante di un futuro migliore da parte di milioni di immigrati. Senza enfasi, senza retorica, senza trarre bilanci ideologici o politici, Chastenet racconta (in sintesi, ma con efficacia) i fatti salienti e i protaginisti di quattrocento anni di avanzata degli europei dalla costa atlantica a quella pacifica. La prima data citata è quella del 1497, con lo sbarco di Caboto sull'isola di Terranova, fino ad arrivare al 1896 con l'elezione alla Casa Bianca di William McKinley. Dalla fondazione delle prime tredici colonie inglesi, passando per l'acquisizione della Louisiana, le esplorazioni, l'annessione del Nuovo Messico e della California,l'epopea dei Mormoni, la febbre dell'oro, le guerre indiane, la schiavitù, l'epopea delle carovane e dei cowboy... tutto viene raccontato in modo agile, fornendo un buon quadro d'insieme. Poi, chi vuole, approfondirà. Tra le tante storie narrate, mi ha colpito (come sempre accade, quando qualcuno la racconta) quella di Sacajaewa, la shoshone che fece da interprete a Lewis e Clark durante il loro viaggio lungo il Missouri e oltre, fino alla costa pacifica. Una donna coraggiosa, forte, in grado da fare da guida alla spedizione portadosi appresso un bambino appena nato, giustamente ammirata dai bianchi con cui viaggiava. Il simbolo, secondo me, di una collaborazione che avrebbe potuto unire (ma così non fu) uomini di ogni etnia.
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