Astutillo Smeriglia
PRETI
Mondadori
brossurato, 2021
144 pagine, 17.80 euro
"Astutillo Smeriglia è bravissimo e 'Preti' è il suo capolavoro", scrive Saverio Raimondo nella sua prefazione, e si può dargli torto soltanto nella seconda parte della sua affermazione, nel senso che manca della parola "finora". Mi aspetto, infatti, altri capolavori a venire. Con una perfetta sintesi grafica, Smeriglia (non è dato ai profani sapere il suo vero nome, o almeno io non lo conosco) mette in scena la convivenza in canonica fra due preti, uno anziano e uno appena uscito dal seminario, mandato da lui a fare del praticantato. I surreali dialoghi fra i due danno voce alle domande che un po' tutti ci facciamo: se Dio è onnisciente, che senso ha pregare? O anche: se l'omosessualità è immorale perché contro natura, il sesso furi del matrimonio non dovrebbe essere morale dato che è secondo natura? Se della Sindone si inizia a parlare nel Trecento, una bolla papale dice che è di un artista del Trecento, gli esami di laboratorio con il carbonio 14 dicono che è del Trecento, la faccia sembra un dipinto del Trecento, perché non dovrebbe essere del Trecento?
I dubbi del prete giovane sono espressi con candore, le risposte del più anziano sono frutto di esperienza plurisecolare nell'eludere le domande. "Perché le madonne appaiono solo alla gente poco istruita? Sono come gli UFO, mai che appaiano agli scienziati", dice il primo. E i secondo: "Appaiono anche a loro, solo che le scambiano per allucinazioni". Il teatrino di vita quotidiana fra i due preti è esilarante anche quando i protagonisti sono alle prese con le pratiche professionali come la confessione o il dire messa, ma Smeriglia non trascende mai, la sua satira è misurata e garbata e, ne sono convinto, potrebbe divertire anche gli esponenti del clero. Niente di offensivo, nulla di blasfemo, scambiamoci una risata di pace.
PRETI
Mondadori
brossurato, 2021
144 pagine, 17.80 euro
"Astutillo Smeriglia è bravissimo e 'Preti' è il suo capolavoro", scrive Saverio Raimondo nella sua prefazione, e si può dargli torto soltanto nella seconda parte della sua affermazione, nel senso che manca della parola "finora". Mi aspetto, infatti, altri capolavori a venire. Con una perfetta sintesi grafica, Smeriglia (non è dato ai profani sapere il suo vero nome, o almeno io non lo conosco) mette in scena la convivenza in canonica fra due preti, uno anziano e uno appena uscito dal seminario, mandato da lui a fare del praticantato. I surreali dialoghi fra i due danno voce alle domande che un po' tutti ci facciamo: se Dio è onnisciente, che senso ha pregare? O anche: se l'omosessualità è immorale perché contro natura, il sesso furi del matrimonio non dovrebbe essere morale dato che è secondo natura? Se della Sindone si inizia a parlare nel Trecento, una bolla papale dice che è di un artista del Trecento, gli esami di laboratorio con il carbonio 14 dicono che è del Trecento, la faccia sembra un dipinto del Trecento, perché non dovrebbe essere del Trecento?
I dubbi del prete giovane sono espressi con candore, le risposte del più anziano sono frutto di esperienza plurisecolare nell'eludere le domande. "Perché le madonne appaiono solo alla gente poco istruita? Sono come gli UFO, mai che appaiano agli scienziati", dice il primo. E i secondo: "Appaiono anche a loro, solo che le scambiano per allucinazioni". Il teatrino di vita quotidiana fra i due preti è esilarante anche quando i protagonisti sono alle prese con le pratiche professionali come la confessione o il dire messa, ma Smeriglia non trascende mai, la sua satira è misurata e garbata e, ne sono convinto, potrebbe divertire anche gli esponenti del clero. Niente di offensivo, nulla di blasfemo, scambiamoci una risata di pace.
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