sabato 30 marzo 2019

ARBORETO SALVATICO





Mario Rigoni Stern
ARBORETO SALVATICO
Einaudi, 1996
brossutato, 9 euro


Che libro bello e prezioso. L'idea è semplice e affascinante: raccogliere una serie "ritratti" in prosa dedicati agli alberi che Mario Rigoni Stern (l’autore de “il sergente nella neve”) ha piantato nei pressi della sua casa sull’altopiano di Asiago, o in cui si è spesso imbattuto durante le sue camminate nei boschi, fino al punto da considerarli gente di famiglia o amici, compagni di una vita. Il termine “arboreto” significa appunto “piantagione di alberi”, e “salvatico” è una parola antica, usata nel Rinascimento per “selvatico”, ma che all’autore è piaciuto scegliere per l’assonanza con “salvifico”, cioè: che conduce alla salvezza. In tutto venti alberi, dal larice al ciliegio, passando per i faggio, il tiglio, la betulla, la quercia, il pioppo, l’acero. C’è persino la sequoia, un cui esemplare Rigoni Stern ha piantato ben sapendo di non poter mai arrivare a vederla diventare gigante. Il libro è del 1991, scritto dunque dall’autore ormai settantenne (sarebbe morto nel 2008). Vengono raccontati aneddoti personali e ricordi d’infanzia, che testimoniano il legame tra lo scrittore e ogni singolo albero. Traspare l’amore di Rigoni Stern per le piante del bosco e la sua conoscenza della botanica, vengono ripercorsi miti e leggende. Si respira tutta una sapienza antica di cui il ricordo si sta perdendo. Vien voglia di andare ad Asiago e cercare uno per uno gli alberi di cui l’autore ci parla. Ogni capitolo è molto breve: quattro, cinque pagine. Perciò si può leggerne uno ogni tanto senza timore di perdere il filo. La lettura è gradevole ed emozionante. Peccato soltanto per la mancanza di illustrazioni, perché piacerebbe vedere l’albero, dato che non di tutti i lettori possono recuperare immediatamente l’immagine stampata nella memoria.

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