Richard Carlson
NON PERDERTI IN UN BICCHIERE D'ACQUA
Bompiani
2000, brossurato
260 pagine, 6.97 euro
Esiste un filone praticamente inesauribile di manuali per "vivere meglio". Motivazionali, si potrebbe dire. Guide al training autogeno, talvolta, in altri casi saggi di psicoterapia fai da te o semplici elenchi di consigli per imparare ad affrontare le difficoltà della vita. Il primo che lessi, molti anni fa, è diventato un classico: "Le vostre zone erronee", di Wayne W. Dyer, del 1976. Mi colpì moltissimo, devo ammettere. Era un vademecum per liberarsi dai sensi si colpa e dalla dipendenza del giudizio altrui. Scoprii poi che altri americani avevano seguito la falsariga di Dyer dandosi alla stesura di prontuari di tecniche per liberarsi dall'ansia, dallo stress, dalla depressione, dal vittimismo, e da nevrosi di vario tipo. In seguito sono arrivati anche "mental coach" italiani. Non sono un cultore del genere, ma a volte si sente il bisogno di farsi suggerire qualcosa per uscire da qualche vicolo cieco, e in genere questi manuali sono gradevoli da leggere, ricchi di aneddoti e se ne ricava sempre qualcosa. L'importante è non leggerne troppi, altrimenti servirà un manuale per liberarsi dalla dipendenza dalla lettura dei manuali. Le "cento regole per imparare a vivere meglio" (cito il sottotitolo) di Richard Carlson, connettere in "Non perderti in un bicchier d'acqua" (1997) sono semplici suggerimenti di buon senso, del tutto condivisibili. Non prendersela per delle piccolezze; mettersi nei panni degli altri; imparare a vivere nel presente; portare pazienza; fare la pace; accettare la vita com'è; sorridere; non voler avere ragione a tutti i costi; non credersi pieni di difetti; non criticare; scegliere cinque punti su cui essere irremovibile e ammorbidirsi sul resto; rilassarsi; non essere aggressivi; essere flessibili nel cambiamento dei programmi; ignorare i pensieri negativi; essere felici di essere dove si è; essere solidali; accettarsi come si è. Tutti consigli sensati, persino banali, a cui ci si arriverebbe anche da soli, se non ci si perdesse così spesso in un bicchiere d'acqua.
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