Luca Enoch
Stefano Vietti
Ivan Calcaterra
SENZANIMA: FAME
Sergio Bonelli Editore
2018, cartonato
80 pagine, 16 euro
"Nei due anni precedenti il giorno della mia salvezza, perché così mi piace ricordarlo, prima che la mano di nonno Herion mi strappasse da quell'inferno, io vissi una delle più incredibili avventure che a un ragazzo di campagna possa mai capitare di vivere". Queste parole di Ian Aranill, alias Dragonero, introducono il senso dell'intera miniserie intitolata "Senzanima", di cui "Fame" è il secondo episodio, presentato in veste di volume cartonato al pari del primo, a distanza di un anno (nelle due edizioni consecutive di Lucca Comics & Games 2017 e 2018). La collana proseguirà ancora a lungo, essendo previsti almeno 12 titoli a completamento di un primo arco narrativo che potrebbe avere, comunque, un ulteriore seguito. "Senzanima" è il nome di mercenari, a cui si è unito il giovane Ian, in un suo passato precedente alle avventure raccontate nella serie mensile degli albi da edicola. Il ragazzo è fuggito dal castello di famiglia dopo un litigio con il padre e si trova proiettato in un mondo crudele e spietato, in mezzo a compagni d'arme rudi e senza cuore (senza anima, appunto). "Il progetto è nato a cauda dell'esigenza, che da tempo io e Luca sentivamo, di creare e muovere personaggi senza mezzi termini dentro un contesto narrativo 'cattivo'", dichiara Stefano Vietti nell'intervista a corredo del volume. In effetti tutto è raccontato senza mezzi termini, in linea con lo standard della nuova linea "Audace" della Bonelli (a cui "Senzanima" non appartiene, almeno come marchio, ma rispetto alla quale c'è comunanza di intenti). Il titolo "Fame" rimanda alla al dato storico (reale anche se qui rivisitato nel "medioevo" fantastico del mondo di Dragonero) delle razzie compiute per secoli dagli eserciti in transito, nelle campagne e nelle città. Ian e due compagni, coetaneo Burba e lo spietato Carogna, vengono spediti in cerca di villaggi da saccheggiare per rifornire di sorte la banda, e si imbattono in una fattoria abitata solo da donne, dove li attende però l'orrore. C'è un po' de "I figli del grano" di Stephen King, nella filigrana della vicenda. Colpiscono le parole della matriarca della comunità, quando accusa i mercenari: "Arrivate e prendete tutto... il grano, le bestie, gli uomini. Lasciate solo la miseria". Graffianti i disegni di Ivan Calcaterra, cupi ma adatti allo scopo i colori di Andres Mossa.
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