mercoledì 20 marzo 2019

LE EROTICOMICHE






Davide Barzi
Oskar
LE EROTICOMICHE
Cut-Up
2019, cartonato
80 pagine, 20.90 euro

Grazie a Cut-Up è finalmente stato consentito a noi, lettori italiani non non in grado di seguire tutta la straripante produzione a fumetti in lingua francese, di scoprire la gran quantità di tavole realizzate per il mercato d’Oltralpe dai due italianissimi e intraprendenti Davide Barzi e Oskar (Oscar Scalco). Lo scorso anno, infatti, Cut-Up aveva pubblicato la divertente serie “Sessantotto e dintorni” (di cui ci siamo già occupati in questo stesso spazio), adesso è la volta di “Le Eroticomoiche”. Il titolo è tutto un programma: si scherza sul sesso, privilegiando quello bizzarro, ma senza calcare troppo la mano, restando ilari e leggiadri, sia nei testi che nei disegni. Disegni molto maliziosi, ma del tutto in sintonia con la linea grafica della BD umoristica, al punto che si potrebbe scambiare Oskar per un parigino. In tutto, sessantaquattro tavole autoconclusive risalenti ai primi anni Duemila, raccolte in un volume di ottima fattura di corredato da una prefazione (mia) e una introduzione (di Davide Barzi) e da molti schizzi inediti del disegnatore. Qui di seguito riporto qualche estratto appunto dal mio testo che apre il libro, intitolato “Sesso Matto”.
“Sesso matto” è un film comico a episodi del 1973 diretto da Dino Risi. Gli episodi sono nove, e di tutti sono protagonisti, interpretando personaggi diversi, Giancarlo Giannini e Laura Antonelli. Chissà se in tempi bacchettoni come quelli che stiamo vivendo un film sul sesso bizzarro potrebbe trovare produttori, distributori e pubblico. Del resto, da molto tempo in Italia sono persino sparite ai cinema le commedie erotiche, come “L’infermiera di notte” (1979) dove il dottor Nicola Pischella (Lino Banfi) assume per fare da badante notturna al vecchio zio Saverio (Mario Carotenuto) la bella Angela (Gloria Guida). Risate e strip tease erano garantiti. Bei tempi che furono, quelli delle commedia sexy che ha fatto la storia del cinema italiano quando ancora i film incassavano qualche spicciolo (non solo con Gloria Guida ma anche con Edwige Fenech, Annamaria Rizzoli, Nadia Cassini, Agostina Belli e chi più ne ha più ne metta). Fuori dai cinema si potevano anche esporre quei manifesti un po’ scollacciati che oggi causerebbero l’intervento della buoncostume allertata dall’Associazione Genitori e dall’Esercito della Salvezza. Oggi non si può neppure ammirare il lato B di una concorrente al titolo di Miss Italia (l’inquadratura posteriore è stata vietata, in attesa che venga vietato tutto il concorso). Pare che persino nelle telecronache dagli stadi non sia più possibile zoomare su una procace spettatrice che incita dagli spalti la propria squadra (c’è stata una polemica riguardo a questo durante i mondiali di calcio svoltisi in Russia nel 2018). Le donne che hanno impiegato millenni per avere il diritto di spogliarsi a loro piacimento, oggi si vedono invitare a rivestirsi proprio dalle femministe, secondo le quali mostrarsi scollacciate significa, non è ben chiaro perché, favorire il sessismo: quasi sia un reato (o un peccato?) per un uomo ammirare la bellezza muliebre o, per una donna, lasciarsi ammirare. Quel che è peggio, sul sesso non si può più neppure scherzare. Lo dico da autore di vignette sboccate pubblicate sul “Vernacoliere” di Livorno (io scrivo i testi, James Hogg li disegna), giornale satirico su cui, per tradizione, si ride anche sul sesso. 
“Sesso matto”, si diceva. Già, perché il sesso goduto in chiave ludica è del resto la morte sua, o meglio, la vita sua. Del resto dovrebbe avercelo insegnato il Sessantotto e la rivoluzione sessuale, che inneggiavano al free love vissuto nella più gioiosa delle maniere. Il sesso, avevamo imparato negli anni Settanta, doveva essere libero, disinibito e felice, goduto con il sorriso sulle labbra, con la massima naturalezza possibile. Si poteva scherzarci su, come dimostravano per esempio serie a fumetti come le “Biancaneve” di Rubino Ventura e Leone Frollo. Un vero e proprio fenomeno di costume del quale anche la stampa più accreditata, che di solito ignora pervicacemente i fumetti, non poté fare a meno di occuparsi: sul numero del 23 agosto 1973 di Panorama apparve un articolo di Marco Giovannini intitolato "C'era una pornovolta" in cui si esaminavano le caratteristiche del nuovo genere. Veniva offerta anche una precisa indicazione circa l'elemento ispiratore da cui la rivisitazione erotica della narrativa per bambini avrebbe avuto origine: "L'idea delle sexy-favole l'ha data Fritz, il gatto playboy di Robert Crumb". In effetti il personaggio, creato nel 1968, aveva goduto di una clamorosa notorietà proprio nel 1972 allorché era stato trasportato sullo schermo da Ralph Bakshi in un film che fece il giro del mondo: fu la prima pellicola a disegni animati vietata ai minori, costò poco più di un milione di dollari e ne incassò oltre venti. Ma c'è dell'altro: senza voler chiamare in causa la poesia goliardica che dai Carmina Burana in poi si è divertita nel corso dei secoli a dissacrare le forme poetiche più accademiche esaltando i piaceri immediati e concreti della vita quali le donne ed il vino, e senza essere costretti a far riferimento ad alcuni cartoni animati provenienti dai paesi scandinavi in cui molte fiabe erano rivisitate con l'aggiunta di piccanti spunti erotici, inevitabile mi sembra un accenno alle provocanti parodie disneyane di Wally Wood ed alle sue audaci Far Out Fables (Controfiabe) pubblicate tra il 1965 e il 1967 negli Stati Uniti sulla rivista Cavalcade Insomma, il sesso è bello e ci si poteva giocare. Ci si può ancora, basta non pubblicare un seno nudo su Facebook, peccato che può portare a venire bannati a vita. Evviva dunque le facete e piccanti storielle di Davide Barzi e del fido Oskar, che hanno trovato spazio in Francia e che adesso Cut-Up recupera in Italia, per la prima volta in volume, a sprezzo del pericolo.

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