martedì 21 agosto 2018

MAKING OF GUIDO NOLITTA MISTER NO



Franco Busatta – Gabriele Ferrero
MAKING OF GUIDO NOLITTA
MISTER NO
Edizioni If
Prima edizione ottobre  2005
brossurato – 130 pagine -  Euro 12

Si tratta del terzo volume la serie dei “Making Of”, passati alle Edizioni If dopo un esordio sotto il marchio Punto Zero. Curato di Franco Buratta e Gabriele Ferrero, il  “Making Of Guido Nolitta” è un saggio che, come spiega il titolo (e come sanno coloro che hanno letto i precedenti volumi della serie, dedicati uno a Napoleone e uno a Nick Raider), mostra i retroscena della realizzazione di una storia a fumetti. In questo caso, il racconto è l’ultima avventura di Mister No sceneggiata da Guido Nolitta, nome-de-plume di Sergio Bonelli. Quando il volume uscì, nel 2005, la lunga storia in sedici albi era ancora in corso di pubblicazione. Attraverso una lunga intervista con l’autore e un corposo corredo di illustrazioni fatto di fotografie, schizzi preparatori, rimandi iconografici a film e fumetti che hanno ispirato il suo lavoro, i curatori del libro sono riusciti a documentare il lungo lavoro necessario per realizzare il lungo commiato di Mister No dai suoi lettori.
“Sono passati ormai un paio di anni da quando Sergio Bonelli mi ha comunicato la decisione di rimettere mano sul suo Mister No per scriverne l’avventuea finale. O meglio, mi ha informato che delle ultime imprese dell’anti-eroe Jerry Drake si sarebbe occupato Guido Nolitta”. Così scrive, nel 2005, Michele Masiero nella sua introduzione al volume delle Edizioni If. Il suo racconto prosegue subito dopo: “Bonelli (o Nolitta, come preferite voi) si siede davanti a me, curatore della collana (figura che di fronte al creatore del personaggio, però, non può che timidamente farsi da parte), e comincia a ragionare sul ‘cosa scrivere’ in quest’ultima benedetta storia. E le prime parole che escono dalla bocca di Nolitta (o era Bonelli, stavolta?) sono: ‘Be’, purtroppo non posso farlo morire, visto che lo avete fatto vedere da vecchio in un paio di episodi. E se volessi una morte ‘epica’ non scriverei certo di un ottantenne pieno di acciacchi’. Ha detto così (parola più parola meno; lasciatemi un po’ romanzare una breve chiacchierata redazionale) e io ho tirato un sospiro di sollievo”. 
Esclusa la morte prematura, in quanto già contraddetta dalle apparizioni pregresse, Guido Nolitta torna a sceneggiare convinto di poter scrivere un convincente finale in pochi albi e predispone la chiusura per il 2005, vale a dire esattamente trent’anni dopo il primo numero. Sennonché, non ci riesce. Non a scrivere il convincente finale, ma a farlo nei tempi previsti. L’ultimo albo, il n° 379, intitolato “Una nuova vita”, esce infatti nel dicembre 2006, mettendo la parola fine a un lungo racconto (composto in realtà da vari capitoli) iniziato nel settembre 2005 con il n° 364, “Qualcosa è cambiato”. Sedici albi in tutto, per un totale di oltre millecinquecento tavole. Un torrenziale tour de force, segno evidente di come lo sceneggiatore si sia fatto prendere la mano dalla narrazione.   Nel già citato “Making of Mister No”, Nolitta spiega ancora meglio: “Ho cercato di tracciare un quadro fatto di piccoli tasselli che, una volta collegati tra loro, diano un’immagine più articolata possibile della nuova società che Jerry Drake non è più disposto ad accettare”. Negli ultimi sedici albi, insomma, si respira aria da “fine di un’epoca”. “Questa è proprio l’idea di fondo che m’interessava trasmettere – conferma lo sceneggiatore – La fine di un’epoca sia per chi ci viveva da privilegiato, sia per Mister No che l’aveva scelta come casa per le sue qualità di luogo isolato. E l’inizio di un’epoca, invece, per chi, finalmente, può sfruttare a fini di lucro la città e la foresta circostante”. Nel suo ultimo editoriale, a pagina 4 di  “Una nuova vita”, così Sergio saluta i lettori del personaggio che lo hanno seguito fino in fondo alla pista: “Quando mi sono impegnato a scrivere personalmente (dopo un letargo durato più o meno dodici anni) l’episodio finale di Mister No, pensavo a una storia la cui lunghezza non superasse i due, massimo tre albi. Ma, poi, mentre le pagine si accumulavano l’una sull’altra, l’antica passione ‘amazzonica’ si è nuovamente impadronita di me, e mi ha indotto a rimettere mano a libri dimenticati, a vecchi appunti e a ingiallite fotografie, sino a spingermi ben oltre la data prevista per apporre la fatidica parola ‘fine’. Millecinquecento pagine scritte, come al solito, di sera, nei pomeriggi cosiddetti ‘di festa’, nelle ore lasciate libere dalla cura che richiede l’intensa attività della Casa editrice. Non so quanto abbiate apprezzato la mia ultima opera; da parte mia, vi garantisco che io vi ho dedicato tutto il mio impegno e il mio desiderio di trasmettervi una fedele immagine dell’Amazzonia che ho conosciuto negli anni Settanta”. 


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