mercoledì 29 agosto 2018

SATANICHE E INCANTANTE



Giuseppe Peruzzo
SATANICHE E INCANTANTE
Femmine, censure e viandanze nell'opera di Magnus
Q Press
2017, brossura
130 pagine, 12.90 euro

"Lei è il più grande disegnatore del mondo", disse il giovane (men che ventenne) Giuseppe Peruzzo, durante l'edizione 1980 di Lucca Comics, a Magnus che incontrava per la prima (e ultima) volta. A distanza di quasi quarant'anni, Peruzzo, oltre a raccontare di quel suo incontro, salda il suo debito di lettore (informato attento e consapevole) confezionando un saggio sull'opera di Roberto Raviola (appunto, Magnus, 1939-1996). Saggio che il sottotitolo lascerebbe intendere dedicato all'erotismo nelle tavole del grande disegnatore bolognese, ma che in realtà è un perfetto e compiuto vademecum su tutti gli aspetti della sua produzione. Le "viandanze" a cui si allude sono le peregrinazioni tra i generi e le esperienze che caratterizzano i fumetti di Magnus, che nella seconda parte della sua vita si firmava anche con il simbolo orientale del Viandante, appunto. Fa piacere vedere considerare degne di ugual stima e attenzione sia le pubblicazioni dell'Editoriale Corno, quelle con i testi rivoluzionari e dirompenti di Max Bunker (e dunque Kriminal, Satanik, Maxmagnus, Alan Ford - ma anche Gesebel e Dennis Cobb) sia le successive al "divorzio" con Luciano Secchi, quelle che portarono Magnus a percorrere strade complicate e tortuose. La distinzione fra fumetto popolare e d'autore è astrusa, dato che se c'è un fumetto c'è anche un autore. Peruzzo riconosce gli straordinari meriti di Bunker come autore di sceneggiature che Magnus seppe interpretare in modo altrettanto straordinario, e individua nel racconto breve "Il soldatino impiombato" (apparso su "Eureka") la summa e il top della loro produzione: perfettamente d'accordo. Poi segue il Maestro nelle sue peregrinazioni e nei suoi contorcimenti esistenziali e artistici in grado di dar vita a lavori mozzafiato spremuti da travagli e passioni, senza che mai Raviola abbia rinnegato la sua vita precedente, da cinque albi al mese da mandare in edicola. I Briganti, lo Sconosciuto, la Compagnia della Forca, Le 110 Pillole, Le Femmine Incantate, Necron, il Texone. Facendo bene i conti, è una leggenda urbana quella di un Magnus che, dopo Alan Ford, avrebbe disegnato poco: la sua produzione tra il 1976 e il 1996 è, anche quantitativamente, esuberante. Peccato per lo strambo formato dell'aureo saggio, tascabile e orizzontale, e per la carenza di illustrazioni a corredo del testo. Per il resto, è da avere, leggere, tenere a portata di mano rileggendo l'opera omnia di Roberto Raviola.

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