sabato 23 gennaio 2016

C'E' UN SOLO LEADER



C'E' UN SOLO LEADER
di Chiara Poli
Saldapress
2015, brossurato
320 pagine, 13.90 euro

Il sottotitolo spiega che si tratta di una "anatomia della serie TV 'The Walking Dead'". Il saggio è diviso in tre parti. La più corposa è la seconda, che contiene un commento a ciascun episodio delle prime cinque stagioni (con l'indicazione dei registi e degli sceneggiatori). Le recensioni di Chiara Poli (già pubblicate, per le prime stagioni, sul sito italiano della Fox) sono ottimi riassunti che mettono in evidenza anche i più piccoli particolari ma, al di là dell'utilità di richiamare alla memoria gli episodi e permettere di ripercorrere fin nei dettagli la trama del serial, non approfondiscono fino in fondo le metafore (le corrispondenze tra il mondo da incubo di "The Walking Dead" e la nostra società). Tuttavia la lettura è gradevole e offre un prontuario da consultazione. La prima parte racconta invece di come una serie a fumetti creata da Robert Kirkman sia stata trasportata in TV da Frank Darabont, facendo nascere un fenomeno di costume (la Poli fa riferimento anche al successo riscosso a Lucca Comics). Ci sono poi una disamina sui personaggi archetipici (sette) della tradizione letteraria che trovano riscontro nei protagonisti di "The Walking Dead" dando vita a un racconto corale, e alcuni interessanti considerazioni sulla figura dell'eroe, o del leader, incarnato da Rick Grimes (non sono d'accordo sul fatto che sia senza macchia e senza paura). Tutto degno di nota e di lettura ma, purtroppo, anche incompleto. E' vero che l'autrice fa riferimento ad altri libri (come "The Walking Dead Chronicles" di Paul Ruditis) e dichiara di non volersi sovrapporre e di intendere dedicarsi solo a un lavoro di approfondimento e di riflessione, tuttavia sarebbe stato meglio poter contare su una rielaborazione del materiale contenuto negli altri saggi, a beneficio di chi legge solo questo, e dunque offrire una panoramica completa sulla mitologia zombi e sul suo significato, e fornire una serie di risposte sulle modalità tecniche di realizzazione di un prodotto così elaborato e complesso. Un tentativo in questa direzione c'è nella terza parte, che fornisce una filmografia e una bibliografia zombi essenziali e senza analisi, ma secondo me si poteva dare di più.

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