domenica 3 gennaio 2016

LA FIGLIA DEL MERCANTE DI CAVALLI



LA FIGLIA DEL MERCANTE DI CAVALLI
di David Herbert Lawrence
Edizioni Corriere della Sera,
2013, brossurato
100 pagine, 2.90 euro

Abbiamo già parlato, lodando l'iniziativa, di questa serie di volumetti uscita in edicola alcuni anni fa in allegato al Corriere della Sera, e denominata "Twin Stories - Piccoli capolavori che fanno grande il tuo inglese". "Storie gemelle" perché la traduzione italiana ha il testo originale a fronte e, in basso, ci sono note di grammatica e di stile per chi volesse approfondire la conoscenza della lingua. Lawrence era già stato ospitato nella collana, con "Biglietti, prego", da me recensito qui.

Lawrence è l'autore del celebre romanzo "L'amante di Lady Chatterley": uno scrittore inquieto, che soffriva l'ansia dei suoi tempi in cui l'industrializzazione, la modernizzazione, la ricerca del profitto, il ritmo frenetico della vita sociale, la civilizzazione stessa gli sembravano opprimere la naturale vita emotiva, interiore, dell'uomo, e interrompere il flusso vitale fra la sua anima e quella del cosmo. Di umili origini (suo padre era minatore), morì giovane, a 45 anni, nel 1930, e la sua breve vita fu segnata dalla tragedia della Prima Guerra Mondiale, a cui non partecipò per le sue condizioni di salute (era tubercolotico) ma che influì sulla sua percezione della società come qualcosa di più ammalata di lui. Marito più giovane di una baronessa (vedova e fedifraga) che gli permise di viaggiare il mondo con lei in cerca di spazi aperti e incontaminati in cui respirare (unica cosa che sembrava giovare alla sua malattia), Lawrence visse poco ma scrisse moltissimo, spesso dando scandalo per l'audacia della sua prosa. "La figlia del mercante di cavalli", datata 1922, è una novella dalla trama semplicissima che mette il dito, però, nella piaga della condizione femminile nella società post-vittoriana, ancora chiusa e legata alle convenzioni sociali. Per Mabel Pervin, giovane donna nubile coinvolta nel crack economico della sua famiglia, sembra non esserci futuro se non quello di finire a fare la serva. I fratelli, rozzi e insensibili, pensano solo a salvare se stessi. La ragazza, che non vuol cedere a questo destino così diverso da quello delle sue aspirazioni, ma che corrisponde a quello che le regole della società le impongono (la libertà esiste solo per i ricchi), tenta il suicidio gettandosi in uno stagno. Il caso vuole che a soccorrerla sia un giovane medico, Jack Fergusson, anch'egli con i suoi problemi economici ed esistenziali (vive del proprio lavoro senza altri redditi), che la salva e la conduce a casa sua. La passione che scoppia fra i due permette a entrambi di dare un senso alle loro vite: il contatto sensuale pelle a pelle del salvataggio e delle cure rompe l'algidità dei rapporti formali.

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