domenica 10 gennaio 2016

IL SEGRETARIO GALANTE




IL SEGRETARIO GALANTE
di Cesare Causa
Collezione Salani, 1936 
Riedizione anastatica RBA 
2012

Si tratta di un volume della benemerita "Biblioteca del Ricordo" che ristampa nel formato originale i libri di scuola, devozionali, di manualistica spicciola o di letteratura per l'infanzia che leggevano i nostri nonni a tra gli anni Dieci e gli anni Trenta (e di cui abbiamo già parlato). "Il segretario galante", testo di una strepitosa comicità involontaria, ha come sottotitolo "Per imparare a scrivere lettere amorose, di discordia e di accomodamento con aggiuntovi l'epistolario amoroso degli amanti celebri". 

Si tratta, insomma, di un manuale per compilare missive d'amore, ma anche di litigio (se il caso), in anni in cui, mancando le chat e gli sms, gli innamorati (almeno quelli di un certo livello sociale) tenevano rapporti per via epistolare se non erano conviventi. Siccome non tutti avevano la penna facile e la risposta pronta, e un vocabolario abbastanza ricco nel proprio bagaglio culturale, ecco che Cesare Causa offre con dovizia lettere già pronte da copiare. Copiare, sì, ma con qualche accortezza. "E' utile avvertire", scrive infatti l'autore, "di non copiare letteralmente le lettere scelte per modello, ma cambiarle e adattarle in qualche parte e adattarle a seconda delle persone e delle circostanze. Se seguirete questo consiglio, scriverete delle bellissime lettere, e nessuno potrà dirvi che le avete copiate". Mi immagino il rammarico di chi inviava missive alla fidanzata sul modello suggerito, e riceveva puntuali risposte anch'esse ricalcate sui suggerimenti del Causa.
Tra le frasi amorose suggerite ce ne sono alcune come quella di chi sospirando confessa di "pronunziare una parola coll'accento ch'ella sola adopera", e fin qui tutto bene, ma anche di "vendere una casa in cui ella è caduta scendendo le scale". Vedi te per un'impedita che ti tocca a fare. Ma c'è di peggio: "baciare un cavallo ch'ella ha accarezzato", e vabbé, fa un po' schifo ma Edoardo Stoppa potrebbe ancora ancora approvare, ma anche "far morire un cavallo per portare alla nonna di lei un rosario dimenticato in un casa di campagna, distante venti miglia dalla città". Ci sono poi i "segnali convenuti", per potersi scambiare messaggi senza proferir parola, magari in un luogo pubblico dove non sia possibile avvicinarsi. Per esempio, "la soffiata di naso corrisponde al rullo del tamburo, perché richiama l'attenzione di chi la sente". Invece "asciugarsi la bocca con il fazzoletto vuol dire mandare un bacio al suo indirizzo", e rispondere con il medesimo gesto indica il voler contraccambiare. Spero che il fazzoletto non fosse lo stesso della strombata precedente. C'è tutta una simbologia, ovviamente, con i cannocchiali di teatro, il ventaglio, il sigaro. Il sigaro tenuto all'angolo sinistro della bocca, per esempio, vuol dire "io ardo e mi consumo per voi", togliersi il sigaro di bocca e portarlo dietro la schiena significa "vorrei parlarvi nascostamente". Chissà quanta gente, non sapendolo, ha fatto dei discorsi osceni solo perché non gli si accendeva la sigaretta e se l'è tolta e rimessa un bocca più volte. 
Quando si arriva alle lettere vere e proprie, è bello vedere l'inizio di alcune: "Signorina! Ebbi il piacere di vederla e udir la sua voce incantevole". Mi piace il punto esclamativo dopo "signorina". Lei risponde: "Signore, non le nascondo che la sua lettera mi ha oltremodo lusingata". E alla fine: "Le auguro dunque, per entrambi, un lieto successo presso mio padre". Si tratta infatti di ottenere dal babbo di lei "il permesso di fare all'amore", intendendo, alla vecchia maniera, l'autorizzazione al corteggiamento. Il campionario è amplissimo. 
Ma ci sono anche le lettere di litigio. Eccone una: "Donna infedele! Ora che dirai? Tutte le ciarle e le astuzie delle quali è capace il bel sesso, potranno scusare con fondamento ciò che purtroppo questa mattina hanno con evidenza osservato gli occhi miei? Bisogna credere che tu abbia degli interessi molto ma molto importanti con quella persona con la quale io ti ho veduta oggi in uno stretto colloquio. Donna menzognera! Sono dunque questi i sogni della nostra felicità, i giuramenti, la fede promessa? Ti ho finalmente scoperta!". Al che, oggi lei risponderebbe con un sonoro "ma vaffanculo!". Invece, ecco la formula che suggerisce il Causa: "Uomo indiscreto! Se tu riflettessi come sono ingiusti e vani i tuoi sospetti, son persuasa che ti vergogneresti di averli concepiti, e che cercheresti il modo di ritrattarli. Sai tu chi era quello con cui mi vedesti in stretto colloquio ieri mattina? Era mio fratello Daniele, arrivato martedì da Pisa, dove studia Giurisprudenza a quella università". Si, si. E le ha fatto vedere la torre. Risate garantite per 430 pagine.

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