SAN PIETRO
di Alberto Angela
Rizzoli, 2015
cartonato
430 pagine, 22 euro
"Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni", spiega il sottotitolo: venti secoli di storia, infatti, sono quelli che la Basilica di San Pietro a Roma è in grado di rievocare a chi voglia ripercorrerne a ritroso le modifiche fino all'epoca di Caligola, imperatore a partire dal 37 d.C., che fece iniziare a costruire proprio sul colle Vaticano un ippodromo che venne completato da Nerone, il quale addirittura vi si esibiva come auriga. Proprio da questo galoppatoio parte la ricostruzione storica di Alberto Angela, gradevolissimo divulgatore. Il luogo divenne, dopo il famoso incendio del 64 d.C., luogo di esecuzioni dei cristiani perseguitati, e fra le vittime ci fu (così almeno si narra) anche San Pietro, che vi venne sepolto. La sua tomba si trasformò subito in luogo di venerazione e meta di pellegrinaggi. Nel frattempo il circo aveva perso la sua funzione ludica ed era divenuto una necropoli, ancora oggi in parte visitabile sotto l'attuale Basilica, con numerosi sepolcri di famiglie romane, prima pagane poi progressivamente cristiane. Finché, nel IV secolo, l'imperatore Costantino fece costruire, sulla tomba di San Pietro (i cui resti ancora in parte rimangono), una prima grande chiesa, edificata sulla necropoli che venne interrata spianando il colle soprastante. La grande Basilica costantiniana avrebbe accolto i pellegrini per oltre milleduecento anni, e divenne ricchissima di opere d'arte nonostante alcuni saccheggi, tra cui quello di predoni saraceni nell'846. Quando cominciò a dar cenni di cedimento e di usura, nei primi anni del Cinquecento papa Giulio II decise di costruirne una nuova, che progressivamente prese il posto di quella vecchia. Il primo architetto incaricato di elaborare un progetto fu Bramante, ma poi con il susseguirsi degli anni e dei pontefici furono innumerevoli gli artisti chiamati a proseguire i lavori e a modificare anche radicalmente l'opera dei predecessori. Finché, con Urbano VIII, nel 1626, la nuova Basilica poté dirsi ultimata, anche se il colonnato esterno fu completato da Bernini solo cinquant'anni dopo. Alberto Angela dedica ampio spazio anche a Castel Sant'Angelo, la fortezza edificata sui resti del Mausoleo di Adriano sulla riva del Tevere, e in ogni caso esamina punto per punto pure le decorazioni interne della Cupola di Michelangelo, così come delle sagrestie e delle Grotte Vaticane. Il tutto è corredato da foto, piantine e disegni. La disanima è di facile lettura e puntellata di curiosità (spesso racchiuse in appositi box di approfondimento, come si farebbe in una rivista). Chiaramente, tanta leggibilità va a discapito dell'approfondimento scientifico: il tono quello della divulgazione televisiva, le informazioni sono semplificate: si punta a meravigliare e a farsi seguire più che a citare le fonti. Il lettore a cui Angela si rivolge non è l'esperto ma il profano. Il che, una volta prese le misure, va benissimo: l'opera è meritoria.
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