LA POSIZIONE DELLA MISSIONARIA
TEORIA E PRATICA DI MADRE TERESA
di Christopher Hitchens
Minimun Fax
II edizione riveduta e ampliata
2003, brossura
134 pagine, 8,50 euro
Spero di riuscire a parlare di questo libro senza scatenare travasi di bile soltanto nell'accennare all'argomento, e assicuro che lo farò senza sposare la tesi dell'autore, ma soltanto per illustrarla, per far sapere che esiste, poi ognuno giudicherà da sé. Io, personalmente, dubito delle "icone" così come dubito di Hitchens, per cui non ho problemi ad affiancare al "santino" ufficiale di Madre Teresa il parere opposto di un testimone che l'ha conosciuta di persona e che, soprattutto, ne ha studiato il "fenomeno" (un parere espresso, va detto, in modo mai sguaiato o volgare e sempre sorretto quanto meno da un ragionamento logico e lineare, anche se non sempre esercitato su circostanze davvero clamorose). Questa premessa va fatta, dato che qualcuno ha reagito commentando così: "Se esiste un inferno, Hitchens ci andrà per questo libro. E anche i suoi editori". Peraltro, trovo più grave la seconda delle due maledizioni (anche se chi crede all'inferno dovrebbe sapere che è soltanto Dio a decidere chi ci debba finire e non ci si può arrogare il diritto di stabilirlo in vece sua). Di Hitchens sono celebri il saggio "Dio non è grande" e il libro "Processo a Dio", scritto con Tony Blair: il celebre giornalista e polemista inglese sé è comunque scomparso (per cui il suo destino oltretombale, qualunque sia stato, si è già compiuto). Va anche detto, preliminarmente, che Hitchens ha esercitato la sua vena iconoclasta anche con un libro su Lady Diana e dunque non sia nuovo nella pratica di mettere in crisi i ritratti preconfezionati delle icone venerate praticamente da tutti. Prima di leggere "La posizione della missionaria", non avrei mai creduto che si potesse scrivere qualcosa del genere su un personaggio come Madre Teresa, da tutti portato in palmo di mano (in effetti, un po' troppo portato e un po' troppo da tutti). E appunto per questo ho comprato il libro e l'ho letto nel giro di poche ore, per cercare di capire che cosa potesse contenere.
Devo dire che, in realtà, il fatto che perfino sull'operato di Madre Teresa si possano esprimere delle riserve, mi sembra scontato già che non sono propenso ai tabù. Nel libro-intervista a Paolo Villaggio "Non mi fido dei santi", il comico genovese ricorda un suo soggiorno in Algeria per le riprese di "Brancaleone", e dice: "Nella località dove era stato allestito il set, un giorno incontro una signora belga che stava attraversando il deserto in pullman. Era stata l'assistente di Albert Schweitzer, quel medico che fece il famoso ospedale a Lambarenè, in Gabon. Io, incuriosito da questo personaggio molto famoso le chiedo: 'Com'era lui?'. Risposta: 'Non lo dica in giro, ma Schweitzer era cattivissimo'. Ma ne racconto un'altra. Vado a Calcutta con mia moglie. Il console onorario italiano ci porta, su mia richiesta, a vedere l'ospedale di Madre Teresa. Durante questa visita, dove tutto è ordinato e pulito, chiedo a suor Angela, una italiana che ci fa vedere il lebbrosario: 'Mi dica la verità, com'è Madre Teresa?'. La suora si guarda attorno e sottovoce mi dice: 'La verità? Una carogna!'. Madre Teresa ha ottenuto una delle più rapide beatificazioni mai viste. Non mi fido dei santi". Sul caratteraccio di Madre Teresa esistono comunque altre testimonianze (ma certo sono tanti i santi dai modi bruschi e magari qualcuno avrà pure avuto ragione). In TV, poi, ho visto un documentario (realizzato da Roberto Giacobbo) in cui si accennava alla lunga crisi di fede della religiosa confidata al padre spirituale e di cui si è saputo di recente, grazie alla pubblicazione delle sue lettere. Madre Teresa, pare, era disperata di fronte al silenzio di Dio, al fatto che non riusciva più a sentirlo. Lavorava ugualmente esortando gli ammalati ad avere fede, ma lei questa fede non l'aveva più. La si può capire: di fronte al dolore non è facile convincersi che lassù qualcuno ci ama, e anche i deportati di Auschwitz si chiedevano dove fosse Dio in quel momento.
Chiusa la parentesi, torniamo a Hitchens. Abbiamo accennato al rapidissimo processo di beatificazione di Madre Teresa, poi sfociato alla gloria degli altari quando è stata fatta santa. Ecco, il giornalista inglese vi ha preso parte. E' stato infatti convocato dal Vaticano per fare, in qualche modo, l' "avvocato del diavolo" e testimoniare contro la candidata agli altari. Il che dimostra come sia legittimo anche in questi casi, e anzi, soprattutto in questi casi, cercare di appurare la fondatezza delle voci contrarie alla canonizzazione. Dunque, proprio la Chiesa ha ritenuto Hitchens un testimone abbastanza attendibile da mettere a verbale la sua testimonianza, avendo il polemista conosciuto personalmente la futura santa e realizzato su di lei un documentario, oltre che scritto molti articoli, riassunti poi ne "La posizione della missionaria", i cui argomenti sono basati sul proposito dell'autore di voler giudicare Madre Teresa dai fatti e non sulla base dell'immagine propagandata acriticamente dai media. Quali sono, in buona sostanza, le accuse di Hitchens? La principale è quella di non voler lenire il dolore o sconfiggere la povertà, ma soltanto voler convincere i malati e i poveri a sopportare la loro condizione in nome di un fondamentalismo cattolico ultraconservatore. Negli ospedali di Madre Teresa sarebbero banditi macchinari e strutture mediche moderne, analgesici e terapia del dolore e perfino i letti comodi, al punto che interi edifici avuti in donazione sono stati spogliati delle suppellettili (gettate per strada a partire dal linoleum, con meraviglia di tutti) per puro disprezzo di ogni parvenza di comodità, scambiata per "lusso". Alcune suore che avevano fatto della conserva con i pomodori ricevuti in dono furono maltrattate perché bisognava aver fiducia nella Provvidenza e non mettere da parte niente per il futuro. In molti aneddoti (sempre rigorosamente documentati) si intravede in effetti un po' di fanatismo. Scrive il giornalista, facendo un esempio riguardante una struttura chiamata 'La Casa dei Moribondi': "Le entrate complessive di Madre Teresa bastano e avanzano per attrezzare svariati ambulatori di prim'ordine nel Bengala. La decisione di non farlo, e di gestire invece un centro improvvisato e inefficiente che rischierebbe denunce e proteste se fosse diretto da qualsiasi branca della professione medica, è deliberata. Lo scopo non è quello di dare un'onesta assistenza ai sofferenti, bensì di promulgare un culto basato sulla morte, la sofferenza e la sottomissione". Non sfugge all'analisi di Hitchens il discorso pronunciato dalla futura santa durante la cerimonia della consegna del Nobel per la Pace (l'autore, peraltro, si chiede che cosa, in effetti e praticamente, abbia fatto Madre Teresa per la pace): prendendo la parola, la religiosa paragonò lo sterminio per fame all'aborto, ritenendo anzi l'aborto e la contraccezione i principali mali del mondo. Dunque, colpevolizzando in primo luogo le donne che, spesso, ad abortire sono costrette dalla necessità (e lo fanno con dolore) e non rendendosi conto che una politica di controllo delle nascite limiterebbe di molto lo sterminio per fame.
Inoltre, è interessante l'analisi che Hitchens fa sui rapporti di Madre Teresa con dittatori, truffatori, criminali di mezzo mondo, tutti fotografati con lei e da cui lei mai avrebbe preso le distanze. Ovviamente, quando la religiosa è stata invitata a restituire ai legittimi proprietari donazioni avute in dono da gente che le ha dato denaro rubato, lei non lo ha fatto (e del resto, sulla sorte di milioni e milioni di dollari ricevuti in anni e anni di apostolato, non è mai stata fatta chiarezza e non si sa come i fondi vengano utilizzati). Così come colpisce la si disamina del giornalista su come la fama della futura santa sia stata costruita con un sapiente uso dei media, a partire dalla pubblicità data a dei miracoli che le sono stati attribuiti e che in realtà non sono mai avvenuti. Un'altra accusa è quella di non fornire un'assistenza umanitaria disinteressata, ma finalizzata al proselitismo, e ci sono anche testimonianze precise di battesimi impartiti in punto di morte su indù e musulmani, prendendo come un assenso la risposta "sì" data alla domanda: "vuoi andare in Paradiso?". Per finire, è significativo un aneddoto: un povero sta per morire straziato dal cancro, rantola e si contorce ripreso da una telecamera; Madre Teresa gli dice: "Stai soffrendo come Cristo sulla croce, sicuramente è Gesù che ti sta baciando". E il moribondo: "Allora, per favore, digli di smettere di baciarmi".