Stephen King
HOLLY
Sperling & Kupfer
cartonato, 2023
520 pagine, 21.90 euro
Certo che Stephen King si è proprio innamorato della sua eroina Holly Gibney. Del resto lui stesso lo scrive nella sua “Nota dell’autore” in appendice al romanzo: “Ho voluto bene a Holly sin dall’inizio, e desideravo con tutto me stesso tornare a stare in sua compagnia”. E pensare che la Gibney era apparsa soltanto come personaggio secondario in “Mr. Mercedes” e nei successivi due volumi della trilogia. Successivamente, Holly fa altre due apparizioni, in “The Ousider” (2018) e in “Se scorre il sangue” (2020). E’ il caso di ripercorrere un po’ la sua, diciamo così, carriera. Cominciamo appunto con “Mr. Mercedes” (2014), in cui imperversa uno psicopatico, Brady Hartsfield, sulle cui tracce si mette l’anziano poliziotto in pensione Bill Hodges. Costui (un altro grande personaggio kinghiano), nel corso delle sue indagini, finisce per intessere una relazione sentimentale con Janelle Patterson, sorella di una delle vittime del serial killer. Ecco, Holly è la cugina di costei, che acquista maggior rilievo nel romanzo quando proprio Janelle viene uccisa dal pazzo. Si viene a formare così una squadra composta da Hodges, Holly, Pete Huntley (un ex collega di Bill) e Jerome Robinson, un ragazzo di colore che viene coinvolto solo perché, impegnato in piccoli lavori per Hodges (tipo rasargli il prato) finisce per dargli una mano in missioni sempre più impegnative e pericolose. Holly Gibney si occupa soprattutto nelle ricerche informatiche. Ad aiutare il gruppo c’è anche Isabelle Jaynes, una poliziotta intraprendente, che tornerà anche in altri romanzi, compreso “Holly”. Alla fine, Hartsfield finisce in coma e la Bill fonda l’agenzia di investigazioni private battezzata “Finders Keepers”. La sua squadra torna sulla scena con “Chi perde paga” (2016), sostanzialmente una specie di caccia al tesoro alla ricerca dei taccuini di un famoso romanziere, su cui era stata scritta la parte conclusiva, ancora inedita, di una saga letteraria di grande successo. Il collegamento con “Mr. Mercedes” non consiste soltanto nelle indagini della “Finders Keepers”, ma anche nel fatto che uno dei personaggi è il figlio di una delle vittime di Hartsfield, il quale resta sullo sfondo a dormire in ospedale in stato di coma. Ed eccoci al terzo titolo della trilogia, "Fine turno” (2016): qui, il serial killer si risveglia dal coma, scoprendosi dotato di poteri paranormali per colpa degli esperimenti che un medico, all’insaputa di tutti, ha condotto su di lui. Con l’aiuto di Holly, Bill Hodges, risolve definitivamente il caso ma, già malato di cancro al pancreas, muore. In un successivo romanzo, l’orrorifico “The Outsider”, Holly Gibney è la co-protagonista con il detective Ralph Anderson delle indagini su una sorta di creatura mutaforma che si nutre del dolore degli altri. La caccia a un’altra delle medesime creature, che ha preso l’aspetto di un giornalista televisivo sempre il primo ad arrivare sui luoghi delle disgrazie, è l’argomento di “Se scorre il sangue”, dove Holly è finalmente protagonista assoluta. Nel corso di tutte queste apparizioni, Stephen King ha costruito tutto un microcosmo attorno alla sua eroina, che potrebbe forse venire più efficacemente definita anti-eroina, visto che non è addestrata a combattere, è ipocondriaca, ha un rapporto conflittuale con la madre Charlotte, è insicura circa le proprie doti, si sente orfana di Bill Hodgson, non ha l’aspetto di una top model, appare quasi dimessa, fragile. King la descrive piena di piccole manie, afflitta da un complesso di inferiorità, ligia alle regole e meticolosa, attenta, dotata di grande memoria e di capacità di osservazione, oltre a essere una specie di piccola maga del computer. In “Holly” la squadra della “Finders Keepers” è ridotta soltanto a lei e a Pete, soci alla pari, ma Pete è finito in ospedale per Covid (lo stesso Covid che uccide Charlotte all’inizio della storia), Jerome si trova in viaggio per gran parte del tempo convocato da un editore che vuol pubblicare un suo romanzo, e quindi la Gibney deve fare quasi tutto da sola. La morte della madre e ciò che inaspettatamente lascia in eredità alla figlia, costituisce una sottotrama al pari del rapporto che si crea fra Barbara Robinson (sorella di Jerome) e una centenaria poetessa (a dimostrazione di quanto a King piaccia approfondire le vite dei suoi personaggi, a costo a volte i perderci perfino troppo tempo, come segnala lui stesso nella “Nota dell’autore” riferendo di essere tenuto a bada dal proprio editor). Non ci sono elementi soprannaturali nel romanzo “Holly”, che risulta, tutto sommato, un thriller, forse un noir con venature horror. Un thriller di quelli che acchiappano già dalle prime pagine e poi non lasciano più il lettore. I “cattivi” si rivelano subito agli occhi del lettore, che si chiede però, pagina dopo pagina, come farà Holly a giungere fino a loro, dato che si nascondono dietro l’aspetto delle più insospettabili e indifese delle persone: due novantenni, marito e moglie, convinti che nutrirsi di carne umana possa prolungare la loro vita (in accordo, con leggende e tradizioni diffuse da secoli e per secoli). La detective, che vorrebbe prendersi una pausa dopo la morte della madre asfissiante e castrante, si convince invece, ad accettare una indagine sulla scomparsa di una ragazza, svanita nel nulla da alcuni giorni. Comincia così una serrata serie di scoperte colpi di scena ed eventi. Una lettura intrigante, una scrittura magistrale, una narrazione attraversata peraltro dall’imperversare del Covid, dei no vax e dai simpatizzanti di Trump. King, le cui idee in merito sono più che note, non si fa alfiere di una narrazione ideologica ma si limita a presentare personaggi da atteggiamenti omofobi, razzisti e antiscientifici e altri di segno opposto, caratterizzandoli semplicemente con efficaci dialoghi. Del resto, Holly non si addentra mai in nessuna discussione con chi non la pensa come lei, ne prende atto e basta. “Credo che la narrativa sia credibile al massimo grado quando coesiste con eventi, individui, perfino nomi di prodotti che appartengono alla vita reale”, scrive l’autore in fondo al romanzo. E continua: “La madre di Holly è morta di Covid, e la stessa Holly soffre di una lieve forma di ipocondria. Mi è sembrato naturale che avesse delle opinioni molto nette sul Covid e che prendesse tutte le precauzioni del caso. E’ vero che le mie opinioni sull’argomento coincidono con le sue, ma mi piace pensare che, se avessi scelto un personaggio contrario ai vaccini come protagonista o almeno come coprotagonista, avrei presentato in modo corretto le sue idee”. Unica nota negativa: se i due vecchietti assassini sono del tutto credibili, molto meno plausibile che ai due fratelli Robinson, Barbara e Jerome, riesca di pubblicare nello stesso momento un libro di poesie e un romanzo.