Yves Sente
Teun Berserik
Peter Van Dongen
LA VALLE DEGLI IMMORTALI
Alessandro Editore
cartonato, 2018
60 pagine, 18.99 euro
Con tutto il rispetto per i moderni graphic novel, ritrovare il sapore delle vecchie, fumettose avventure di una volta, è sempre una sensazione impagabile. Peraltro, "La valle degli immortali" è, in effetti, una moderno graphic novel, essendo datato 2018, ma ha lo stesso identico sapore delle storie di Edgar P. Jacobs, di cui è una perfetta imitazione - senza che questa definizione costituisca un limite, un difetto o una diminuzione del merito. Lo sceneggiatore Yves Sente e in disegnatori Teun Berserik e Peter Van Dongen sono riusciti a proseguire le avventure di Blake & Mortimer come se a scriverle e disegnarle fosse ancora il loro creatore. Per Sente è la settima prova, per i disegnatori la prima. Priecedentemente, del resto, si erano cimentati con successo anche Jean Van Hamme (ai testi) e vari altri disegnatori, tutti con lo sguardo fisso sull'obiettivo di continuare l'opera jacobsiana per la gioia dei lettori, senza cercare di dare interpretazioni dei personaggi in stili diversi. Una scelta controcorrente, ma assolutamente vincente e convincente. "La valle degli immortali" è un racconto così lungo da essere diviso (come altre volte è accaduto, anche per mano di Jacobs) in più albi - in questo caso, due. La seconda puntata si intitola "Il millesimo braccio del Mekong" - torneremo a parlarne. "La valle degli immortali" è il sequel della primissima avventura di Blake & Mortimer (dipanatasi in tre volumi) "Il segreto dell'Espadon", così come "Il bastone di Plutarco" (un precedete episodio di Sente e Juillard, datato 2014) ne era il prequel. "Il segreto dell’Espadon" (storia che apparve a puntate sull risorto settimanale Tintin a partire dal settembre 1946, e fu raccolta in due albi nel 1950 e 1953) proponeva un infido nemico, il Colonnello Olrik, e una "minaccia gialla" rappresentata da un usurpatore tibetano chiamato Basam-Damdu. Costui, impadronitosi di arsenale militare atomico, scatena un attacco contro l’Occidente distruggendo Parigi, Roma, Londra e altre capitali. A cercare di fermare Olrik e Basam-Dandu ci sono ill capitano dei servizi segreti britannici Francis Blake e il suo amico scozzese Philip Mortimer, esperto progettista di futuribili invenzioni.
"La valle degli immortali" è ambientata nel secondo dopoguerra, verso la fine degli anni Quaranta, in uno scenario fantapolitico (Londra è stata distrutta) ma "fanta" fino a un certo punto, perché poi sono reali le vicende legate al conflitto tra i nazionalisti di Ciang Kai-Shek e i comunisti di Mao Zedong, che portano alla fuga verso Hong Kong di grandi masse di profughi. I nazionalisti hanno portato a Taiwan migliaia di casse con reperti archeologici cinesi, per farli sfuggire alla temuta iconoclastia comunista, ed è proprio in una di queste casse che si nasconde un documento di fondamentale importanza, legato all'antica storia cinese.
Alcune tavole iniziali ridisegnano il finale del "Segreto dell'Espadon", mostrando la distruzione della città di Lhasa e la battaglia aerea degli Espadon (velivoli fantascientifici progettati dal professor Mortimer). Si vede anche come Olrik abbia potuto cavarsela e che sorte abbia avuto - qui lo ritroviamo di nuovo come nemico, ma non da solo. Le atmosfere alla Indiana Jones (ma anche alla James Bond) si mescolano con suggestioni di fantapolitica, di fantarcheologia, di fantascienza, e si capisce come da Olrik sia nato l'Orloff di Martin Mystere.