Attilio Micheluzzi
PETRA CHERIE
Milano Libri
1982, cartonato
Un libro cartonato dalla bellissima grafica di
copertina, una rilegatura e una stampa come quelle che non si vedono più per i
fumetti, una storia intrigante e ben raccontata. Tutti elementi che fanno di
"Petra Chérie" un volume di pregio da conservare con cura. L’edizione della Milano Libri, uscita nel 1982
in contemporanea con l’ultima avventura del personaggio, è la prima. Di recente
Comma 22 ha riproposto una curatissima raccolta di tutte le puntate. Petra
Cherie nasce nel 1977 sul settimanale “Il Giornalino”. Dal gennaio 1982 si
trasferisce su “Alter Alter” dove chiude però improvvisamente la sua corsa con
il racconto “Aurora! Aurora!”. Originariamente Petra avrebbe dovuto essere un
personaggio maschile, Rupert de Karlowitz, soprannominato “il Vicario”. Alfredo
Barberis, all’epoca direttore del “Corriere dei Ragazzi”, convinse però
Micheluzzi a trasformarlo in una donna per evitare confronti con Corto Maltese,
con cui qualcuno avrebbe potuto far notare delle somiglianze, anche solo per
l’epoca storica (il 1917) se non per gli scenari o lo spirito avventuroso del
protagonista. Micheluzzi si accorse delle potenzialità offerte da un
personaggio femminile e accettò il consiglio. Anzi, anticipando i tempi, rese
la sua eroina protagonista anche della narrazione in prima persona degli
avvenimenti, sperimentando persino una forma di interazione di Petra con il suo
stesso autore e i lettori. Il volto dell’eroina prende spunto da quello di Mary
Louise Brooks, la stessa che ha ispirato la Valentina di Guido Crepax. I
disegni, autoriali e caratterizzati da uno stile proprio e personale che però
non perde mai il contatto con l’efficacia richiesta dalla narrazione
avventurosa, sono strepitosi pur se realizzarti, com’era uso da parte dell’artefice,
in tempi brevissimi. Come suo solito, l’autore ci narra una avventura nella
Storia, e come sempre sceglie un periodo di guerra (del resto la sua storia di
istriano di Umago dovuto fuggire dalla sua terra per trasferirsi prima a Napoli
poi in Libia per dover tornare di nuovo in Italia in seguito alla rivoluzione
di Gheddaffi, lo hanno messo spesso di fronte a fatti epocali del ventesimo
secolo). Documentatissimo, interessante nelle sue ambientazioni a noi vicine ma
insolite, l'autore ci racconta le avventure di una giovane donna austriaca,
Petra De Karlowitz, che guida un aereo sugli scenari della Prima Guerra
Mondiale e abbatte gli aerei del Kaiser meglio del Barone Rosso. Perché lo fa?
Perché crede in ideali di libertà? Perché ha un indomabile spirito d'avventura?
Perché è una delle due o tre donne con il brevetto di volo e vuole dimostrare
agli uomini di non essere da meno? Chi lo sa, forse questo e altro. E' una donna libera, capace di pensare, padrona del suo destino, dotata di spessore. Il fatto è
che non risulta inquadrata in un nessun corpo militare, è come Zorro: colpisce
e fugge, da sola. A un certo punto, però, il suo aereo viene abbattuto in mare.
La ripescano a Triste degli italiani, che la nascondono dalla caccia dei tedeschi,
pagando però con la vita la loro generosità. Fuggendo per mare, Petra finisce
per essere recuperata da un sommergibile crucco, e si spaccia per una di loro.
Il sommergibile è diretto in Grecia, e il comandante non intende tornare
indietro a riportare la passeggera a Trieste, Petra tornerà in nave. Ma lungo
il viaggio il sommergibile viene attaccato dalle bombe di profondità di una
fregata italiana. Petra rischia di morire sotto il cosiddetto "fuoco
amico". Riesce a salvare il sommergibile, e si ritrova a terra in
territorio Yugoslavo. Viene fatta salire su un treno che la riporti a nord, ma
il convoglio è attaccato da dei ribelli serbi che la fanno prigioniera fra le
montagne innevate dei Balcani. Finché non riesce a fuggire e si ritrova a
Costantinopoli. Anche lì si va a impelagare in un tentativo di sabotaggio
contro una nave da guerra tedesca, e fugge ancora in automobile attraverso la
Turchia e poi il Medio Oriente fino alla Siria.