Tino Adamo
Luca Bertelé
Alfredo Castelli
Sergio Masperi
ARRIVANO I BONELLI KIDS
Sergio Bonelli Editore
2018, cartonato
100 pagine, 12 euro
Ancora! Ancora! Ancora! Cento pagine sono decisamente poche se devono essere condivise da un affollatissimo gruppo di protagonisti come i Bonelli Kids, con in più le irruzioni di Alf, il bambino più vecchio del mondo. Perciò, vogliamo altre strisce (che poi in realtà sono mezze tavole quadrate), altre gags, altri mini-eroi (già, dove sono Tex e Dylan Dog?). Ufficialmente, e questo è l'escamotage di partenza, i Bonelli Kids sono dei ragazzini che si vestono come i loro eroi dei fumetti preferiti, in pratica dei cosplayers - con la differenza che la maggior parte dei cosplayers non legge i fumetti dei personaggi da cui si travestono, ma al massimo ne hanno visto qualche cartone animato. I Bonelli Kids invece si identificano in tutto e per tutto in Zagor, Mister No, Dampyr, Morgan Lost, Martin Mystére, Cico, Java, Kurjak, Ringo, Nathan Never, più l'altra parte del cielo: Tesla, Diana, Angie, Sam. Però, escamotage a parte, i Bonelli Kids finiscono per essere dei personaggi a fumetti pure loro, adorabili nella loro esserlo in maniera metafumettistica. I personaggini, senza dubbio, sono la parodia dei loro modelli bonelliani, ma altrettanto indubbiamente vivono di vita propria riuscendo a essere godibili e fruibili anche se non si ha ben presente chi sia e che cosa faccia il personaggio originario. Qualcuno si è chiesto a chi siano indirizzate queste storielle: ai bambini? Ai ragazzi? Agli adolescenti? Ai giovani? Ai grandi? Ai vecchi? Mi sembra una domanda oziosa: sono felicemente intergenerazionali. Quel che più conta, le battute fanno ridere. Dunque una gran bella (e riuscita) alchimia a cui sicuramente hanno giovato la sapienza comica e l'esperienza fumettistica di Alfredo Castelli, giustamente finito tra i Kids pure lui, catalizzatore delle energie positive di Tino Adamo e Sergio Gasperi (autori di fumetti in proprio ma anche grafici in forza alla Sergio Bonelli Editore). Un plauso finale e particolare va al genio e alla sintesi dei disegni di Luca Bertelé. Vedere per credere. Poi, dopo che si è visto, attenti però. Vien voglia di leggerne ancora, magari prima in Rete, come è successo per questa prima ottantina di tavole, poi in volume.