di Emmanuel Carrère
Adelphi
2013, brossurato
180 pagine, 17 euro
Lo straordinario talento di Carrère quale cronista in grado di trasformare i fatti di cronaca o i personaggi storici in ipnotica letteratura, in questo libro si applica all'incredibile vicenda di Jean-Claude Romand che, nel gennaio del 1993 a Prévessin-Moëns, in Francia, uccise i genitori, la moglie e i due figli piccoli con la più assurda delle motivazioni: tutto ciò che essi sapevano della sua vita era falso. Dopo aver frequentato per due anni la Facoltà di Medicina di Lione, Romand non era stato ammesso al terzo anno ma aveva mentito annunciando di avercela fatta, per non deludere il padre e la madre. Da quel momento in poi aveva costruito attorno a sé una stupefacente montagna di bugie, facendo credere a tutti di essersi laureato e di aver trovato un impiego a Ginevra presso l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Niente di vero.Tutti i giorni partiva per il presunto luogo di lavoro, mentre invece girava per i boschi o bivaccava nei bar o nei parcheggi. Anche dopo essersi felicemente sposato e aver messo al mondo due figli, ha continuato a vivere una vita immaginaria, perfetta in ogni particolare ma assolutamente falsa. Nessuno sapeva che lo stipendio che Jean-Claude portava a casa era frutto di raggiri e inganni che lui architettava ai danni di amici e famigliari, ottenendo soldi in gestione che egli affermava di poter far fruttare nelle banche svizzere. Quando, dopo vent'anni, la verità stava per venire scoperta, Romand ha sterminato la famiglia e ha tentato (o forse solo simulato) il suicidio. Carrère ha intervistato l'assassino, ha seguito il processo, ha visitato i luoghi dall'incredibile vicenda e poi, senza enfasi ma con profonda partecipazione al dramma, ha scritto il suo libro che indaga su come possa essere scattata nella mente di un uomo una simile trappola. "L'avversario" a cui allude il titolo potrebbe essere il Nemico per antonomasia, il diavolo il cui principale attributo è di essere bugiardo e ingannatore, ma secondo me è la nostra Metà Oscura, quella che si agita nella mente di ciascuno di noi, più o meno sopita. La narrazione non si compiace mai del truculento o del macabro, ma allo stesso tempo non è fredda come un rapporto giudiziario o un referto autoptico. Scava con partecipazione e umanità nella psicologia dell'omicida, per comprenderla senza giustificarla, e lettura ne risulta angosciante non soltanto perché i fatti narrati sono tragicamente veri, ma anche e soprattutto perché non si può fare a meno di chiedersi quanto della nostra vita così come appare agli occhi degli altri sia vera e quanto assolutamente simulata. Di Carrère sono consigliatissini tutti i libri, in particolare "Il Regno", "Limonov" e "La settimana bianca".
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