lunedì 23 agosto 2021

CLOFFETE CLOPPETE CLOCCHETE

 

 
 
Piero Manni
CLOFFETE CLOPPETE CLOCCHETE
Manni Editori
2017, brossurato
208 pagine, 16 euro


"Il seguito di 'Che dice la pioggerellina di marzo'", si legge in un bollino in copertina. Di "Che dice la pioggerellina di marzo" ci eravamo già occupati in questo spazio, e volendo potete leggere quel che scrissi (nel 2016) cliccando qui

http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/.../che-dice...

L'antologia precedente, che ebbe grande successo (e che consiglio a tutti) era dedicata alle poesie nei libri di scuola degli anni Cinquanta. Questa (che consiglio ugualmente) alle poesie nei libri di scuola degli anni Sessanta, scelte da Piero Manni (curatore del volume e autore dell'introduzione). Il confronto fra le due raccolte evidenzia un notevole cambiamento nei temi e nei toni delle poesie proposte nelle scuola (elementari e medie) italiane, corrispondente all'evoluzione della società in un periodo cruciale della nostra Storia. Se negli anni Cinquanta ci si rivolgeva a ragazzi di una Italia in gran parte contadina o artigianale, "consolata dalla religione, dagli ideali nazionalisti della patria e del grande passato, dagli affetti famigliari" (come scrive Manni), negli anni Sessanta ci si trova di fronte alla società del boom e dell'industrializzazione, con tutte le contraddizioni del caso, a scolari che guardano la televisione, alle tensioni sociali. Così, accanto ai classici della letteratura italiana (Pascoli, D'Annunzio, Carducci, Manzoni) ecco autori più vicini alla contemporaneità dell'epoca (Montale, Ungarettti, Pavese, Gatto, Cardarelli, Saba, Rodari, Pezzani). Ci sono anche i versi dei cantautori (Gaber, De Andrè), ma soprattutto irrompono poeti stranieri: Brecht, Hikmet, Lorca, Hughes, Masters, Baudelaire). Si affrontano, oltre ai temi eterni della memoria, delle stagioni, della natura, degli affetti, questioni nuove come quelle politiche e sociali: il razzismo, il ruolo dei popoli nella progresso dell'umanità ("Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?"), il lavoro, la Resistenza, la guerra e la pace, persino il mal di vivere. "Duecento pagine di emozioni forti", scrivono Gino e Michele in un loro intervento. Condivido: le poesie scelte le ricordo quasi tutte. In particolare segnalo "Uomo del mio tempo" di Salvatore Quasimodo e "Oltre il ponte" di Italo Calvino. Mi colpisce ritrovare anche Geraldo Bessa Victor, angolano, di cui leggevamo il ritornello antirazzista "Il bambino negro non entrò nel girotondo" in anni in cui si poteva ancora dirlo. Il titolo "Cloffete cloppete clocchete" fa riferimento all'indimenticabile "fontana malata" di Aldo Palazzeschi, naturalmente contenuta nella raccolta.

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