Niklas Natt Och Dag
1793
Einaudi
brossurato, 2019
492 pagine, 20 euro
"Un crime avvincente come 'Il nome della rosa'", secondo The Washington Post. "Un viaggio vivido e avvicente nella Stoccolma del XVIII secolo, nelle sue ingiustizie e nei suoi luoghi oscuri", recensisce The Guardian. "Coinvolgente e scioccante", dice The Times. "Un romanzo livido, febbrile, di una potrenza palpabile. Un esordio eccezionale. Un autore da seguire", commenta Le Parisien. "Un thriller trascinante", aggiunge The Observer. Queste le scritte in copertina, che convincono all'acquisto a dispetto del nome oscuro (e impronunciabile) dell'autore, classe 1979, di cui ci viene detto che è il discendente della più antica famiglia aristocratica svedese, da tempo decaduta. A parte il paragone con "Il nome della rosa", che io non proporrei, i restanti commenti sono assolutamente veritieri. "1793", primo volume di una trilogia, è un romanzo potente, che stringe un nodo alla gola, trascina giù con sé in abissi inimmaginabili che pure si comprendono come reali, data che è evidente la documentazione da cui ha attinto Natt och Dag. Ambientato in Svezia durante la Rivoluzione Francese, di cui giungono gli echi e i cui eventi hanno un ruolo nel racconto, il romanzo descrive una Stoccolma crudele, putrida, corrotta, dissoluta, in preda a epidemie e incendi, in cui la vita umana era senza valore, reduce da guerre insensate e sotto un regime decadente e spietato (quello di Gustavo III si era concluso l'anno precedente con l'assassinio del Re, e il successore Gustavo Adolfo era solo quattordicenne). La sporcizia, le violenze, le ingiustizie, i soprusi, la disperazione, le malattie, l'avidità imperversano. Ciò nonostante, un reduce di guerra senza un braccio assunto nella guardia civica, Mickel Cardell, e un procuratore divorato dalla tisi, a cui già cercano di fare le scarpe per prenderne il posto, Cecil Winge, uniscono le loro forze per risolvere il caso di un orrendo delitto. Un uomo è stato mutilato pezzo per pezzo (prima la lingia, poi gli occhi, poi i denti, quindi gli arti, uno per uno, facendo risargire le ferite prima di procedere con le amputazioni) e il suo cadavere riemerge in un putrido lago dove scolano gli escrementi della città. Nessun indizio sulla sua identità. "1793" non è però solo il resoconto di una difficile indagine, ma la ricostruzione storica di una città, di un'epoca, di una società. Le ricerche di Cardell e Winge si incrociano con le vicende di altri due personaggi seguiti nelle loro drammatiche vicissitudini: il giovane spiantato Kristofer Blix, aspirante chirirgo, e una ragazza, Anna Stina, ingiustamente rinchiusa in un istituto di correzione perché accusata di meretricio, dove le recluse anziché venire rieducate subiscono le più crudeli violenze. Si resta sgomenti dall'inizio alla fine, ma ne vale la pena
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