A.Zee
GRAVITA'
Bollati Boringhieri
cartonato, 2019
220 pagine, 20 euro
"Trattazione leggera di un soggetto pesante", recita il sottotitolo. L'autore, insegnante di fisica un una università californiana, premette di aver voluto scrivere un saggi agile sulla gravità einsteiniana - che fosse appena un po' più complicato del solito manualetto divulgativo ma meno complicato dei testi accademici. Ed è esattamente quello che ha fatto, partendo appunto dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein, messa a punto nel 1918. Uno dei cardini fondamentali è che la gravità non esiste, esiste soltanto lo spaziotempo curvo. La massa (qualunque massa) deforma (poco o tanto) il tempo e lo spazio attorno a sé, e questa deformazione (così almeno l'ho capita io) dà origine agli effetti che noi chiamiamo gravitazionali. Einstein naturalmente veniva dopo Galileo, Cartesio, Fermat, Newton, Lagrange, Laplace, Faraday, Maxwell, Hilbert... al contributo di tutti si accenna. La gravità sembra un paradosso (e infatti Newton non si convinse facilmente di ciò che stava scoprendo) perché causava effetti su corpi che non si toccano (la Terra e la Luna non sono in contatto, ma si influenzano). Ciò rimase un paradosso finché Faraday e Maxwell non teorizzarono, provarono empiricamente e descrissero con formule matematiche, i campi di forza: sono appunto i campi di forza a essere in contatto. La fisica quantistica avrebbe poi scoperto i gravitoni, che danno luogo alle onde gravitazionali che si propagano all'infinito (mentre i campi di altre forze estremamente più potenti, come le due nucleari, hanno effetto solo sulle piccole o piccolissime distanze). Sul confine con la fisica quantistica A.Zee si ferma, rilevando come la "quantizzazione" della gravità sia uno dei grossi problemi del prossimo futuro. La mia impressione da profano è di assoluta ammirazione per come i fisici riescono a descrivere così tanti aspetti dell'universo attraverso i loro calcoli: nelle equazioni degli scienziati sembra esserci il passato, il presente e il futuro. Pare che i prossimi anni ci riserveranno sorprese e scoperte di grande importanza: chissà se esiste l'equazione che descrive la curiosità.
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