Vittorio Feltri
NON ABBIAMO ABBASTANZA PAURA
Mondadori
2015, cartonato
120 pagine, 17 euro
E' un dibattito in corso continuo, e sul quale spesso mi interrogo, quello fra chi ritiene che si debba aver paura del prendere piede di un certo modo di intendere l'Islam (destinato a sfociare fatalmente in uno scontro con l'Occidente e in una successiva sopraffazione della nostra società) e chi, viceversa, interpreta il terrorismo di marca jahidista una componente degenerata e minoritaria frutto dell'opera di pochi folli, che si devono contrastare senza che questo metta a rischio la convivenza amichevole tra le diverse culture. Il libro di Vittorio Feltri espone le ragioni del primo modo di pensare. Quotidianamente, capita di leggere o di ascoltare, viceversa, le ragioni di chi ha opinioni del tutto diverse (proprio in questi giorni, per esempio, sto leggendo Tiziano Terzani). La speranza, ovviamente, è che Feltri abbia torto. Indubbiamente ci sono alcuni passaggi che potrebbero essere condivisi anche da qualche detrattore del giornalista bergamasco. Il primo, rintracciabile quasi in apertura, è quello in cui si riferisce la triste marcia indietro della redazione di "Topolino" che, dopo aver anticipato una copertina in cui i personaggi disneyani mostravano le matite per solidarietà con la libertà di espressione grafica presa di mira dagli autori della strage di Parigi nel febbraio 2015, ha preferito non esporsi e ha sostituito il disegno coraggioso già mostrato con un altro anonimo e indifferente al problema. Un altro, sono le parole di un musulmano, il presidente egiziano al-Sisi, che ha detto: "E' inconcepibile che la dottrina da noi considerata maggiormente sacra, faccia in modo che la comunità islamica sia una fonte di ansietà, pericolo, uccisioni e distruzione per il resto del mondo". Credo si possa concludere che noi occidentali dovremmo provare a non avere paura, ma anche gli orientali dovrebbero cercare di non farcene.
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