Wislawa Szymborska
AMORE A PRIMA VISTA
Adelphi
2017, brossurato
110 pagine, 10 euro
Ventisei poesie in tutto, con testo polacco a fronte (che a prima vista potrebbe sembrare cosa inutile, se non fosse che darci un'occhiata permette di fare ipotesi su come funzioni la metrica e il gioco delle rime nella musicalità originale). Wislawa Szymborska (1923-2012), Premio Nobel per la Letteratura nel 1996, è una delle poetesse più lette al mondo, a dispetto del nome impronunciabile (come nota il suo traduttore italiano Pietro Marchesani) e nonostante una sua celebre affermazione secondo la quale la poesia piace a due persone su mille. Secondo me, il problema non è nel piacere ma nel farla giungere (letta in un certo modo, insegnata in un certo modo, proposta in un certo modo). Ci sono poi i poeti criptici che nuocciono alla causa, non tanto perché non ci debbano essere (che ci siano pure, per i cultori e gli adepti, va benissimo) ma perché tendono a venire identificati con i poeti tout-court per cui si diffiderà sempre della poesia se si crederà che sia scritta in una lingua straniera. Wislawa Szymborska non appartiene alla categoria, come Emily Dickinson o Alda Merini, ma anche come Daria Menicanti o Patrizia Valduga, per attenerci alle poetesse. Parla e la capiamo. In tutto, l'autrice polacca pare abbia scritto non più di trecento liriche. E solo una piccola parte, una trentina, sono poesie d'amore: quasi tutte raccolte in questa silloge. Il motivo per cui la Szymborska non fa dell'amore il tema preponderante della sua poesia è spiegato nella prima composizione: "La musa in collera". "Perché scrivo canti d'amore / così raramente?", esordisce l'autrice. "Taccio / solo per timore / che il mio canto in futuro mi dia dolore, / che verrà giorno e d'un tratto / smentirà le parole, / resteranno ritmi e rime, / se ne andrà l'amore, / e sarà inafferrabile / come l'ombra di un ramo". L'approccio della poetessa verso la materia amorosa è, come si vede, insolito e insoliti sono i punti di vista di tutte le sue composizioni sull'argomento. In una, l'amore è paragonato a una chiave che, una volta smarrita, non apre più nessuna altra porta anche se qualcuno la raccoglie: un oggetto inutile buono solo per la ruggine. Però c'è anche l'amore ilare dei momenti gioiosi, quando lo sguardo dell'amato rende più bella l'amata, al punto da farla diventare immaginaria, come una visione provocata dall'ebbrezza. E che dire dello scandalo di un amore felice? "Chi non conosce l'amore felice / dica pure che in nessun luogo esiste l'amore felice. / Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire".
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