"L'amico ritrovato" (1971) fa parte della straordinaria "trilogia del ritorno" di Fred Uhman, insieme ad altri due romanzi brevi romanzi ("Un'anima non vile" e "Niente resurrezioni, per favore"). Nel 1989 è stato anche tratto un film. Il
libro, davvero bellissimo (sono belli anche i due sequel), struggente e drammatico ma senza enfasi né retorica, terrorizza e commuove grazie a una prosa pulita, quotidiana, che mostra il crescere in sordina di un orrore che indicibile. A venire raccontata è l'amicizia fra un ebreo tedesco, il
sedicenne Hans Schwartz, e un suo coetaneo, il giovane conte Könradin von
Hohenfels, ultimo rampollo di una stirpe di nobili svevi. I due frequentano
entrambi il liceo Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda, negli anni dell'ascesa
al potere di Hitler. Il romanzo non affronta in modo specifico il tema della
shoah o dei campi di sterminio, ma descrive soprattutto il periodo precedente
allo scatenarsi delle persecuzioni razziali. Gli Schwartz, al pari di molti
altri ebrei di Stoccarda si sentono perfettamente tedeschi e sono addirittura
fieri di esserlo. Quando le idee naziste
cominciano a serpeggiare, il padre di Hans rifiuta di trasferirsi in Palestina,
come gli viene proposto di fare, convinto che il razzismo hitleriano sia una
specie di follia passeggera che mai avrebbe contagiato la nazione di Goethe,
Beethoven e Schiller. Invece, quella follia finisce per dividere Hans da
Könradin, che pure erano stati amici per la pelle, e semina odio all'interno
dei compagni di classe. Il giovane Schwartz riesce a fuggire in America in
tempo per non venire travolto dagli eventi (non sarà questa, invece, la sorte
dei suoi genitori) ma quel che accade in Germania, ovviamente, lo segna per
sempre. Vent'anni dopo la guerra, Hans ritrova un elenco dei nomi della sua
scolaresca, che reca accanto a ognuno l'indicazione di quale sia stato il
destino dei suoi compagni nella tempesta degli eventi bellici. A lungo evita di
verificare che cosa sia accaduto a Könradin, di cui non ha saputo più nulla.
Vivo? Morto? Ma soprattutto, con le mani sporche di sangue?
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