Mark Twain
SCRITTI SEGRETI
Biblioteca del Vascello
Prima edizione gennaio 1992
Edizione a cura di Clara Piccinini
brossurato – 100 pagine – 5.000 lire
Il volumetto, di piccolo formato ma non privo di gusto nella grafica di copertina, nell’apparato critico e nella traduzione, raccoglie tre brevissimi testi licenziosi di Mark Twain (1835-1910), composti in momenti e per scopi diversi, e rimasti esclusi, soprattutto per il loro carattere triviale, dal corpus, peraltro vastissimo delle restanti sue opere. La lunga introduzione inserisce i tre scritti nel contesto della produzione twainiana, e nella sua diversificata attività. Il primo è un estratto di un immaginario diario del coppiere delle Regina Elisabetta, Samue Pepys, che descrive le conversazioni tenute in una sera del 1601 al cospetto della sovrana che ha radunato attorno a sé un bel serto di scrittori e personaggi famosi, da Shakespeare a Francis Bacon, a Walter Relegh. La relazione di quanto viene detto è esilarante perché, anziché parlare di letteratura e filosofia, di storia o di politica, come si converrebbe a una compagnia di così nobile e alto lignaggio, gli argomenti sono scatologici e riguardano flatulenze e funzioni corporali. Trattate, però, con la il linguaggio altisonante tipico dell’epoca e dei personaggi. Insomma, le celebrità parlano come a loro si conviene, ma parlano di peti. Il risultato strappa le risate. Mark Twain curò personalmente una prima edizione del testo riprodotta in pochissime copie su finta carta seicentesca. Il secondo testo, è una finta lettera scritta da un certo Nesby che si rammarica di non poter raccogliere l’invito a una escursione organizzata da un Club di pescatori di anguille denominato “Le Grosse Anguille”. Il tutto giocato sull’equivoco derivante dal fatto che Nesby fraintende le finalità del Club, immaginando che si tratti non di pescatori ma di superdotati. Poiché lui si ritiene normodotato, si sente escluso ma contesta il fatto che avere un pene di grosse dimensioni costituisca un fattore di merito e di vantaggio. Il terzo e ultimo scritto è il testo di una conferenza privata tenuta al “Club de l’Estomac” durante la sua ferventissima attività di conferenziere, e intitolata: “Annotazione sulla scienza dell’onanismo”. Per l’epoca in cui fu tenuta la prolusione, l’argomento era scabrosissimo. Nondimeno, Twain l’affrontò con finto cipiglio serioso, come se fosse una conferenza dai toni paludati, ma dagli intenti chiaramente umoristici.
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