Guido Gerosa
CARLO V
CARLO V
Mondadori
Collana Oscar Storia
Collana Oscar Storia
2005, brossurato
480 pagine, 9,40 Euro
Il saggio di Guido Gerosa, giornalista fiumano classe 1933 morto a Milano nel 1999, è uscito la prima volta nel 2000 all’interno della collana mondadoriana, dei volumi cartonati de “Le scie”, è stato ristampato negli Oscar Storia nel 2002. Dietro la bella copertina (un particolare di un ritratto di Tiziano – ma peccato che poi all’interno del volume l’iconografia lasci a desiderare), Gerosa compila una avvincente biografia di Carlo V, imperatore sul cui impero non tramontava mai il sole, ma anche disegna un grande affresco della sua epoca, il Cinquecento, che davvero si rivela affascinante e drammatica, di sicuro complessa e piena di fatti e personaggi. Carlo nacque proprio nel 1500, e visse 58 anni, segnando la storia dell’intero Occidente nella prima metà del secolo. Nato a Gand, in Borgogna, da Filippo il Bello (figlio di Anna di Borgogna e dell’austriaco Massimiliano I che l’aveva sposata quando era solo ancora arciduca) e da Giovanna La Pazza (che forse pazza non era, sfortunata figlia dei cattolicissimi sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella), Carlo divenne re di Spagna a sedici anni, alla morte del nonno materno e del padre. A diciannove anni fu eletto imperatore, essendosi comprato il voto dei sette elettori tedeschi, e strappando (in una sorta di asta) il titolo a Francesco I di Francia, soltanto un paio di anni più anziano di lui, che ambiva alla stessa corona e che per questo (ma non solo) gli serbò rancore tutta la vita divenendo il suo più acerrimo nemico, la sua vera spina nel fianco. Morto anche il nonno paterno, Carlo si trovò padrone di tutta l’Europa, eccezion fatta per la Francia e l’Inghilterra. Non fu facile per lui gestire tanti popoli, che lui voleva riunire sotto un solo regno cristiano. A parte le continue guerre a cui lo costringeva Francesco I, Carlo dovette fronteggiare la riforma luterana (incontrò Lutero a Worms nel 1521 e fu il più accanito sostenitore della necessità del Concilio di Trento), la minaccia dei turchi e dei pirati barbareschi, le rivolte interne (comuneros, anabattisti, fiorentini), la rivalità del Papa Clemente VII. Si trovò anche a dover gestire le scoperte del Nuovo Mondo e le spedizioni dei conquistadores Cortez e Bizzarro. Venne accusato (anche se lui, forse, non ne fu davvero responsabile) di aver ordinato il Sacco di Roma del 1527 e l’assedio di Firenze nel 1530. Riuscì a catturare prigionieri, in due diverse occasioni, sia il re di Francoia che il Papa, e tutti e due liberò comportandosi cavallerescamente (senza infierire sui loro territori), come del resto si conveniva a un cavaliere del Toson d’Oro, e da tutti e due fu tradito. Alla fine della sua vita, abdicò in favore del figlio Filippo II e si ritirò in convento in Spagna (era convintamene cattolico) e morì due anni dopo. Guido Gerosa racconta in maniera brillante e ricca di aneddoti la vita del sovrano e quella dei tanti che ebbero a che vedere con lui. e ci appassiona a vicende storiche lontane nel tempo che sembrano fatti di cronaca recente.
Il saggio di Guido Gerosa, giornalista fiumano classe 1933 morto a Milano nel 1999, è uscito la prima volta nel 2000 all’interno della collana mondadoriana, dei volumi cartonati de “Le scie”, è stato ristampato negli Oscar Storia nel 2002. Dietro la bella copertina (un particolare di un ritratto di Tiziano – ma peccato che poi all’interno del volume l’iconografia lasci a desiderare), Gerosa compila una avvincente biografia di Carlo V, imperatore sul cui impero non tramontava mai il sole, ma anche disegna un grande affresco della sua epoca, il Cinquecento, che davvero si rivela affascinante e drammatica, di sicuro complessa e piena di fatti e personaggi. Carlo nacque proprio nel 1500, e visse 58 anni, segnando la storia dell’intero Occidente nella prima metà del secolo. Nato a Gand, in Borgogna, da Filippo il Bello (figlio di Anna di Borgogna e dell’austriaco Massimiliano I che l’aveva sposata quando era solo ancora arciduca) e da Giovanna La Pazza (che forse pazza non era, sfortunata figlia dei cattolicissimi sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella), Carlo divenne re di Spagna a sedici anni, alla morte del nonno materno e del padre. A diciannove anni fu eletto imperatore, essendosi comprato il voto dei sette elettori tedeschi, e strappando (in una sorta di asta) il titolo a Francesco I di Francia, soltanto un paio di anni più anziano di lui, che ambiva alla stessa corona e che per questo (ma non solo) gli serbò rancore tutta la vita divenendo il suo più acerrimo nemico, la sua vera spina nel fianco. Morto anche il nonno paterno, Carlo si trovò padrone di tutta l’Europa, eccezion fatta per la Francia e l’Inghilterra. Non fu facile per lui gestire tanti popoli, che lui voleva riunire sotto un solo regno cristiano. A parte le continue guerre a cui lo costringeva Francesco I, Carlo dovette fronteggiare la riforma luterana (incontrò Lutero a Worms nel 1521 e fu il più accanito sostenitore della necessità del Concilio di Trento), la minaccia dei turchi e dei pirati barbareschi, le rivolte interne (comuneros, anabattisti, fiorentini), la rivalità del Papa Clemente VII. Si trovò anche a dover gestire le scoperte del Nuovo Mondo e le spedizioni dei conquistadores Cortez e Bizzarro. Venne accusato (anche se lui, forse, non ne fu davvero responsabile) di aver ordinato il Sacco di Roma del 1527 e l’assedio di Firenze nel 1530. Riuscì a catturare prigionieri, in due diverse occasioni, sia il re di Francoia che il Papa, e tutti e due liberò comportandosi cavallerescamente (senza infierire sui loro territori), come del resto si conveniva a un cavaliere del Toson d’Oro, e da tutti e due fu tradito. Alla fine della sua vita, abdicò in favore del figlio Filippo II e si ritirò in convento in Spagna (era convintamene cattolico) e morì due anni dopo. Guido Gerosa racconta in maniera brillante e ricca di aneddoti la vita del sovrano e quella dei tanti che ebbero a che vedere con lui. e ci appassiona a vicende storiche lontane nel tempo che sembrano fatti di cronaca recente.
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