lunedì 12 maggio 2025

LA CORSA DEL LUPO

 
 
Gigi Simeoni
LA CORSA DEL LUPO
Sergio Bonelli Editore
2024, cartonato
340 pagine, 28 euro
 
Mi sono imbattuto in Gigi Simeoni, autore dal multiforme ingegno, agli inizi degli anni Novanta, ai tempi della Acme, quando (non ricordo più se su “Splatter” o su “Mostri”) pubblicava, testi e disegni suoi, le avventure umoristiche dello Zompi, una parodia straordinariamente comica (e straordinariamente horror) dei morti viventi di Romero. Siccome a mia volta ho cominciato con la Acme, si può dire che abbiamo mosso i primi passi insieme, professionalmente parlando. Solo che io, pur autodefinendomi “umorista” per un po’ di cosette fatte per il teatro, il “Vernacoliere”, Cico e qualcos’altro ancora, non so disegnare. Simeoni, invece, sì. E’ un eccellente sceneggiatore e un bravissimo illustratore. Ed è spassosissimo, nella vita reale e quando si cimenta su carta, come gagman, così come si dimostra talentuoso scrivendo testi avventurosi o drammatici, che è in grado di disegnarsi da solo così come di affidarli ad altri. La sintesi si compie su episodi di Dylan Dog come “Quel che resta di Barry”, scritto e disegnato dallo stesso Sime (così lo chiamano gli aficionados), in cui orrore e umorismo nero si fondono in maniera perfetta e Groucho è in forma come non mai. Tuttavia c’è anche un Gigi autore completo di graphic novel memorabili, come “Gli occhi e il buio” (2007) o come “Stria” (2011), in cui sono chiari il grande lavoro di documentazione e il livello colto della narrazione, ma anche il desiderio di offrire una fruizione alla portata di tutti o, come si diceva una volta, nel solco del “popolare d’autore”. Tutte caratteristiche che si ritrovano ne “La corsa del lupo”, una storia uscita originariamente nel 2019 sui numeri 76, 77 e 78 della collana bonelliana “Le Storie” (distribuita in edicola) e cinque anni dopo raccolta in unico volume cartonato. Il raccontoè  inserito nella realtà storica dell’occupazione nazista dell’Italia, della guerra di liberazione e della Resistenza, ma anche degli anni di poco successivi, arrivando a comprendere le attività dell’organizzazione Odessa e gli esordi della Mille Miglia. Protagonista in negativo un ufficiale tedesco, Hans Weissmann, soprannominato “Il Lupo”, incaricato dalle SS di dare la caccia a un cimelio storico, la corona di Re Erode, ritrovata a Gerusalemme nel 1931, ritenuta maledetta, finita nelle mani di trafficanti e naturalmente desiderata da Adolf Hitler, nel quadro del “nazismo magico” alla base anche del primo film di Indiana Jones. Protagonisti in positivo, un piccolo gruppo di partigiani che a loro volta cercano di vendicare le vittime dello spietato Weissmann. Se non fosse riduttivo, verrebbe da dire che il fumetto si gode come un film, perciò diciamo che ci sono film appartenenti allo stesso genere che non emozionano come “La corsa del lupo”. E le emozioni non nascono soltanto dalle scene adrenaliniche di combattimenti, corse in automobile, fughe e inseguimenti, ma anche dalla consapevolezza che molti elementi (le impiccagioni, le fucilazioni, i rastrellamenti, i tradimenti) sono parte della Storia con la “S” maiuscola”.

 

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