Tiziano Sclavi
Werther Dell’Edera
LE VOCI DELL’ACQUA
Feltrinelli Comics
2019, brossurato
100 pagine, 16 euro
Werther Dell’Edera
LE VOCI DELL’ACQUA
Feltrinelli Comics
2019, brossurato
100 pagine, 16 euro
“La prima graphic novel firmata da Tiziano Sclavi”, recita la scritta in quarta di copertina. Non so se altri fumetti di Sclavi come “Là, nel selvaggio West” o “Roy Mann” possano essere considerati “graphic novel” precedenti, ma certamente “Le voci dell’acqua” lo è di più, perlomeno nell’accezione del termine che va per la maggiore. Allo stesso tempo, il volume illustrato da Werther Dell’Edera rispecchia, in ogni singola sequenza, la personale e disperata poetica, intrisa di umorismo nero, dello sceneggiatore pavese così come si è sempre manifestata dalla creazione di Dylan Dog in poi, ma con prodromi anche precedenti. Stravos, “perché è così che si chiama il nostro personaggio”, è l’unico senza ombrello in una città su cui piove sempre, e si muove fra gli altri che invece l’ombrello ce l’hanno e sembrano non accorgersi di niente, neppure dell’arrivo degli alieni. Lui invece sente le voci, ma “solo quando scorre l’acqua”. “Si chiama schizofrenia”, gli dice un amico neurologo. E aggiunge: “Non esistono veri farmaci per la schizofrenia, si usano gli antipsicotici, anche se con scarsi risultati”. Stravos getta la ricetta appena uscito dallo studio del medico, ma il mondo attorno a lui, quello che non sente le voci, non sembra meno psicotico di lui. Lungo il suo vagare senza un motivo (“continua ad andare in un ufficio nella compagnia di assicurazioni di cui è un impiegato, ma non sa perché lo fa”) incrocia personaggi anonimi che vanno incontro a destini assurdi, e sogna di sorvolarli osservando dall’alto “questo oscuro mondo d’angoscia, questo nero universo di dolore”. Stravos è evidentemente (in un racconto in cui però niente è evidente) vittima di un difetto dell’evoluzione: “sapere di dover morire è un tragico errore biologico che porterà inevitabilmente all’estinzione dell’umanità”. C’è chi si ripara sotto l’ombrello delle illusioni e crede alle promesse fatte per sempre, e chi disilluso capisce che “anche sempre ha una fine”. E’ questo che dicono le voci dell’acqua, forse.
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