Augusto Rasori
Giorgio Sommacal
Laura Stroppi
RAPA & NUI
Sbam!Libri
2017, brossurato,
80 pagine, 9.50 euro
Viva le strisce! Viva le riviste di carta che le pubblicano! Viva gli editori di carta che le raccolgono! Essendo il sottoscritto cultore di strip, ed essendomi anche molto divertito a leggere "Rapa & Nui", ben volentieri ho accettato l'invito a scrivere l'intriduzione di questi libro (che inaugura, con altri due, una collana di volumi a fumetti destinati alle librerie pubblicati da Sbam!). Ecco un estratto di quel che ho scritto.
Così come le faccine di Internet esprimono giudizi sul mondo, così i faccioni dell’Isola di Pasqua scrutano l’orizzonte degli eventi (che è anche il nome del bordo estremo di un buco nero, perfetta metafora della realtà che collassa su se stessa e ci rinchiude in una gabbia, la Rete, da cui non si può più uscire). Augusto Rasori, lo sceneggiatore (un autore del gruppo di "Lercio"), Giorgio Sommacal e Laura Stroppi (matite il primo, chine la seconda, ma a volte lui da solo a volte lei da sola – e non si nota la differenza, tanto per dire quanto una coppia possa essere unita e affiatata nel lavoro come nella vita), dal canto loro ci mettono tutta l’espressività fumettistica e fumetto da di cui sono capaci, e sono capaci parecchio. Nasce così una striscia, Rapa & Nui, appunto, pubblicata ininterrottamente su “Skorpio” dal 2012. Una rivista su carta: evviva, ne esistono ancora (del resto sono archeologia anche le sculture in pietra). Rapa è viscerale e lunatico, grande amante della birra, mentre Nui è più pacato e riservato: su Internet si esporrebbe di meno. Certo, anche la vita dei commentatori da panchina o da divano qualche volta si movimenta: arriva un DM su Twitter o un messaggio privato su Facebook, un bel flame su Facebook piuttosto che un tête-à-tête fra followers: così nella striscia dei tre fanno capolino altri personaggi: la patella Gladys perdutamente invaghita di Rapa, il gabbiamo giramondo Jonathan (il cui cognome non è noto, ma sarà inevitabilmente Swift), i sassi Mike e Bill, il pinguino ipocondriaco Felix. E c’è anche un anonimo e irriducibile detrattore epistolare, dato che nella vita i detrattori non mancano (e non muoiono) mai. Sono loro i veri monoliti che passano la vita giudicando tutto ciò che si muove nel raggio del visibile e non di rado dell’invisibile. Altro che Moai.
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