giovedì 4 febbraio 2016

TEX SECONDO LETTERI




Sto portando avanti, da alcuni mesi, una serie di incontri nelle librerie italiane intitolate “Moreno Burattini presenta quattro libri”. Ho cominciato con due date a Milano (una, peraltro, presso il Megastore Mondadori di Via Marghera), per proseguire poi con Firenze, Bologna e Viareggio, mentre sono in programma eventi a Prato e Pistoia (in attesa di altre presentazioni in primavera). Uno dei quattro titoli che sottopongo all’attenzione del pubblico tra una facezia e l’altra tratta dai miei “Utili Sputi di Riflessione”, è il saggio scritto con Stefano Priarone “Tex secondo Letteri”, edito da Allagalla. 


Di Guglielmo Letteri, io e Stefano ci eravamo già occupati nel 1998 compilando i testi del catalogo di una importante mostra organizzata a Lucca da Antonio Vianovi. All’epoca, il disegnatore era ancora vivo (lo sarebbe rimasto fino al 2006) e ebbi modo di incontrarlo, fargli una lunga intervista, conoscerlo bene e ricevere da lui attestati di stima e di simpatia prima, durante e dopo la preparazione del libro, intitolato "Guglielmo Letteri & Tex - Omaggio a un Maestro dell'Avventura".



Nell’avvicinarsi del decimo anniversario della scomparsa del disegnatore, io e Priarone abbiamo proposto ad Allagalla di affiancare al saggio di Roberto Guarino sull’opera nizziana, “Tex secondo Nizzi”, un altro titolo che avrebbe potuto dare il via a una vera e propria collana dedicata ai principali autori di Aquila della Notte, appunto “Tex secondo Letteri”. L’idea era quella di riprendere in mano il testo del vecchio catalogo, allungandolo con nuove notizie e ampi approfondimenti, tenendo conto anche delle opere che il disegnatore romano aveva realizzato tra il 1998 e il 2006. Alla fine il testo proposto è risultato lungo il doppio del precedente da cui eravamo partiti. 

Allagalla non soltanto ha fatto un gran lavoro grafico corredando il saggio con un gran numero di immagini (comprese alcune rare foto), ma anche ottenuto di poter pubblicare in appendice due storie a fumetti che precedono l’arrivo di Letteri a Tex mostrando però la maturità già raggiunta dal suo tratto, quella che gli valse l’arruolamento nella squadra da parte di Giovanni Luigi Bonelli e di suo figlio Sergio. 

Giovanni Luigi Bonelli, peraltro, autore di uno di questi due racconti: “Rick Master”, pubblicato a suo tempo su un volume datato 1968 della “Collana Rodeo” ma risalente ad alcuni anni prima.  L’altro racconto è un episodio di Pecos Bill del 1963, uno dei cinque realizzati per questo personaggio da Letteri, appena rientrato dall’Argentina dove aveva lavorato con Pratt e il gruppo dell’Asso di Picche. Il volume è stato presentato a Lucca Comics 2015.

Nel dividerci e ruoli, io e Priarone abbiamo scelto di mantenere separati i nostri rispettivi contributi: mie sono la ricostruzione storico-biografica e l’analisi dell’evoluzione stilistica del disegnatore, di Stefano è la disamina puntuale di ogni singola storia texiana di Letteri. Mio il merito del sottotitolo  di cui vado orgoglioso: "Donne, magia e polvere da sparo". 

Sono molte, credo, le cose poco note riguardanti Letteri di cui si parla nel nostro libro, a cominciare dal suo talento di chitarrista jazz (era così bravo che avrebbe potuto percorrere una carriera del tutto diversa e di grande successo, ad altissimi livelli, anche in campo musicale), ma anche sui suoi anni argentini o sull'attività di un fratello, Giorgio, anche lui disegnatore molto attivo sul mercato inglese ma pochissimo pubblicato in  Italia. 

Hugo Pratt, Guglielmo Letteri e Ivo Pavone

Mi rendo conto, proseguendo la mia attività di saggista, di stare via via pagando alcuni debiti accumulati durante la mia infanzia: ho infatti scritto le biografie di Gallieno Ferri, Giovanni Ticci, Guido Nolitta e adesso Guglielmo Letteri, cioè di quattro autori che hanno segnato la mia vita. Spero di poter continuare perché la lista dei creditori è lunga. Qui di seguito troverete una delle due prefazioni del volume, quella firmata da Mauro Boselli (l’altra, altrettanto interessante, è di Claudio Nizzi): la pubblico perché dice un bel po’ di cose che mi sento di sottoscrivere. 




IL MIO DISEGNATORE PREFERITO
di Mauro Boselli

Mitla, il Diablero, Lucero, Esmeralda, El Morisco: bellissime donne, nemici tenebrosi, preziosi alleati di Tex... sono soltanto alcuni dei personaggi che mi vengono subito in mente quando penso all’eredità lasciataci da Guglielmo Letteri. Ho cominciato a leggere le avventure di Aquila della Notte alla fine degli anni Cinquanta, ancora prima di varcare la soglia della scuola elementare. Come si sa, a quell’epoca sugli albi a striscia c’era solo il segno inimitabile di Galep, che veniva coadiuvato talvolta dalle matite (ora più spigolose, ora più tondeggianti) di altri collaboratori che in seguito avrei imparato a identificare come Muzzi, Uggeri o Gamba, di cui già allora ero comunque in grado di distinguere gli interventi. Fu grande la mia sorpresa quando, poco tempo dopo, mi accorsi di una nuova mano, quella dell’autore di una meravigliosa storia ambientata a San Francisco, sulla Costa dei Barbari, tra squali e barracuda. Il suo tratto, per me, era fluido, evocativo e trascinante al pari di quello del grande Aurelio Galleppini. Quella fu la prima storia di Letteri su cui avevo messo gli occhi e da quel momento il disegnatore romano divenne il mio artista di Tex preferito. Trovavo soprattutto insuperabile il suo Carson, grazie a quella straordinaria espressività di cui Guglielmo era capace di dotarlo, con mimiche facciali ora ironiche ora burbere, ma sempre irresistibilmente simpatiche, durante i battibecchi con il pard, quando, durante una cavalcata, un bivacco o dopo un imprevisto bagno in un fiume, i due amici si concedevano (e concedevano a noi entusiasti lettori) quelle pause di vita vissuta e di dialoghi spumeggianti in cui Gianluigi Bonelli era maestro. Letteri mi sembrava il perfetto interprete dell’immaginario fantastico bonelliano, tant’è vero che tutti gli riconoscono un particolare talento nel rendere al meglio le atmosfere e le situazioni  magiche e misteriose, tenendole tuttavia ancorate a un sano e robusto realismo: caratteristiche queste che si ritrovano entrambe nel suo personaggio più famoso, El Morisco, il saggio curandero esperto in ogni scienza occulta (di cui a lungo ebbe l’esclusiva). Quando finalmente coronai il mio sogno e divenni sceneggiatore di Tex, fu con grande gioia che ricevetti l’incarico di lavorare con il disegnatore preferito della mia giovinezza. Non fu cosa facile, perché Guglielmo non aveva, notoriamente, un carattere semplice e spesso ricevevo da lui lunghe lettere scritte a mano in cui senza mezzi termini mi rimproverava per aver scritto una scena troppo complicata. Una volta storse il naso di fronte alla mia scelta di far cenare Carson in un ristorante di pesce di New Orleans, perché avrebbe dovuto disegnare troppe posate accanto al piatto! Naturalmente scrissi per lui alcune storie magiche e fantastiche e insieme inventammo un passato per El Morisco. Spero dunque di aver contribuito nel mio piccolo ad allargare ancora di più il lascito di emozioni che il grande Guglielmo Letteri ha lasciato in tutti noi.

1 commento:

  1. Sarò banale, ma secondo me Letteri sta a Galeppini come Donatelli sta a Ferri. XD
    Anche a me il tratto del buon Guglielmo è sempre piaciuto e riusciva a rendere al meglio le atmosfere delle storie del Morisco o una con la malavita cinese come "L' artiglio ha colpito"! Ma anche un giallo come "Orrore" o "La minaccia invisibile", esordio tra l' altro, ho scoperto, di Boselli! XD
    Chissà com' era "contento" di disegnare quel malloppone de "Gli uomini giaguaro". XD Magari si chiedeva: "Ma Sergio, non finisci mai!?!" XD Si scherza.

    " Una volta storse il naso di fronte alla mia scelta di far cenare Carson in un ristorante di pesce di New Orleans, perché avrebbe dovuto disegnare troppe posate accanto al piatto!"

    lol

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