venerdì 31 marzo 2023

I PROSSIMAMENTE ZAGORIANI

 

 


 

Diego Fantoni
Giuliano Terzuoli
I PROSSIMAMENTE ZAGORIANI
Zagorianità
brossurato, 2023
258 pagine, p.n.i.


Non ci si finisce mai di stupire della passione che anima i lettori zagoriani frequentatori dei vari forum e gruppi di discussione, o quelli iscritti ad associazioni che si rifanno allo Spirito con la Scure. I più intraprendenti realizzano da anni riviste e pubblicazioni di approfondimento critico, recensioni, interviste, retroscena e anticipazioni o destinate a dare supporto alla ricerca dei collezionisti, ma anche ad appagare la nostalgia dell'infanzia felice che ha benedetto quelli cresciuti con le avventure del Re di Darkwood fra le mani e sotto gli occhi - o magari far riscoprire il sapore degli albi di un tempo ai vecchi lettori. Il volume intitolato "I prossimamente zagoriani", uscito come supplemento della rivista "Zagorianità", raccoglie in ordine cronologiche le strisce conclusive di ogni numero della Collana Zenith dal primo dedicato allo Spirito con la scure (il 52) al 188 (Zagor 137), "Dharma la strega", e dunque dal 1965 al 1976. Che cosa caratterizzava queste strisce di chiusura? La presentazione dell'albo successivo, corredate da una frase enfatica destinata a incuriosire il lettore e da una illustrazione che poteva essere tratta da qualche vignetta o realizzata appositamente da uno dei grafici della Casa Editrice (Raffaele Cormio prima, Luigi Corteggi dopo). Niente di clamoroso, però i lettori leggevano e rileggevano quelle presentazioni, prefigurandosi le emozioni del mese successivo, come guardando il trailer di un film. Fantoni e Terzuoli, pur in mancanza di indicazioni "ufficiali" (i "prossimamente" non erano attribuiti né firmati) attribuiscono con occhio clinico ogni immagine a un autore o stabiliscono la provenienza dei disegni dalla vignetta che veniva anticipata. Impossibile dire se i due ci abbiano azzeccato su tutto, ma ci sono buone probabilità. Non so dire perché dal 1976 in poi i "prossimamente" sono stati fatti diversamente: Fantoni e Terzuoli ipotizzano che per Corteggi l'impegno fosse diventato troppo gravoso con l'aumentare delle pubblicazioni Bonelli di cui doversi occupare, e probabilmente hanno ragione. Vero è che ogni tanto le grafiche di tutte le pubblicazioni cambiano. In ogni caso c'è ancora chi scrive rimpiangendo quelle vecchie e chiedendone il ripristino. La copertina, inedita, è di Roberto Piere. 

domenica 19 marzo 2023

LETTERE DI UNA MONACA PORTOGHESE

 

 


 
Mariane Alcoforado - Milo Manara
LETTERE DI UNA MONACA PORTOGHESE
Nuages
Prima edizione 1997
brossurato - 66 pagine -  lire 35.000

Si legge nei risvolti di copertina: “Fu Mariane, religiosa a Beja, tra l’Estremadura e l’Andalusia, entrata in convento a dodici anni, diventata badessa nel 1709 che, abbandonata dall’amante il conte di Chamilly scrisse le cinque lettere? O fu piuttosto Gabriel-Joseph de Lavargne conte di Guilleragues, nobile guascone alla corte di Luigi XIV, uomo colto e di illustri frequentazioni, noto nel mondo letterario per i suoi brevi componimenti poetici? Forse addirittura aiutato dall’amico Racine? Già alla loro apparizione, nel 1669, le Lettere ottennero un successo folgorante, tale da renderle una moda, un genere letterario. Il loro contenuto avrebbe scatenato uno dei più controversi casi editoriali di tutti i tempi. Non tutti infatti vollero credere alla storia della povera suora che si strugge d’amore e, nello stesso anno della pubblicazione, ci fu qualcuno che avanzò i primi dubbi”. 
Il motivo del successo delle Lettere mi è, francamente, oscuro. Si tratta di testi in cui non si raccontano fatti, privi di erotismo, solo trasudanti di lamenti per un amore perduto e pieni di accenni a sospiri, pianti, lamenti, lacrime versate da parte di una donna abbandonata. Forse fu considerato particolarmente conturbante il fatto che a scrivere fosse (nella finzione o nella realtà) una monaca, ma è vero o non è vero che nel Seicento il vestire l’abito religioso era più o meno una professione o un destino non più duro di altri, e che dunque era abbastanza comune che anche frati e suore avessero una loro vita sessuale? Per assurdo, la cosa potrebbe scandalizzare più adesso in cui certe pratiche sembrano del tutto bandite dai conventi. In ogni caso, i testi, fortunatamente brevi, sono oltremodo noiosi, anche se non privi di un garbo letterario che serve però solo ad annoiare ancora di più, privando le lettere dell’immediatezza che avrebbero avuto se fossero stati scritti in un tono più colloquiale e spontaneo. Ma non è certo la parte letteraria quella per cui le edizioni Nuages hanno pubblicato questo libro. Il testo serve solo a incorniciare sei illustrazioni di Milo Manara. 
Illustrazioni stupende, bellissime, va detto. Stampate su carta ad altra grammatura, riprodotte in modo eccellente, peraltro in copie numerate (la mia è la 1268 su 4000), si tratta di disegni loro sì conturbanti, che aggiungono malizia a un testo che non ne ha affatto. E del resto, Manara renderebbe malizioso anche “Sussi e Biribissi”.

sabato 18 marzo 2023

BUCHI BIANCHI

 
 

 
 
Carlo Rovelli
BUCHI BIANCHI
Adelphi
brossurato, 2023
150 pagine, 14 euro


"Cronache dalla frontiera": così l'autore ha definito questo suo libro in una intervista che ho letto da qualche parte prima dell'uscita. E in effetti Carlo Rovelli, fisico teorico di fama mondiale ma anche abile divulgatore in grado di trovare la giusta misura per parlare a una platea eterogenea (semplici curiosi o iniziati alla materia), dà esattamente l'impressione di fare il punto della situazione su un dibattito fra scienziati ancora in corso. Esistono o no, i buchi bianchi? Se esistono, non sono ancora stati individuati. In ogni caso, sarebbero difficilissimi da individuare, essendo molto piccoli. Però, le equazioni matematiche su cui Rovelli e molti altri in tutto il mondo stanno lavorando da anni sembrano dimostrare l'ipotesi che i buchi neri abbiano una via di uscita, o uno stadio conclusivo della loro esistenza, alla fine di un tunnel che attraversa il tempo. Una stella si accende per la gravità che comprime grandi masse d'idrogeno (i cui atomi sono i più diffusi nell'universo), poi alla fine della loro vita, alcune stelle (quelle con una massa sufficiente) collassano su se stesse creando un buco nero che attira al proprio interno tutta la materia attorno. Rovelli spiega che, all'interno, il buco nero assomiglia a un lungo imbuto che conduce là dove la stella (ciò che ne rimane) è precipitata. E poi? Poi, la matematica (che è in grado di descrivere ciò che accade anche là dove nessun altro strumento può arrivare) sembra suggerire che una sorta di rimbalzo quantico crei un buco bianco, da cui fuoriesce la materia che è entrata: un processo che ai nostri occhi di osservatori dura un tempo lunghissimo, ma che a livello dei quanti è pressoché immediato, dato che il tempo smette di avere senso dentro l'orizzonte degli eventi. Le riflessioni di Rovelli giungono così a dipanarsi anche sull'entropia, sulla direzione del tempo, sulla nostra esperienza di esseri senzienti a cui la realtà appare come essenzialmente non è ("La realtà non è come ci appare" è appunto un altro saggio dello stesso autore, di cui ho parlato qui: http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2020/08/la-realta-non-e-come-ci-appare.html)
 

lunedì 13 marzo 2023

TRATTI IN SALVO

 

 
 
Vittorio Giardino
TRATTI IN SALVO
Rizzoli Lizard
cartonato, 2022
252 pagine, 19 euro


La parola innanzitutto a Vittorio Giardino, dalla sua prefazione intitolata "Ettari di carta e brandelli di vita": "Da tempo pensavo di raccogliere piccole storie, illustrazioni e disegni sparsi, tutte pagine inedite o quasi, pubblicate al massimo su cataloghi di mostre o festival e mai più ristampate. Volevo salvare dall'oblio pagine che giacevano dimenticate in fondo a vecchi cassetti, sepolte sotto montagne di fogli accumulati negli anni". Ecco spiegati dunque il titolo "Tratti in salvo", e il sottotitolo "Storie brevi, illustrazioni, perle ritrovate". Ma c'è di più: ogni tavola tratta in salvo è accompagnata da una didascalia che ne spiega l'origine e, spesso, da un testo, sempre accattivante, che, racconta un aneddoto di vita vissuta: incontri, luoghi, occasioni, sfide accettate (e di solito vinte). C'è perfino a una bellissima "nota a margine della copertina". Sfogliare le pagine del volume, ottimamente stampato da Rizzoli Lizard (carta, colori, grafica, sono impeccabili), è una gioia per gli occhi e per la mente, e ci si confronta ammirati non soltanto con il talento di Vittorio Giardino come autore (e il più delle volte autore completo), ma anche con la sua versatilità in grado di farlo aggirare a suo agio tra illustrazioni a colori così come in bianco nero, tra il noir e l'erotismo, tra la satira politica e il racconto storico, tra scenari di mare così come cittadini. Ci sono anche chicche come una tavola disegnata a quattro mani con Magnus, o quelle con Tex e Martin Mystère, o l'intera storia breve di Diabolik (visto da lontano), e poi gli omaggi a Carl Barks, Bonvi, Silver, Hugo Pratt. Ogni pagina, una sorpresa. Grazie, Vittorio, per queste meraviglie tratte in salvo. Hai scritto che ce ne sarebbero molte atre da salvare: a quando il secondo volume?

lunedì 6 marzo 2023

KRONIN

 


 

William Protti  
KRONIN
Fara Editore
brossurato, 2017

Fra i frequentatori più assidui della mia pagina Facebook denominata Moreno "Zagor" Burattini c'è il romagnolo William Protti. La passione per Zagor ha contribuito ad alimentare (se non ad accendere) in lui anche la passione per la scrittura - ma anche per il disegno, visto che la copertina del libro che vedete nella foto è sua. Suo del resto è il romanzo di fantascienza distopica "Kronin", edito nel 2017 da Fara Editore.
L'ho letto e ho seguito il poliziotto Ross Andars indagare sul traffico di una nuova droga che permette, a chi la assume, di vedere il proprio futuro. Futuro che in generale non promette niente di buono visto lo scenario apocalittico e da Medioevo Prossimo Venturo prospettato dall'autore per la nostra civiltà (ma c'è una speranza). William ha scritto e disegnato molte altre cose, essendo particolarmente attivo in ambito culturale e artistico.Gli zagoriani si fanno sempre riconoscere.
"Kronin" si può richiedere a https://www.faraeditore.it

mercoledì 1 marzo 2023

LA PALUDE DEI FORZATI

 


 

Moreno Burattini
Mauro Laurenti
LA PALUDE DEI FORZATI
Sergio Bonelli Editore
brossurato, 2023
400 pagine, 15 euro
 
Il 10 febbraio 2023 è uscito il volume “La palude dei forzati”, un brossurato di 400 pagine che raccoglie tutte le quattro puntate in cui venne originariamente pubblicata, nel 2004, una storia destinata a entrare nel cuore di molti lettori e spesso indicata fra le opere migliori sia del sottoscritto (autore dei testi) che del disegnatore Mauro Laurenti (qui all'opera in stato di grazia). L'avventura si svolge fra le paludi della Florida settentrionale e racconta della caccia data a un eterogeneo gruppo di evasi da un penitenziario, ciascuno con una propria storia personale e proprie motivazioni, tra cui c'è anche Elias Duff, un minorato mentale ingiustamente comdannato, e coinvolto suo malgrado nella fuga, che Zagor vuol salvare (e dal quale spera di ottenere utili indcazioni per scagionarlo e incastrare invece il vero colpevole del delitto per cui è stato codannato - vero colpevole che invece trama perché Elias muoia negli acquitrini).  Dopo aver riproposto in volumi da libreria (cartonati e brossurati) un gran numero di capolavori di Guido Nolitta, la Bonelli comincia a ristampare e valorizzare quei racconti che si potrebbero definire "classici non bonelliani". Ho cercato di spiegare (e spiegarmi) il perché del quasi unanime apprezzamento (il “quasi”, in certi casi, è d’obbligo nel rispetto del parere di tutti) nella mia introduzione che correda la pubblicazione, insieme a molte illustrazioni, tra cui alcune inedite. Ecco un breve estratto del testo introduttivo.
 
Secondo Giancarlo Berardi, il creatore di Ken Parker e di Julia, uno insomma che di queste cose se ne intende, “le buone storie sono quelle con dei buoni personaggi”. E’ stato partendo da questo presupposto che, in qualità di sceneggiatore dell’avventura raccolta in questo volume, mi sono sforzato di immaginare un gruppo di eterogenei protagonisti caratterizzati quanto meglio  mi fosse riuscito.  Così, se “La palude dei forzati”, uscita originariamente in quattro albi di Zagor pubblicati tra l’aprile e io luglio del 2004,  è una buona storia (mi permetto di dirlo sulla scorta di un diffuso giudizio al riguardo, raccolto nel corso degli anni tra i lettori e gli addetti ai lavori) è soprattutto merito dei buoni personaggi che le danno vita e spessore, grazie all’intrecciarsi dei destini di numerose figure, ognuna delle quali è dotata di una personalità da approfondire, di un background di antefatti da raccontare, e di un ruolo ben preciso da far interagire, come in un meccanismo di ruote dentate all’interno di un orologio, con quello degli altri. 
 
A valorizzarle contribuisce anche il fascino del racconto carcerario: si possono fra le vignette i miei rimandi a due grandi romanzi (e altrettanto grandi film), “Papillon” e “Il miglio verde”, i cui spunti sono stati comunque rielaborati in maniera, credo, tutto sommato originale. Ma non c’è solo il tema del penitenziario e dei forzati in fuga. Ci sono gli indiani, c’è un giallo, c’è una interessante figura femminile, c’è perfino un po’ di paranormale. Senza dubbio hanno contribuito al successo dell’avventura gli straordinari disegni di Laurenti, bravissimo in molte scene difficili da disegnare ma soprattutto artefice di una superba e dinamicissima realizzazione proprio di Zagor.
 
Si diceva del fascino delle storie carcerarie e di quelle con evasi in fuga. Ci sono storie di prigionieri e di evasioni anche nella serie di Zagor. Guido Nolitta fa fatto rinchiudere il Re di Darkwood in una prigione di massima sicurezza, il sinistro carcere di Hellgate, detto “L’Inferno dei Vivi” (1965). Quell’episodio conteneva tutti gli elementi che caratterizzano le storie ambientate dietro le sbarre, dove ogni uomo si trova a dover fare i conti con una realtà alienante e violenta in cui è facile perdere, prima della vita, la propria dignità e il proprio equilibrio mentale, abbrutendosi, soprattutto per chi è, o si ritiene, innocente e vittima di una ingiusta detenzione. Sempre su Zagor, Alfredo Castelli ha sceneggiato una storia intitolata "Gli aguzzini" (1982) in cui lo Spirito con la Scure si facrinchiudere volontariamente nel penitenziario di "Fort Concrete" per svolgere un'indagine, ma anche ha scritto nel 1980 anche una lunga avventura di Mister No ispirata a “Papillon”, dal titolo “Relitti Umani” in cui Jerry Drake viene ingiustamente rinchiuso nel bagno penale dell’isola di Approuague. In precedenza, era toccato ad Aquila della Notte finire vittima di un complotto, in una classica storia di Giovanni Luigi Bonelli, “La cella della morte” (1976). Ma anche in “Fuga da Anderville”, ambientata in flashback ai tempi della Guerra di Secessione, il giovane Tex deve fuggire da un campo di prigionia sudista in una storia scritta da Claudio Nizzi nel 1989.  E, addirittura, la saga di Ken Parker si è momentaneamente interrotta proprio con Lungo Fucile costretto a scontare una lunga detenzione: “I condannati” (1994) è appunto un racconto di Berardi di ambientazione carceraria. Per finire, anche Cico è finito in prigione: lo Speciale “Cico galeotto” (1996) è una vera e propria parodia, in chiave umoristica, di tutti i “topoi” letterari del genere.