sabato 16 aprile 2022

YOKO TSUNO: ALL’INSEGUIMENTO DEL TEMPO

 
 
 
 
 


Roger Leloup
YOKO TSUNO: ALL’INSEGUIMENTO DEL TEMPO
Nona Arte
Cartonato, 2021
180 pagine, 34.90 euro


“All’inseguimento del tempo” è il terzo volume di una collana che si propone di pubblicare in Italia l’edizione integrale della saga di Yoko Tsuno, composta da venticinque episodi, destinati a venire riuniti tre per volta. Edizione integrale ma non cronologica, dato che le tre avventure raccolte in questo cartonato non sono uscite una dopo l’altra nell’edizione originale franco-belga della Dupuis, ma rispettivamente nel 1981, nel 1988 e 1994. C’è però un fil rouge che le collega giustifica la proposta in un unico volume: tutti e tre gli episodi raccontano di viaggi nel tempo. Prima di arrivare a parlarne in dettaglio, presentiamo Yoko Tsuno, la protaginista. Si tratta di una deliziosa (e secondo me perfino sexy) giapponesina creata da Roger Leloup (classe 1933), cartoonist belga già collaboratore di Hergé (il papà di Tintin). Yoko Tsuno, ingegnere elettronico di origini nipponiche ma naturalizzata in Belgio, che non disdegna di fare da modella e lavorare a documentari per la TV, nacque nel 1968 come personaggio secondario della serie “Jacky et Celestine”, ma due anni dopo si guadagnò una collana tutta sua pubblicata da Dupuis, a puntate, sulla rivista “Spirou” a partire dal numero del 24 settembre 1970. Le sue avventure sono ambientate ai giorni nostri un po’ in tutto il mondo e dimostrano la grande attenzione dell’autore per la tecnologia e la scienza e nella ricostruzione di ambienti naturali e architettonici. La grande passione di Leloup per gli aerei e i treni è dimostrata da come sa muovere, in modo credibile e affascinante, mezzi di trasporto reali e immaginari, dagli aerei e dagli elicotteri fino alle astronavi aliene e le macchine del tempo. Per quanto i temi di anticipazione e il futuribile siano spesso alla base delle affascinanti avventure della giapponesina, tuttavia la materia è trattata con rigore: “la credibilità prima di tutto” dichiara l’autore. Tra i 1972 e il 1992 alcune storie di Yoko Tsuno sono state tradotte e pubblicate in Italia dalla rivista “Il Messaggero dei Ragazzi” (nota anche come Mera), ed è su quelle pagine che io, personalmente, mi sono imbattuto nel personaggio, innamorandomene all’istante, sia per le storie avventurose e fantascientifiche raccontate e illustrate in modo coinvolgente, grazie a testi e disegni maturi pur se rivolti a un target adolescenziale, sia per la personalità e l’avvenenza della protagonista. Nei tre episodi incentrati sui viaggi nel tempo proposti in questo volume, oltre ai soliti compagni d’avventura che abitualmente troviamo al fianco di Yoko (Vic e Pol, audace il primo, comico il secondo), compare anche una ragazza, Monya, che è ultima terrestre rimasta in vita nel XXXIX secolo, giunta nei nostri giorni per impedire, cambiando il corso della Storia, la fine del mondo nel 3872. E’ quanto raccontato nella prima avventura, “La spirale del tempo” (1981). “Il mattino del mondo” (1988) vede i nostri eroi raggiungere Bali nel 1359 per liberare una danzatrice destinata a una orribile sorte (per colpa di un oggetto incautamente sottratto dal suo tempo), ritrovandosi però coinvolti nella catastrofica eruzione di un vulcano. “L’astrologo di Bruges” (1994) ricostruisce, con certosina documentazione, la realtà delle Fiandre nel 1545, là dove Yoko e i suoi amici si recano per recuperare una fiala che potrebbe scatenare la peste nera ai nostri giorni. Se non conoscete la giapponesina di Leloup, ecco un’occasione per incontrarla.

giovedì 14 aprile 2022

E’ UNA VITA CHE TI ASPETTO



 

Fabio Volo

E’ UNA VITA CHE TI ASPETTO

Mondadori

brossurato, 2003

180  pagine -  Euro 13,00

Non è proprio un romanzo. Insomma, perché un libro sia un romanzo dovrebbe avere una trama. Dovrebbe succedere qualcosa. Qui invece non succede niente. Se si dovesse giudicare Fabio Volo come scrittore partendo dalla sua capacità di tessere un intreccio, un plot, una fabula, occorrerebbe astenersi, perché non è che la trama non stia in piedi, semplicemente è assente. Non ci sono personaggi (almeno, non ce ne sono che abbiano uno spessore, se non l’io narrante), non ci sono fatti, non ci sono dialoghi. A dire il vero, un minimo di riassunto degli eventi è possibile farlo: Francesco, single milanese affitto da sindrome di Peter Pan, incapace di innamorarsi e  di avere un rapporto vero con gli altri, decide improvvisamente, non si sa bene perché (in seguito a quale trauma o evento epocale, intendo: in realtà solo per un consiglio buttato lì dal suo medico) di cambiare vita e di crescere. Messosi alla ricerca di se stesso, si isola sempre di più per leggersi dentro e capirsi, passa dal tempo pieno al part time, e conosce una ragazza, Ilaria, che senza difficoltà (guarda caso è libera come l’aria e disponibilissima) si innamora di lui e lo fa innamorare. E tutti vissero felici e contenti. In realtà, il libro di Fabio Volo è migliore di quanto possa sembrare giudicando solo dalla quantità di colpi di scena che pure sarebbe bene aspettarsi da ogni romanzo. E’ migliore perché Volo sa scrivere abbastanza bene, è brillante, gradevole, spiritoso. Il suo Francesco  che va alla ricerca di se stesso passa in realtà in rassegna una quantità di situazioni quotidiane in cui tanti, in varia misura, modo e maniera, possono riconoscersi. Niente di particolarmente problematico, per carità, ma è appunto questo che l’autore intende ricercare: la levità di una condizione umana non necessariamente drammatica, eppure fonte di infelicità. Perché il punto è proprio questo: l’infelicità sempre in agguato, anche nella vita di chi non ha figli da mantenere, alimenti da pagare, affitti da saldare, problemi per trovare da scopare, angosce da lavori saltuari o da sottoccupazione. La soluzione proposta da Fabio Volo è essenzialmente new age: cambiare vita facendo un viaggio dentro se stessi, non farsi coinvolgere dallo stordimento a tutti i costi di una esistenza sotto stress, riassaporare la gioia delle piccole cose, scoprire continuamente nuove sorprese nella vita di tutti i giorni. Il tutto ricorda un po’, e scommetterei che Fabio Volo l’ha letto, il romanzo “Dio su una Harley”, in cui si racconta di una infermiera (americana) che, stressata e sull’orlo di una crisi di nervi, ugualmente (incontrando Dio e non il medico di famiglia) decide di ritrovarsi e resettare la propria vita, scoprendo infine la definitiva salvezza in una improvvisa e imprevista storia d’amore. Ci sarebbe molto da obiettare a questa visione edulcorata del mondo, basterebbe chiedere a Fabio Volo di provare a scrivere lo stesso libro con protagonista un Francesco quarantenne con tre figli, un mutuo da pagare e la casa affidata da un giudice alla moglie e al suo nuovo amante. Tuttavia, l’autore è brillante, e, intelligentemente, troverebbe il modo di evitare di impelagarsi in una simile prova.

 

domenica 10 aprile 2022

LA PREISTORIA DI TILT



 

LA PREISTORIA DI TILT
a cura di Alfredo Castelli
Cut-Up
cartonato, 2022
100 pagine, 23.90 euro


Tanto è interessante Alfredo Castelli quando racconta le vicende editoriali di pubblicazioni (a fumetti e non solo) degli anni passati, tanto è divertente il recupero, proposto in questo volume, delle parodie presentate dalla rivista "Tilt" alla fine degli anni Sessanta, di cui appunto l'illustratissima e brillante introduzione del BVZA rende conto e ragione. Gli autori citati in copertina, oltre allo stesso Castelli, sono Marco Baratelli, Mario Gomboli, autori dei testi, e Carlo Peroni, quest'ultimo spiritosissimo e talentuoso disegnatore, in pratica, dell'intera rivista. Di Baratelli si sa poco, perché scomparso giovanissimo in un incidente stradale (chissà quanto altro divertimento avrebbe potuto darci), i nomi degli altri tre sono una garanzia. "Tilt" nacque come una sorta di versione italiana di "Mad", proprio su proposta di Alfredo Castelli che della testata americana era un lettore accanito. Non si trattò di una banale imitazione, beninteso, ma di un prodotto originale con particolarità precipue dovute alle personalità e al talento dei quattro moschettieri che ci cimentarono nell'impresa. Di "Tilt" uscirono soltanto due numeri, poi l'editore Ivaldi ("poco portato per il fumetto umoristico", spiega Castelli) chiuse frettolosamente i battenti dopo aver distribuito tirature troppo limitate per garantire il successo dell'operazione. Peccato, perché c'era da ridere. "Tilt" è rimasta comunque nella storia del fumetto italiano, ricordata da chi la lesse al tempo e da chi potè recuperare in seguito i due numeri. Il volume edito da Cut-Up li ripropone in versione quasi anastatica. Resta il mistero del perché il cartonato si intitoli "La preistoria di Tilt" e si annunci un seguito: se c'è una "preistoria" ci sarà una storia (ulteriore) di cui Castelli si prepara a proseguire la narrazione. Vedremo! Intanto godiamoci le parodie di Diabolik, Charlie Brown, Topolino, Ringo, Sherlock Holmes, Calimero e altri sbeffeggiati ancora di cui tracimano le pagine di "Tilt". Castelli si chiede, in quarta di copertina, se il lettore di oggi può apprezzare e sorridere e battute riferite a personaggi e situazioni di più di mezzo secolo fa. La risposta, per quanto mi riguarda, è sì.

sabato 9 aprile 2022

GLI ULTIMI GIORNI DI QUIETE

 
 

 
 
Antonio Manzini
GLI ULTIMI GIORNI DI QUIETE
Sellerio
brossurato, 2020
240 pagine, 14 euro


Che fareste se foste i genitori di un giovane ucciso da un balordo durante un tentativo di rapina, e dopo cinque anni vi capitasse di riconoscere il suo assassino, condannato per omicidio, già in libertà? Capita a Nora e Pasquale, una coppia di Pescara, che dal giorno della morte del figlio vivono una non-vita quasi in stato catatonico, in preda a ricordi, rimpianti, rimorsi e tanto dolore. Alla scoperta che l'omicida, tale Paolo Dainese, è già libero ognuno dei due reagisce in modo diverso. Pasquale, per quanto uomo inoffensivo, si procura per vie traverse una pistola. Nora scopre dove vive il Dainese e lo segue dovunque. Antonio Manzini è bravissimo a descrivere sia gli accadimenti interiori che agitano i protagonisti (il complesso di paure e di pulsioni, oltre che di reminescenze del passato) sia il susseguirsi di vicende che movimentano la trama, sempre più interessante man mano che la lettura procede. Un noir senza poliziotti nè detective privati, senza metropoli tentacolari e locali notturni, animato da persone comuni, in uno scenario di provincia. Il finale sorprende e porta a destini diversi per Pasquale e Nora.

venerdì 1 aprile 2022

PARLAMI DI LEI

 

 


 

Autrici Varie
PARLAMI DI LEI
W4W e altre associazioni
2022, brossurato
76 pagine, in omaggio


Segnalo un aureo libretto che non troverete in libreria né negli shop on line. Si può ottenerlo solo in regalo rivolgendosi alle Associazioni che lo hanno realizzato o ai Comuni di Colorno, di Sorbolo Mezzani e Torrile, in provincia di Parma. L'operazione è degna di nota a tal punto che mi piacerebbe se venisse presa ad esempio in altre parti d'Italia: se conoscete amministrazioni, enti, organizzazioni in grado di replicarla, suggerite loro l'idea. Di che cosa si tratta? Una decina di associazioni di tre Comuni della "bassa", lungo il Po parmense, si sono coordinate per individuare dodici figure di donne del recente passato (dall'Inizio del Novecento fino alla soglia del nuovo millennio) che hanno in qualche modo lasciato il segno nelle rispettive comunità di appartenenza: quattro di Colorno, due di Mezzani, quattro di Sorbolo, due di Torrile. Una levatrice, una maestra, una ristoratrice, una imprenditrice, una ricamatrice, una partigiana, una deportata ad Auschwitz, una insegnante di ballo liscio, una "zia" di tutti in parrocchia, e così via. Donne coraggiose, forti, che in tanti ricordano come esempio di gentilezza, di umiltà, di saggezza, di dedizione. Nove donne di oggi si sono incaricate di cercare i famigliari e chiunque potesse raccontare qualcosa su di loro, raccogliendo foto e testimonianze. Ne sono venuti fuori dodici ritratti vivissimi, commoventi, entusiasmanti. Leggendoli si capisce l'importanza che certe persone rivestono nelle loro comunità, e soprattutto del ruolo fondamentale che hanno ricoperto le donne, anche negli anni passati in cui sembrava che dovessero mostrarsi dimesse e magari a capo chino: parlare di loro serve a schiarire le idee anche a chi oggi le vorrebbe così.
Un plauso dunque alle nove autrici e a chi le ha coordinate, e anche alla Regione e al Ministero che hanno finanziato l'iniziativa permettendo la stampa e la distribuzione gratuita del libro.