IL RACCOMANDATO di Wilkie Collins Polillo Editore 2013, brossurato, 60 pagine, 6.90 euro
La benemerita collana "I bassotti" della Polillo è una serie tutta dedicata al giallo classico angloamericano, soprattutto quello tra il 1920 e il 1940, e pubblica romanzi semisconosciuti in Italia, o difficili da trovare, accanto a quelli di autori molto noti. "Il raccomandato", centotrentasettesimo titolo della serie, è un testo assolutamente insolito. L'autore, Wilkie Collins, è uno fra i più popolari romanzieri inglesi dell'Ottocento (paragonato spesso, quanto a popolarità nel suo tempo, a Charles Dickens) ma anche uno fra i primi giallisti della storia: il suo "La pietra di luna" è considerata la prima "detective novel" perché inserisce la figura del poliziotto indagatore, il sergente Cuff. Ma c'è dell'altro a rendere particolare "Il raccomandato": innanzitutto la sua brevità (meno di cinquanta pagine); poi, il fatto che si tratti di un romanzo epistolare (la storia viene raccontata attraverso una serie di lettere fra mittenti e destinatari diversi); infine, colpisce l'umorismo, leggero e satirico, che pervade la vicenda, decisamente minimale (non c'è nessun delitto), e si prende gioco del protagonista, il giovane e presuntuoso poliziotto Matthew Sharpin. Costui è un "raccomandato", cioè fatto entrare in Polizia per le pressioni di altolocati. L'ispettore capo Theakstone gli affida, suo malgrado, le indagini relative a un furto. Sharpin affronta il caso con supponenza e arroganza, convinto di poterlo risolvere in quattro e quattr'otto. Invece, capisce fischi per fiaschi e finisce per imbastire un castello accusatorio ridicolo contro un innocente, basandosi su una sua grottesca ricostruzione dei fatti. Un poliziotto più anziano ed esperto chiarisce l'equivoco e scopre il vero colpevole: Sharpin viene allontanato fra le pernacchie.