Massimiliano Parente
Giorgio Vallortigara
LETTERE DALLA FINE DEL MONDO
La nave di Teseo
2021, brossurato
288 pagine, 18 euro
Scrive Massimiliano Parente a pagina 250: "Se questo nostro epistolario diventerà un libro, mi aspetto già le critiche che gli saranno mosse, perché a recensirlo saranno comunque persone credenti, letterati credenti, scienziati non credenti ma che non vogliono offendere le credenze, e comunque irreparabilmente ottimisti, oppure ruffiani. Tu te la caverai, perché hai un linguaggio gentile che sembra (sembra!) lasciare delle aperture, io no, perché non ho mezzi termini, e dunque sarò definito, come sempre, nichilista, materialista, eccetera, tutte queste belle invenzioni degli spiritualisti (sebbene non abbia mai visto uno spiritualista dire le sue idee spiritualiste facendo a meno della materia del suo cervello)". E in effetti è così: benché entrambi (uno scrittore che voleva essere uno scienziato e uno scienziato che voleva essere uno scrittore) siano su posizioni simili riguardo al trascendente (Vallortigara è autore anche di un saggio, "Nati per credere", in cui si studiano i meccanismi biologici della fede), il modo di porsi e proporsi dei due è differente. Parente è sempre lo straordinario e irrefrenabile polemista di "Scemocrazia" (ne ho parlato qui http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/.../scemocraz...), vittima di un pessimismo cosmico che gli fa sembrare (come dargli torto, del resto?) senza senso l'esistenza umana e il cosmo intero, senza possibilità di appello, e assurdi, se non grotteschi, i peana in onore della vita, da lui intesa come nient'altro che un divenire casuale privo di scopo. Vallortigara, senza cercare di dare alla realtà un senso che non ha, gioca però a fare l'antropologo nel villaggio degli indigeni. Scrive: "Una volta si diceva: o fai l'antropologo o fai il missionario. Se aderisci ai riti della tribù, le credenze le puoi studiare dall'interno (e aderire ai riti non significa riconoscercisi), e questo è il lavoro dello scienziato. Diverso è fare il missionario, il quale le credenze della tribù aspira a cambiarle. Non sono interessato a fare il missionario. Questione di gusti. Mi interessa, e molto, capire perché le persone credono quello che credono, ma non sento alcuna spinta a modificarne le credenze". Vallortigara non crede che la vita abbia un senso a priori, ma che glielo diamo noi perpetuandola. Il senso della vita è viverla. Il dibattito fra i due è vivace e talvolta elettrizzante, con continue citazioni letterarie e rimandi a esperimenti di studiosi riguardanti le convenzioni sociali e le credenze più diffuse (rapporti tra i sessi, atteggiamenti antiscientifici, la morte, l'amore, la bellezza, l'arte), spiegate su basi biologiche. Parente rifiuta di datare le sue lettere con il calendario che conta gli anni dalla nascita di Cristo e lo da dal 1859, anno della pubblicazione de "L'origine della specie" di Charles Darwin, e quindi il 2020 AD diventa il 161 DD. Del resto, come dice Richard Dawkings, più volte citato, di fronte alle eterne domande "chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?" bisognerebbe eliminare tutte le rispose date prima di Darwin. Una lettura stimolante, che invita a leggere la ricca bibliografia a cui rimandano le note.
Giorgio Vallortigara
LETTERE DALLA FINE DEL MONDO
La nave di Teseo
2021, brossurato
288 pagine, 18 euro
Scrive Massimiliano Parente a pagina 250: "Se questo nostro epistolario diventerà un libro, mi aspetto già le critiche che gli saranno mosse, perché a recensirlo saranno comunque persone credenti, letterati credenti, scienziati non credenti ma che non vogliono offendere le credenze, e comunque irreparabilmente ottimisti, oppure ruffiani. Tu te la caverai, perché hai un linguaggio gentile che sembra (sembra!) lasciare delle aperture, io no, perché non ho mezzi termini, e dunque sarò definito, come sempre, nichilista, materialista, eccetera, tutte queste belle invenzioni degli spiritualisti (sebbene non abbia mai visto uno spiritualista dire le sue idee spiritualiste facendo a meno della materia del suo cervello)". E in effetti è così: benché entrambi (uno scrittore che voleva essere uno scienziato e uno scienziato che voleva essere uno scrittore) siano su posizioni simili riguardo al trascendente (Vallortigara è autore anche di un saggio, "Nati per credere", in cui si studiano i meccanismi biologici della fede), il modo di porsi e proporsi dei due è differente. Parente è sempre lo straordinario e irrefrenabile polemista di "Scemocrazia" (ne ho parlato qui http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/.../scemocraz...), vittima di un pessimismo cosmico che gli fa sembrare (come dargli torto, del resto?) senza senso l'esistenza umana e il cosmo intero, senza possibilità di appello, e assurdi, se non grotteschi, i peana in onore della vita, da lui intesa come nient'altro che un divenire casuale privo di scopo. Vallortigara, senza cercare di dare alla realtà un senso che non ha, gioca però a fare l'antropologo nel villaggio degli indigeni. Scrive: "Una volta si diceva: o fai l'antropologo o fai il missionario. Se aderisci ai riti della tribù, le credenze le puoi studiare dall'interno (e aderire ai riti non significa riconoscercisi), e questo è il lavoro dello scienziato. Diverso è fare il missionario, il quale le credenze della tribù aspira a cambiarle. Non sono interessato a fare il missionario. Questione di gusti. Mi interessa, e molto, capire perché le persone credono quello che credono, ma non sento alcuna spinta a modificarne le credenze". Vallortigara non crede che la vita abbia un senso a priori, ma che glielo diamo noi perpetuandola. Il senso della vita è viverla. Il dibattito fra i due è vivace e talvolta elettrizzante, con continue citazioni letterarie e rimandi a esperimenti di studiosi riguardanti le convenzioni sociali e le credenze più diffuse (rapporti tra i sessi, atteggiamenti antiscientifici, la morte, l'amore, la bellezza, l'arte), spiegate su basi biologiche. Parente rifiuta di datare le sue lettere con il calendario che conta gli anni dalla nascita di Cristo e lo da dal 1859, anno della pubblicazione de "L'origine della specie" di Charles Darwin, e quindi il 2020 AD diventa il 161 DD. Del resto, come dice Richard Dawkings, più volte citato, di fronte alle eterne domande "chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?" bisognerebbe eliminare tutte le rispose date prima di Darwin. Una lettura stimolante, che invita a leggere la ricca bibliografia a cui rimandano le note.