domenica 27 novembre 2022

L'ALLEGRA VITA DELLA QUOTA ROSA

 

 


 

Silvia Ziche
L'ALLEGRA VITA DELLA QUOTA ROSA
Feltrinelli
brossurato, 2019
130 pagine, 16 euro

Intelligente, divertente, pungente come al solito, Silvia Ziche. Per non parlare del talento grafico. Ovvero, parliamone pure ma è sotto gli occhi di tutti, voglio dire. Però, questa volta, aggiungerei un aggettivo, sottovoce e fra parentesi: (disturbante). (Disturbante), intendo, dal mio punto di vista di maschio. Oddio, eccomi già a chiedermi se dire “maschio” sia sessista perché presuppone che ci siano delle “femmine” e non so se i due termini siano politicamente corretti. In ogni caso: “L’allegra vita delle quote rosa” è un gradevole manuale sul retaggio del patriarcato nella vita di tuti i giorni, che si rivela subdolo e invasivo più di quanto ci si aspetti o almeno, più di quanto mi aspetto io, che notoriamente ho le fette di prosciutto davanti agli occhi e mi illudo che certe cose non succedano più o non ho la percezione della gravità del problema. Ecco, Silvia Ziche solleva quelle fette nel migliore dei modi possibili, facendoci satira. Mette di fronte, per fare un solo esempio, alla verità della ingiusta scelta che molte donne sono costrette a fare fra la carriera e la maternità (mentre non c’è nessun ostacolo fra la carriera e la paternità). Gli esempi potrebbero continuare, e conforta (un pochino) constatare come la stessa Lucrezia, protagonista buffa e complessata, di fronte ai problemi dei rapporti con gli uomini si trovi in imbarazzo e veda sgretolare (al pari di certi noi maschietti, se “maschietti” si può dire) certezze e convinzioni. Insomma è un momento difficile nelle relazioni fra i due sessi, un punto di passaggio epocale, e Silvia Ziche lo racconta facendoci sorridere amaramente. Alla fine viene proposta una lista di “buoni proposito” per gli uomini di buona volontà. Si comincia con “Leggere più libri di scrittrici e saggiste”: confesso di non essermi mai posto il problema. Ho letto Agatha Christie, Isabel Allende o Elsa Morante perché interessato (interessatissimo) a ciò che scrivevano, mai per stando attento al fatto che fra le mie letture ci dovessero essere quote rosa. “Reagire alle battute sessiste, invece di ridacchiare”: non lo so, si ride di ciò che fa ridere. Se a me dicono che gli uomini hanno un solo neurone o pensano solo al calcio, sorrido senza ritenerlo sessista. Dire che le donna tengono il muso e non si sa perché, viceversa, non è uno scherzo accettabile? Ho sempre ritenuto che ci sia del bello nella libertà di potersi prendere in giro a vicenda. “Interessarsi al lavoro delle scienziate”: io leggo le “Scienze” e mi interesso di tutte le ricerche condotte da staff di uomini e donne, indifferentemente. Immagino che il buon proposito sia riferito a chi abbia dei pregiudizi, ma mi risulta difficile immaginare che persone di normale intelligenza possa averne fino al punto da non ritenere una donna capace di fare la scienziata, l’astronauta, la dottoressa. Insomma, ecco perché leggere “L’allegra vita delle quote rosa” è, oltre che divertente, stimolante: ci fa porre delle domande. Resto con un dubbio: se invito Silvia Ziche a cena, ammesso che accetti, si offende se mi offro di pagare io?

sabato 19 novembre 2022

13

 


 

Nik Guerra
13
Edizioni Di
brossurato, 2022
126 pagine


Del talento di Nik Guerra come illustratore ci siamo già occupati in questo spazio (per esempio qui: https://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2015/11/amara-vervelia-e-cripzia.html ). Il suo personaggio più famoso, Magenta, protagonista di raccolte di pin up e di graphic novel glamour-erotici, è noto anche al di là dei confini nazionali, e compare in alcuni racconti di questa antologia. Perché, appunto, di una antologia di racconti si tratta, tredici per la precisione. Tanti quanti gli sceneggiatori che hanno scritto per Nik una sceneggiatura a fumetti, di genere erotico, tutte di quattro tavole, che poi lui ha illustrato da par suo. Tredici sceneggiatori, peraltro, tra cui figurano nomi insospettabili o davanti ai quali levarsi tanto di cappello (io sono solo l'ultimo fra cotanto senno). Due le donne, che cito per prime: la giallista Cristiana Astori e Cristina Simonelli che, con lo pseudonimo di You Bad Girl ha assistito Nik in tutte le altre sue produzioni. Poi undici uomini, che cito in ordine alfabetico escludendo me: Jordi Bernet, Alfredo Castelli, Marco Delizia, Paolo Di Orazio, Massimo Giacon, Mario Gomboli, Celestino Pes, Pasquale Ruju, Franco Saudelli, Enrico Teodorani. Si noterà la presenza di due illustri disegnatori, che qui figurano come autori di testo: Bernet e Saudelli, messisi in gioco al punto da tirare in ballo rispettivamente Chiara di Notte e la Bionda. Ma anche Marco Delizia e Alfredo Castelli hanno prestato a Nik Guerra due loro personaggi: Ramba e Bloody Mary (la bella tenebrosa della strip “Zio Boris”). Puro horror (come c’era da aspettarsi), il racconto di Paolo Di Orazio e thriller (come poteva essere) quello di Pasquale Ruju. Imprevedibili i finali delle storie di Giacon e Gomboli, Teodorani affida a Guerra la sua pistolera Djustine, Pes sceglie di dedicarsi a Magenta. Di che cosa mi sono occupato io, nel mio racconto “Nato con la camicia”? Diciamo dei modi alternativi di usare la cravatta. Sono partito infatti dall’idea di sfruttare il talento di Guerra non solo in campo erotico ma come fashion designer, attento a usare i capi di abbigliamento come strumenti di seduzione (qui sotto una vignetta). Lieto di far parte dei tredici.
La squadra si allarga a Marco Grasso, autore di brillanti introduzioni a ciascuno dei racconti, e a Loris Cantarelli puntuale prefatore.
 
 

 


venerdì 11 novembre 2022

L’ERA DELLA DISINFORMAZIONE

 

 


 

Autori Vari

L’ERA DELLA DISINFORMAZIONE

Le Scienze

brossurato, 2022

144 pagine

 

Un vero libro del terrore, questa raccolta di saggi allegata al n° 650 della rivista “Le Scienze”. All’inizio della travolgente ascesa dei canali di informazione digitale e dei social sembrava di poter essere ottimisti sui vantaggi che il Word Wide Web avrebbe portato, dando la possibilità a tutti di conoscere e aggiornarsi in ogni luogo del mondo, indipendentemente dal proprio grado di cultura e pressoché gratuitamente, promuovendo la democrazia e la consapevolezza. Presto, però, “è arrivata la doccia fredda”, come scrive Marco Cattaneo, direttore appunto de “Le Scienze”, nella sua prefazione. E prosegue notando come in pochi avessero previsto “che con il passare degli anni il sistema dell’informazione sarebbe entrato in una profonda crisi di contenuti. O meglio, che la libera condivisione di informazione on line avrebbe portato a una crisi del sapere condiviso come quella a cui stiamo assistendo, amplificata dalla facilità di circolazione delle notizie attraverso i social network”. Crisi dovuta al proliferare di siti che diffondono fake news, false informazioni, capitalizzando sul traffico o addirittura manipolando le opinioni e interferendo nella politica degli Stati. L’espansione dei social ha favorito la diffusione senza freni di teorie del complotto, affossando l’intelligenza collettiva e minando la sicurezza con l'incitamento all’odio, creando, per dirla con Claire Wardle, “un nuovo disordine mondiale”. Sono undici gli articoli raccolti nel volumetto, tutti pubblicati su “Le Scienze” tra i febbraio 2016 e il gennaio 2021: i saggisti, italiani e stranieri, esaminano da vari punti di vista i meccanismi attraverso i quali si diffondono le false informazioni, il modo in cui i complottisti si aggregano e autoalimentano le loro opinioni, le “camere d’eco”, il fenomeno dei cosiddetti “bot”, le responsabilità degli algoritmi, e via dicendo. Si propone, nel finale, un “attivismo per la verità” in cerca di una via di uscita. Non so dire se le soluzioni proposte possano dare frutti: personalmente sono scettico e guardo con timore al futuro, rimpiangendo l’occasione mancata. Internet avrebbe potuto migliorarci e sembra, invece, aver tirato fuori il peggio di noi. Non sempre, non dovunque, non comunque, ma i pericoli in agguato mi sembrano terribili.