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martedì 14 agosto 2018

LE AVVENTURE DI GIUSEPPE PIGNATA



Giuseppe Pignata
LE AVVENTURE DI GIUSEPPE PIGNATA
FUGGITO DALLE CARCERI DELL'INQUISIZIONE A ROMA
Sellerio Editore
Terza edizione 1991
Collana La memoria
traduzione di Olindo Guerrini
brossurato - 190 pagine -  lire  10.000


Mosso all'acquisto dalla versione a fumetti realizzata da Magnus e da Tisselli, ho trovato questo libro estremamente gradevole, interessante e coinvolgente, e del resto il lavoro dei due fumettisti di cui sopra ne rende perfettamente il senso e lo spirito Arrivato ad Amsterdam nel giugno 1694  dopo lunghe peripezie durate un anno, Giuseppe Pignata racconta a un anonimo interlocutore la sua incredibile avventura (ma si avanza l'ipotesi che l'interlocutore sia in realtà egli stesso). Le sue traversie cominciarono allorché, nel 1690, Giuseppe Pignata venne arrestato a Roma dall'Inquisizione, e accusato di eresia per aver partecipato ad alcune discussioni di argomento teologico, in casa di amici. Già questo dà il clima dell'epoca. Chiuso nelle carceri della Santa Sede, Pignata attraversò umiliazioni e privazioni da cui riuscì comunque a difendersi grazie alla sua forza d'animo e alla sua inventiva, mai perdendo comunque la fede e sempre rivolgendosi a Dio (colpisce questa sua devozione, nonostante fosse proprio la Chiesa la causa dei suoi guai). Dopo interminabili mesi di prigionia, Pignata viene assolto dall'accusa, ma egualmenre trattenuto in prigione perpetua per penitenza ed espiazione (non si sa bene di che), e soprattutto gli vengono sequestrati tutti i beni (forse è questo il motivo della reclusione). Con il compagno di cella, il protagonista progetta una ingegnosa fuga, che a lui riesce (all'amico no). Si scatena in tutta l'Italia una furibonda caccia all'uomo, ma Pignata, per fortuna e per abilità, riesce a far perdere le proprie tracce pur attraversando sofferenze e patimenti di ogni sorta. Alla fine, dopo essere passato da Messina, arriva a Venezia. Non essendo al sicuro neppure lì, trova infine estremo rifugio in Olanda. La parte finale delle sue avventure, da Venezia in poi, è più noiosa delle altre. Forse perché ormai Pignata può contare sull'appoggio di nobili e ricchi signori che lo vestono e lo riempiono di denari, per cui la sua fuga è meno angosciosa che all'inizio. In appendice al testo, un saggio di Alessandro D'Ancona, molto ben documentato, conferma la veridicità del racconto di Pignata e trova riscontro a quanto egli riferisce: "Da queste testimonianze crediamo che sarebbe impossibile persistere nel dubbio circa la realtà della fuga". Insomma: interessante e coinvolgente.