Giuseppe Pignata
LE AVVENTURE DI GIUSEPPE PIGNATA
FUGGITO DALLE CARCERI DELL'INQUISIZIONE A ROMA
Sellerio Editore
Terza edizione 1991
Collana La memoria
traduzione di Olindo Guerrini
brossurato - 190 pagine -
lire 10.000
Mosso all'acquisto dalla versione a fumetti realizzata da Magnus e da
Tisselli, ho trovato questo libro estremamente gradevole, interessante e
coinvolgente, e del resto il lavoro dei due fumettisti di cui sopra ne rende
perfettamente il senso e lo spirito Arrivato ad Amsterdam nel giugno 1694 dopo lunghe peripezie durate un anno,
Giuseppe Pignata racconta a un anonimo interlocutore la sua incredibile
avventura (ma si avanza l'ipotesi che l'interlocutore sia in realtà egli stesso).
Le sue traversie cominciarono allorché, nel 1690, Giuseppe Pignata venne
arrestato a Roma dall'Inquisizione, e accusato di eresia per aver partecipato
ad alcune discussioni di argomento teologico, in casa di amici. Già questo dà
il clima dell'epoca. Chiuso nelle carceri della Santa Sede, Pignata attraversò
umiliazioni e privazioni da cui riuscì comunque a difendersi grazie alla sua
forza d'animo e alla sua inventiva, mai perdendo comunque la fede e sempre
rivolgendosi a Dio (colpisce questa sua devozione, nonostante fosse proprio la
Chiesa la causa dei suoi guai). Dopo interminabili mesi di prigionia, Pignata
viene assolto dall'accusa, ma egualmenre trattenuto in prigione perpetua per
penitenza ed espiazione (non si sa bene di che), e soprattutto gli vengono
sequestrati tutti i beni (forse è questo il motivo della reclusione). Con il
compagno di cella, il protagonista progetta una ingegnosa fuga, che a lui
riesce (all'amico no). Si scatena in tutta l'Italia una furibonda caccia
all'uomo, ma Pignata, per fortuna e per abilità, riesce a far perdere le
proprie tracce pur attraversando sofferenze e patimenti di ogni sorta. Alla
fine, dopo essere passato da Messina, arriva a Venezia. Non essendo al sicuro
neppure lì, trova infine estremo rifugio in Olanda. La parte finale delle sue
avventure, da Venezia in poi, è più noiosa delle altre. Forse perché ormai
Pignata può contare sull'appoggio di nobili e ricchi signori che lo vestono e
lo riempiono di denari, per cui la sua fuga è meno angosciosa che all'inizio.
In appendice al testo, un saggio di Alessandro D'Ancona, molto ben documentato,
conferma la veridicità del racconto di Pignata e trova riscontro a quanto egli
riferisce: "Da queste testimonianze crediamo che sarebbe impossibile
persistere nel dubbio circa la realtà della fuga". Insomma: interessante e coinvolgente.