Visualizzazione post con etichetta misteri. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta misteri. Mostra tutti i post

domenica 11 settembre 2016

COMPLOTTI, BUFALE E LEGGENDE METROPOLITANE



COMPLOTTI, BUFALE E LEGGENDE METROPOLITANE
UN'INDAGINE SCIENTIFICA
a cura di Massimo Polidoro
Focus
2013, brossurato
210 pagine

Nella sua prefazione, Piero Angela racconta un divertente aneddoto. Durante la presentazione del suo libro "Viaggio nel mondo del paranormale" (1977), un signore lo accostò e gli disse; "Io so perché lei parla solo in modo negativo della parapsicologia: perché durante la sua inchiesta lei ha scoperto che queste cose sono vere e i Centri di Potere (che si servono segretamente di queste energie) l'hanno ora obbligato a dire che non c'è niente di vero, per impedire che la gente venga a sapere la Verità". E nella sua postfazione, Umberto Eco scrive: "La sindrome del complotto è antica quanto il mondo. Quanto la credenza, cioè, in divinità i cui capricci o voleri reggono ogni cosa. Le spiegazioni più evidenti di molti fatti preoccupanti non ci soddisfano e spesso non ci soddisfano perché ci fa male accettarle. Dietro a ogni falso complotto, si cela sempre il complotto di qualcuno che ha interesse a presentarcelo come vero". Se è vero, come si dice, che dietro praticamente a tutto c’è la mano di un invisibile manovratore intento a tessere trame, a manipolare le informazioni e a controllare il corso degli eventi, allora il Cospiratore per eccellenza è Dio, il “grande vecchio” per antonomasia, artefice di quel colossale complotto cosmico che è la Creazione. Oppure è il Diavolo, l’Ingannatore supremo, il cui inganno più grande è quello di far dubitare della sua stessa esistenza. Anche senza voler portare alle estreme conseguenze la convinzione comune che qualcuno stia tramando contro di noi, i paradossi con cui abbiamo esordito dimostrano quanto sia facile sublimare in qualcosa di universale e di trascendente la figura del complottista, di cui da sempre l’uomo sente l’alito sul collo. Per qualcuno, dietro a tutto ci sono gli alieni (sarebbero stati loro a portare la vita sulla Terra per compiere un esperimento scientifico), per altri i servizi segreti americani (i quali si sarebbero addirittura buttati giù da soli le Torri Gemelle), per altri ancora gli Uomini in Nero che cercano di non far divulgare le notizie su Atlantide. Poi ovviamente ci sono i persuasori occulti televisivi, le logge massoniche, i priorati di Sion e l’Opus Dei, mentre è scontato che la morte di John Fitzgerald Kennedy e papa Luciani nascondano segreti irrivelabili (rivelati però da libri e film di grande successo). Per chi crede alle Teorie del Complotto, la Storia non è mai andata così come la raccontano i libri di scuola, e i fatti di cronaca non sono quelli che ci fanno credere i telegiornali. C’è sempre qualcuno, dietro, che manipola la realtà. Manzoni ci insegna che per spiegare le epidemie di peste, nel Seicento si dava la caccia agli “untori” (artefici di una cospirazione di cui comunque sfugge il senso). Nel 1964 lo storico Richard Hofstadter, scrisse un saggio intitolato "The Paranoid Style in American Politics", in cui sosteneva che la convinzione dell'esistenza di complotti ha caratterizzato la storia degli Stati Uniti fin dalla rivoluzione americana. 

Uno dei libri più interessanti sulla Teoria del Complotto è però opera proprio di Umberto Eco. Si tratta de “Il pendolo di Foucault”, romanzo del 1988 che racconta il progressivo scivolare verso la follia di tre membri del piccolo staff di una casa editrice che, volendo varare una collana di libri sull’occulto, finiscono per trovare le prove, apparentemente inconfutabili, di una cospirazione, da loro definita “il Piano” (con la maiuscola), che attraverserebbe tutta la storia dell’umanità. Le tracce del grande complotto vengono dapprima scovate in un misterioso documento che parla dei Templari, ma poi, vorticosamente, tutto finisce per venire compreso in un gioco di strabilianti rimandi alla cabala, ai Rosacroce, ai culti dell’Antico Egitto, che servono per spiegare anche la cronaca più recente. Le prospettive interpretative aperte dal “Piano” sono così vertiginose da far impazzire coloro che ci credono. Scrive Eco: “L'umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull'autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli”. L’uomo è fatalmente attratto dalla paraidolia, cioè la tendenza a vedere qualcosa che abbia un senso anche in quello che non ne ha: per esempio, il riconoscere delle figure nel caos delle nubi. Così, finiamo per spiegare il male con un Cattivo (o un Antico Nemico) che cospira contro di noi. Arrivati in fondo, si scopre che tutto è sorprendentemente molto più semplice: non c’è nessuna grande cospirazione, per la delusione di chi è convinto che l’impresa dell’Apollo 11 sia stata inventata della NASA e che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna. 

Massimo Polidoro, brillante scrittore ed esponente del CICAP (un comitato che ha come scopo quello di "smontare" le bufale pseudoscientifiche), raccoglie in questo libro una trentina di articoli scritti da esperti di varie discipline che smentiscono le più comuni ipotesi di complotto, dal caso Kennedy al segreto di Rennes-le-Chateau, passando per le scie chimiche e le Torri Gemelle. In appendice, il kit per difendersi da soli dalle bufale, chiedendosi sempre qual è la fonte delle affermazioni, come sono state controllate, se ci sono secondi fini, e via dicendo. Liberi tutti di credere alla profezia di San Malachia piuttosto che all'origine aliena dei cerchi nel grano: tuttavia, volendo sentire qualche campana di segno opposto, questo libro è agile e stimolante. 

Nel caso foste interessati, anche io sul mio blog "Freddo cane in questa palude" mi sono cimentato in disquisizioni sull'argomento. Di seguito alcuni link.

sabato 6 agosto 2016

SASQUATCH, ENIGMA ANTROPOLOGICO



SASQUATCH, ENIGMA ANTROPOLOGICO
di Renzo Cantagalli
SugarCo Edizioni
1975, brossurato
210 pagine, 3500 lire

La collana "Universo Sconosciuto" della Sugar, in cui è inserito questo saggio, pubblicava, negli anni Settanta, i best seller di Peter Kolosimo, primo fra tutti "Non è terrestre", su cui hanno sgranato gli occhi i più curiosi della mia generazione. Accanto ai libri di Kolosimo, però, trovavano posto però anche altre indagini sul mistero che poi avrebbero offerto spunti a non finire per la serie di Martin Mystére e oggi vengono saccheggiate dagli autori di "Voyager". Per cui ecco testi sul mostro di Loch Ness, le sculture dell'Isola di Pasqua, la vita oltre la morte e così via. Fra tanti titoli non sfigura questo studio dedicato al Sasquatch, la misteriosa creatura che ha ispirato, oltre a un racconto del BVZM datato 1984, anche uno di Tex (1979) e uno di Zagor (1988). Ma anche molti film, telefilm, cartoni animati,romanzi, brani musicali, documentari, videogiochi e chi più ne più ne metta. "Studio", beninteso, senza valenza scientifica, trattandosi di un onesto lavoro puramente compilatorio, messo insieme rovistando fra un po' tutti gli scritti, le foto e i filmati disponibili all'epoca (oggi il bottino sarebbe stato ancora più ricco), riportando le testimonianze e le opinioni degli studiosi, senza prendere posizione ma mettendo uno accanto all'altro tutti gli elementi perché il lettore possa farsi una propria idea. Cantagalli, comunque, riferisce di aver visitato molti dei luoghi di cui parla e di aver personalmente intervistato alcuni degli abitanti, e c'è da credergli. Il Sasquatch, negli States, viene anche chiamato Bigfoot (ovverosia “piedone”), dato che le impronte del gigantesco scimmione (così viene descritto) rinvenute sul terreno dimostrano infatti come la bestia abbia una pianta podalica grossa il doppio di quelle degli esseri umani, e un peso di diversi quintali, giustificato del resto da una altezza che si aggira mediamente sui due metri e mezzo. Le orme dei piedi, da cui sono stati rilevati degli impressionanti calchi, misurano tra i 40 e i 46 centimetri. Si tratterebbe di un primate bipede dai grandi occhi, senza collo, coperto da una folta pelliccia che varia dal rosso scuro al nero. E’ stato avvistato in tutte le Montagne Rocciose ma soprattutto negli stati di Washington e dell’Oregon. La “caccia al mostro” si scatenò nel 1957, dopo che un certo Albert Ostnam raccontò di essere stato rapito per sei giorni da una di queste misteriose creature, tuttavia i totem dei pellerossa le raffiguravano da molto tempo prima. Anche le cronache dei colonizzatori europei registrano numerosi avvistamenti. La prima risale al 1811, quando l’esploratore David Thompson scoprì delle enormi impronte sulla neve. Da allora in poi è stato un susseguirsi di avvistamenti, in alcuni casi suffragati da foto e video (non in grado però di chiarire il mistero), fino ai giorni nostri. Alcuni scienziati, tra cui l’antropologo Gordon Strasemburg, hanno formulato l’ipotesi secondo cui i Bigfoot potrebbero essere esemplari di ominidi sopravvissuti all’estinzione, forse esemplari di gigantopithecus, una scimmia asiatica di grandi dimensioni. Ma, in generale, tra gli studiosi prevale lo scetticismo. E, se mai foste interessati alla mia opinione in proposito, sono scettico anch'io.