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venerdì 15 ottobre 2021

OCCHI AZZURRI

 
 

 
Arturo Pèrez-Reverte
OCCHI AZZURRI
Solferino
2021, brossurato
80 pagine, 7.90 euro


Convinto come sono che si debba leggere qualsiasi cosa venga pubblicata da Arturo Pérez-Reverte, non mi sono fatto sfuggire questo straordinario libretto, edito da Solferino ma distribuito in edicola quale allegato al Corriere della Sera. Dell'ottantina di pagine di cui consta, soltanto trenta sono quelle del racconto dello scrittore spagnolo che dà il titolo all'agile pubblicazione. Le altre sono dedicate a una puntuale introduzione di Bruno Arpaia (che è anche l'ottimo traduttore) e a tre breve postfazioni, scritte di tre momenti diversi dello stesso Pèrez-Reverte che spiega quali siano le sue considerazioni a proposito della conquista del Messico: impresa deprecabile ai nostri occhi, ma da storicizzare e contestualizzare e soprattutto da valutare considerando il desiderio di riscatto e la disperazione dei singoli che, privi di qualunque futuro in Spagna ne cercavano uno nel Nuovo Mondo, e a pochi andava bene. "Qui è stato prigioniero lo sventurato Juan Yuste", lasciò scritto sul muro di una cella uno spagnolo caduto vivo nelle mani degli Aztechi e giustiziato con tanti altri. In ogni caso i messicani di oggi nascono dalla fusione tra i nativi e gli invasori e non è più possibile separarne i destini. "Occhi azzurri" è appunto la storia (poche ore, in realtà, di una storia più lunga che possiamo soltanto immaginare) di un soldato spagnolo in fuga da Tenochtitlan nella notte tra il 30 giugno e primo luglio del 1520, la "noche triste" della fuga dei Conquistadores dalla capitale azteca in rivolta dopo l'occupazione. Cortés si mette in salvo a cavallo con i suoi capitani, puntando Veracruz (da lui fondata mesi prima sul luogo dello sbarco), mentre al grosso della truppa viene dato il "si salvi chi può". Ci sarebbe stata poi una riconquista da parte degli spagnoli, ma in quel momento gli Aztechi ebbero la meglio. Durante un sua visita al Palacio Nacional di Città del Messico, Pèrez-Revert vide un mural di Diego Rivera in cui una donna india porta sulle spalle un bambino con gli occhi azzurri: "Ho pensato a quanto Rivera riflettesse bene il meticciato e mi sono chiesto se sarei stato in grado di farlo anch'io con un brevissimo racconto". Eccolo, dunque, il racconto: trenta pagine drammatiche e sconvolgenti, in cui uno anonimo conquistador in fuga nella "noche triste" cerca di salvarsi dalla furia degli Aztechi in rivolta e tra le gente di Tenochtitlan che assiste alle esecuzioni dei prigionieri rivede la donna india che sa di aver messo incinta, e spera che il bambino abbia gli occhi azzurri come i suoi.