lunedì 25 luglio 2016

GUIDA AI MIGLIORI (E PEGGIORI) FUMETTI HORROR MADE IN ITALY



GUIDA AI MIGLIORI (E PEGGIORI) FUMETTI HORROR MADE IN ITALY
di Daniele Francardi
Edizioni EUS
2015, brossurato
170 pagine, 15.90 euro

Anch'io, come l'esperto di letteratura horror Stefano Fantelli che firma la brillante prefazione, ho avuto la fortuna di leggere, negli anni, quasi tutti i fumetti di cui parla questo libro. Cioè, i tanti, tantissimi comics dell'orrore realizzati in Italia dagli anni Sessanta fino al 2015 (la seconda edizione del volumetto, dopo una prima tiratura del 2012 andata esaurita, è aggiornata appunto a questa data). Fumetti firmati da grandi autori, fumetti scarabocchiati da incapaci, ma fumetti che hanno fatto rabbrividire, e quindi divertito, generazioni di lettori. Daniele Francardi (Roma, 1981) nonostante la giovane età dimostra di aver recuperato e consultato intere collezioni di testate uscite ben prima della sua nascita e di essere un vero cultore della materia (non a caso ha diretto festival di cinema horror e collane di libri di paura). Tuttavia, il suo approccio alla materia non si può definire accademico. Purtroppo (almeno per le aspettative del sottoscritto), la schedatura alfabetica delle pubblicazioni è piuttosto povera e i commenti dell'autore sono poco più che appunti essenziali (il più delle volte rimandano a gusti personali, anche se non di rado questi risultano condivisibili), non sufficienti a inquadrare le opere nel contesto, e non si stabiliscono gerarchie qualitative. Anche a livello di grafica, il volume lascia a desiderare: l'aspetto complessivo è decisamente misero approssimativo. Sembra più un'autoproduzione a livello fanzinistico che un saggio degno di questo nome. Diciamo che si tratta di un vademecum tascabile che serve a orizzontarsi in un mare magnum, ma certamente sarà altrove che si dovranno approfondire gli argomenti e soddisfare le curiosità. A proposito di curiosità, sorprende che la copertina abbia rilegato il volume alla rovescia (almeno nella copia in mia possesso), cioè alla giapponese. Immagino invece che l'aspetto "maltrattato" della cover sia un effetto voluto. Peccato per le illustrazioni che sono raggruppate fuori testo e non inserite a commento delle singole voci. A proposito di voci, c'è anche Zagor (così come ci sono i personaggi Bonelli che hanno o hanno avuto a che fare con tematiche horror).

1 commento:

  1. Ah, però! Non mancheranno opere valide, ma probabilmente desumo che in quel periodo nel genere si siano raggiunti picchi di trash inarrivabile o quasi! XD

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