sabato 13 maggio 2017

PANE E TEMPESTA





Stefano Benni
PANE E TEMPESTA
Feltrinelli (2009)
Universale Economica 2011
brossurato, 250 pagine, 8.50 euro

Ci sono anche il leggendario Bar Sport e la mitica Luisona, in questo romanzo folle, delirante ed esilarante di Stefano Benni. Anzi, la mission impossible del racconto è salvare il bar, e tutto il paese che lo contiene, dalla speculazione edilizia che lo minaccia. E' proprio il paese, a fare da protagonista, giacché i suoi archetipici abitanti costituiscono un tutt'uno, come accadeva appunto nei borghi di una volta, in cui ciascuno viveva interconnesso alla comunità di appartenenza in cui tutti si conoscevano e tutto era condiviso, con la piazza (e il bar) centro di gravità permanente. 
Montelfo, questo il toponimo della località, è un paese surreale. Non si può pretendere che i suoi abitanti non lo siano, e infatti non lo sono: come le figure di "Conversazione in Sicilia" di Vittorini sono archetipi di un inconscio collettivo. Però, diversamente da Vittorini, Benni scrive il suo apologo con piglio da umorista, mescolando le storie e descrivendo situazioni grottesche fuori da ogni verosimiglianza anche se più vere del vero nella loro allusività. Rispetto a "Bar Sport" il livello di deformazione del reale è molto maggiore (e ai miei occhi questo è un difetto), tuttavia la favola è buffa da ascoltare.
Non tutti i passaggi sono ugualmente divertenti, ma quando lo sono non di rado risultano esilaranti. Ognuno, probabilmente, riderà di scene diverse. A me ha fatto sghignazzare la storia del bar finito in eredità a un parente di città del vecchio proprietario morto travasando il vino: il locale non serve più a mescita e comincia a organizzare happy hours finché i clienti scandalizzati non riescono a riportare tutto a com'era prima. E la nostalgia per "com'era prima" sembra essere la morale dell'ultima pagina, di fronte a un mondo che cambia e distrugge le vecchie comunità.

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