giovedì 14 aprile 2022

E’ UNA VITA CHE TI ASPETTO



 

Fabio Volo

E’ UNA VITA CHE TI ASPETTO

Mondadori

brossurato, 2003

180  pagine -  Euro 13,00

Non è proprio un romanzo. Insomma, perché un libro sia un romanzo dovrebbe avere una trama. Dovrebbe succedere qualcosa. Qui invece non succede niente. Se si dovesse giudicare Fabio Volo come scrittore partendo dalla sua capacità di tessere un intreccio, un plot, una fabula, occorrerebbe astenersi, perché non è che la trama non stia in piedi, semplicemente è assente. Non ci sono personaggi (almeno, non ce ne sono che abbiano uno spessore, se non l’io narrante), non ci sono fatti, non ci sono dialoghi. A dire il vero, un minimo di riassunto degli eventi è possibile farlo: Francesco, single milanese affitto da sindrome di Peter Pan, incapace di innamorarsi e  di avere un rapporto vero con gli altri, decide improvvisamente, non si sa bene perché (in seguito a quale trauma o evento epocale, intendo: in realtà solo per un consiglio buttato lì dal suo medico) di cambiare vita e di crescere. Messosi alla ricerca di se stesso, si isola sempre di più per leggersi dentro e capirsi, passa dal tempo pieno al part time, e conosce una ragazza, Ilaria, che senza difficoltà (guarda caso è libera come l’aria e disponibilissima) si innamora di lui e lo fa innamorare. E tutti vissero felici e contenti. In realtà, il libro di Fabio Volo è migliore di quanto possa sembrare giudicando solo dalla quantità di colpi di scena che pure sarebbe bene aspettarsi da ogni romanzo. E’ migliore perché Volo sa scrivere abbastanza bene, è brillante, gradevole, spiritoso. Il suo Francesco  che va alla ricerca di se stesso passa in realtà in rassegna una quantità di situazioni quotidiane in cui tanti, in varia misura, modo e maniera, possono riconoscersi. Niente di particolarmente problematico, per carità, ma è appunto questo che l’autore intende ricercare: la levità di una condizione umana non necessariamente drammatica, eppure fonte di infelicità. Perché il punto è proprio questo: l’infelicità sempre in agguato, anche nella vita di chi non ha figli da mantenere, alimenti da pagare, affitti da saldare, problemi per trovare da scopare, angosce da lavori saltuari o da sottoccupazione. La soluzione proposta da Fabio Volo è essenzialmente new age: cambiare vita facendo un viaggio dentro se stessi, non farsi coinvolgere dallo stordimento a tutti i costi di una esistenza sotto stress, riassaporare la gioia delle piccole cose, scoprire continuamente nuove sorprese nella vita di tutti i giorni. Il tutto ricorda un po’, e scommetterei che Fabio Volo l’ha letto, il romanzo “Dio su una Harley”, in cui si racconta di una infermiera (americana) che, stressata e sull’orlo di una crisi di nervi, ugualmente (incontrando Dio e non il medico di famiglia) decide di ritrovarsi e resettare la propria vita, scoprendo infine la definitiva salvezza in una improvvisa e imprevista storia d’amore. Ci sarebbe molto da obiettare a questa visione edulcorata del mondo, basterebbe chiedere a Fabio Volo di provare a scrivere lo stesso libro con protagonista un Francesco quarantenne con tre figli, un mutuo da pagare e la casa affidata da un giudice alla moglie e al suo nuovo amante. Tuttavia, l’autore è brillante, e, intelligentemente, troverebbe il modo di evitare di impelagarsi in una simile prova.

 

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