giovedì 11 aprile 2024

JULIAN



 
Carlo Lucarelli
Stefano Fantelli
Marcello Mangiantini
JULIAN
Cut-Up Publishing
2024, cartonato
64 pagine, 23.90 euro


Mi sono sempre chiesto che cosa potessero provare i condannati alla ghigliottina nel momento in cui la lama spiccava loro la testa dal collo. La morte era davvero immediata, come spero, oppure la vittima percepiva, sia pure per un breve momento, la caduta del capo nel cesto? Si sa di esperimenti condotti da studiosi, all’epoca della Rivoluzione Francese, prendendo accordi con alcuni destinati al supplizio, che avrebbero dovuto cercare di comunicare con un movimento degli occhi il perdurare di uno stato di coscienza subito dopo l’esecuzione, e pare che tutte le prove avessero dato esito negativo. Nessuna reazione percettibile. Carlo Lucarelli, apprezzato scrittore noir e famoso giornalista specializzato in cronaca nera, prova a immaginare, in un suo racconto realmente orrorifico prestato a fare da soggetto a una storia a fumetti, che cosa possa succedere a una testa, mozzata di netto da una lama troppo affilata e da un meccanismo lubrificato di fresco, che non perda conoscenza ma anzi, ovviamente per un caso più unico che raro, conservi le percezioni visive e uditive e la capacità di elaborare pensieri. Per sceneggiare il fumetto Lucarelli ha precettato un esperto del genere horror (scrittore a sua volta ma anche fumettista), Stefano Fantelli, il quale si è affidato ai disegni di Marcello Mangiantini, con cui ha stretto sodalizio grazie ad alcune storie, decisamente sopra le righe quanto a cupezza e sangue versato, realizzate insieme per Zagor. Mangiantini, peraltro, è decisamente talentoso quando si tratta di illustrare racconti in costume (il suo primo lavoro fu un graphic novel ambientato nel contesto della Rivoluzione Americana). Ai colori, cupi come conviene, Letizia Castagna. Il protagonista del racconto di Lucarelli e Fantelli si chiama Julian, nome che ricorda, variante grafica esclusa, il Julien Sorel de “Il rosso e il nero”, un altro ghigliottinato letterario, anche se il contesto è quello rivoluzionario pre-napoleonico e non, come in Stendhal, quello della restaurazione post-napoleonica. La storia prende inizio proprio con l’esecuzione di Julian, conseguenza infausta di un suo contrasto con Robespierre. Quel che succede dopo, ovvero le traversie di una testa tagliata gettata in una fossa comune e portata in giro da un topo infilatosi nella bocca è una sorta di scommessa tra gli autori e il lettore, con i primi che puntano sul riuscire a condurre in porto, e a una conclusione soddisfacente, una storia in cui il protagonista non solo non parla, ma non può contare neppure sul linguaggio del corpo, non avendone uno.

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