Silvia Ziche
DIABOLIK… SEMPRE PIU’ SOTTOSOPRA
Feltrinelli
2025, brossurato
140 pagine, 20 euro
DIABOLIK… SEMPRE PIU’ SOTTOSOPRA
Feltrinelli
2025, brossurato
140 pagine, 20 euro
Spiegherò, più avanti, perché non ritengo “Diabolik… sempre più sottosopra” una parodia del Re del Terrore (una, cioè, delle tante) ma qualcosa di diverso e di più interessante. Tuttavia, prima di arrivare a questa conclusione (appena anticipata), bisognerà intenderci su che cosa sia una parodia e tracciare un breve excursus sulle principali “prese in giro” del criminale in calzamaglia, cominciando da una citazione di un autore di parodie illustri, quali “Nonita” (che mette alla berlina “Lolita”), vale a dire Umberto Eco, il quale si disse preoccupato quando si trattò di ristampare appunto il suo divertissement su Nabokov, contenuto in “Diario Minimo”, negli Oscar Mondadori. "Entrando il libro in una collana popolare di vasta diffusione - scriveva - potrebbe cadere nelle mani di chi non è capace di riconoscere a prima vista i modelli a cui le parodie si ispirano". Nel caso delle parodie di Diabolik, il problema non sussiste. Tale è la popolarità del personaggio delle sorelle Giussani, che basta far vedere un tale mascherato con addosso una tuta aderente nera, per far capire immediatamente quale sia il punto di riferimento. E poiché l'umorismo scatena tanta più ilarità quanto più è immediato, ecco spiegato il motivo per cui le parodie di Diabolik sono state tanto numerose nel corso degli anni. Sia ben chiaro: il fatto che in molti abbiano scherzato sul Re del Terrore non significa affatto che il character sia risibile. Significa solo che è estremamente popolare. Eco spiegava infatti: "Non sempre una parodia si esercita su un modello che considera negativo; sovente parodiare un testo significa anche rendergli omaggio". Questo è dunque lo spirito nel quale vanno intese le buffe controfigure di Diabolik inventate a ripetizione dagli Anni Sessanta a oggi, opera peraltro anche di autori di grandissimo livello.
Alla base di tutto c'era, ovviamente, il boom del fumetto nero iniziato con il Diabolik delle sorelle Giussani, proseguito dal Kriminal e dalla Satanik di Magnus & Bunker e ingigantito dalla proliferazione di testate come Sadik, Zakimort, Demoniak e chi più ne ha più ne metta: una vera e propria inflazione di "kappa" infilati da tutte le parti. Come tutti i fenomeni di costume, anche questo si prestò a far da bersaglio a una nutrita serie di parodie: così, proprio mentre sugli schermi cinematografici giungeva la trasposizione in celluloide di Diabolik per la regia di Mario Bava, al serio si contrapponeva il faceto e veniva immediatamente proposta un'altra pellicola, "Arriva Dorellik" in cui Johnny Dorelli scimmiottava in calzamaglia nera il criminale (e il film non faceva che seguire il successo di una serie di sketch televisivi scritti per Dorelli da Amurri e Jurgens in uno show del sabato sera).
Anche nei fumetti i cattivi con la "kappa" cominciarono ben presto a essere oggetto di rifacimenti ilari e dissacranti: nelle avventure di Soldino il Reame di Bancarotta iniziò a essere teatro delle criminali imprese di Malvagik e Crudelia (chiaramente ispirati a Diabolik ed Eva Kant). In questo contesto si va dunque a inserire il diabolico Cattivik, che Bonvi non intendeva però solo come una parodia degli eroi neri allora in voga. "Volevo fare un personaggio per bambini che fosse 'cattivo' in maniera dichiarata - ha spiegato l'autore in una intervista - all'epoca il personaggio più 'cattivo' era il Lupo Pugaciov, il che è tutto dire". Nel 1968, “Tilt”, pubblicò l'avventura "Dentiera di sangue", con protagonista un certo Diabetik. Autori dei testi erano Alfredo Castelli (sempre lui) e Mario Gomboli, i disegni portavano la firma di Carlo Peroni. Nel 1969, perfino i Disney italiani presero spunto dal Re del Terrore per creare il personaggio di Paperinik, alter ego di Paperino. La prima storia, "Il diabolico vendicatore", scritta da Guido Martina e disegnata da Giovan Battista Carpi, comparve divisa in due puntate sui numeri 706 e 707 di Topolino. I riferimenti a Diabolik sono molteplici, e non solo limitati alla "kappa" finale nel nome: basti pensare che, rincorso dalla polizia, Paperinik usa alcuni trucchi nascosti nella sua auto per seminare gli inseguitori. Sembra che alla base del personaggio ci sia stata un'idea di Elisa Penna, redattrice della testata. Martina costruì una storia divertente e intrigante in cui in una villa diroccata, Paperino scova il diario di Fantomius, ladro gentiluomo, e pensa di imitarne le gesta. Del resto, il nome di "Fantomius" fa immediatamente pensare a Fantomas, ergo allo stesso Diabolik . In un paio di occasioni, negli anni Novanta Cattivik si è scontrato con un personaggio chiamato Diavolik, vale a dire con una puntuale parodia (disegnata con efficacia da Giorgio Sommacal) del suo stesso ispiratore. Autore dei testi delle due storie in questione, il sottoscritto. Ricordo che presentando a Silver la proposta del primo soggetto, mi sentii raccomandare: "Diabolik è l'ispiratore di Cattivik, e dobbiamo rendergli omaggio come si deve: bisogna che venga fuori una signora storia!". Sul risultato, come parte in causa, non mi pronuncio. Ma sul fatto che si trattasse di un omaggio frutto di un grande amore verso il Re del Terrore, non ci sono dubbi.
Facciamola breve e arriviamo al 2013 quando, rifacendosi alla grafica e alle dimensioni del tradizionale tascabile di Diabolik, nel 2013 Leo Ortolani e la Panini proposero il Re dell’Errore, “Ratolik”, un esilarante “falso” del Re del Terrore intitolato “Trappola d’amore” in cui si gioca sull’equivoco rapporto fra Ratolik e la sua compagna Ada, abbreviazione di Adamo. E nel 2019 la stessa Astorina distribuì in edicola “L’uomo che non sapeva ridere”, avventura dai toni ilari scritta da Tito Faraci e illustrata da Silvia Ziche, poi riproposta in libreria nel 2021 da Feltrinelli con il titolo “Diabolik sottosopra”. L’esperimento ebbe un successo tale da venire ripetuto: nel 2024 ecco arrivare nei chioschi “Un posto tranquillo”, opera della stessa coppia di autori (peraltro rodata) che un anno dopo giunge in distribuzione libraria come “Diabolik… sempre più sottosopra”, vale a dire il volume a colori che vedete nella foto in apertura. Lo spunto è molto divertente: Diabolik e Ginko, decisi entrambi a prendersi una vacanza per liberarsi dalla reciproca ossessione, si ritrovano, all’insaputa l’uno dell’altro, nello stesso paesino di campagna isolato dal resto del mondo, dove peraltro vengono coinvolti in un caso decisamente misterioso. Vengo al dunque, riallacciandomi a quanto anticipato in apertura, e spiego perché non si tratta, sia nel caso del primo che del secondo racconto “sottosopra”, di vere e proprie parodie.
Il punto è che Diabolik, Eva Kant e Ginko non sono controfigure di loro stessi. Il personaggio in calzamaglia non si chiama Diabetik, Dorellik, Malvagik, Cattivik, Paperinik, Diavolik o Ratolik, ma conserva il suo nome reale. I protagonisti delle due storie vengono presentati come i reali (nella realtà della finzione) Diabolik, Eva Kant e Ginko. Solo che vengono fatte vivere loro avventure divertenti, con mood da commedia, che però non contraddicono le caratteristiche di base dei character. Neppure i toni sopra le righe o sottosopra delle trame si scontrano del tutto con il livello di sospensione di incredibilità richiesto al lettore: credere che il Re del Terrore sia capace di mettere a segno i suoi crimini nei modi proposti dalle sorelle Giussani non è poi troppo più facile che credere alla vacanza di Diabolik e di Ginko nello stesso “posto tranquillo”. In più, la bravissima Silvia Ziche, dimostrando (o confermando) la sua versatilità, utilizza uno stile tutto sommato realistico, o perlomeno non da cartoon. Non fa la caricatura dei protagonisti ma cerca, a mio parere riuscendoci, di raffigurarli quanto più possibile in modo accostabile ai disegni della tradizione, pur staccandosene quanto basta a divertire i lettori. Oltre a “Un posto tranquillo” (120 tavole colorate da Manuela Nerolini, il cui cognome è divertente per una colorista quanto il mio per uno sceneggiatore umoristico) il volume Feltrinelli propone anche due altre storie brevi: “Sense off humor” (8 tavole scritte da Mario Gomboli) e “Non agitare prima dell’uso” (8 tavole scritte da Tito Faraci).
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