PRINCE VALIANT
di Hal Foster
Primo volume (1937-1938)
edizioni ReNoir Nona Arte
2013, 110 pagine,
cartonato, euro 24,90
Grande formato, tutto a colori, carta che cromaticamente dà l'effetto dell'edizione originale sui domenicali americani. Si tratta della nuova traduzione curata da Graziano Romani, che finalmente rende ragione dei testi in inglese in precedenza non italianizzati nel migliore dei modi. Di Romani è anche la traduzione dell'apparato critico iniziale, che offre due saggi molto interessanti: il primo, è la biografia di Harold Rudolf Foster (1892-1982, anni anagrammati) scritta da Brian M. Kane; il secondo, una lunga e rara intervista con lo stesso Foster (autore schivo che quasi mai rilasciò dichiarazioni), di Fred Schreiber. Già queste pagine, riccamente illustrate con foto e disegni, varrebbero il prezzo del volume. Poi però comincia la magia di una saga destinata a durare dagli anni Trenta fino ai giorni nostri (nel 1980 apparve l'ultima vignetta scritta da Foster, ma altri autori, per volontà del creatore, hanno proseguito la serie fino a oggi). Qualcuno potrebbe ritenere che in realtà Foster più che un fumettista sia uno straordinario illustratore, ma sarebbe sbagliato non considerare la sua opera parte della storia del fumetto, perché la mancanza dei balloon e il ricorso sistematico alle didascalie è una precisa scelta stilistica (il disegnatore non voleva che le nuvolette ingombrassero i suoi sfondi o disturbassero le azioni). Le vignette consequenziali di Foster, minuziose nei dettagli, raccontano una storia e caratterizzano personaggi secondo le regole del fumetto, balloon esclusi. Prima del Prince Valiant, l'autore aveva disegnato Tarzan, su testi altrui: ritenendo che le sceneggiature su cui lavorava fossero scadenti, si decise a lavorare su storie proprie, basate su una incredibile e certosina opera di ricerca e documentazione sull'epoca di Re Artù, e sui castelli medievali (argomento su cui Foster ha finito per essere un esperto). Ai nostri occhi di lettori del Ventunesimo secolo, le prime tavole di Prince Valiant possono sembrare datate (oggi racconteremmo le stesse, avvincenti avventure in modo diverso), ma non serve valutare l'opera di Foster nel contesto del suo tempo per apprezzarla: le tavole della saga sono comunque affascinanti e intriganti al massimo grado. Ne veniamo rapiti e non ne usciamo più. Qua e là si colgono vignette che danno un senso di deja vu: ci rendiamo conto che sono servite da modello ad altri fumettisti che hanno scelto Foster come modello. Fu lui a studiare per primo, o tra i primi (un altro fu Alex Raymond), il modo di risolvere i problemi delle ombre, dei movimenti, della resa dell'acqua, e via dicendo. Tanto di capello al maestro dei maestri.
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