L'INFINITO IN BREVE
di Edoardo Boncinelli
Rizzoli
2016, cartonato
160 pagine, 16 euro
"Scrivo aforismi da venticinque anni", confessa Boncinelli nella sua introduzione, "perché mi diverto e perché è l'unico modo che ho per esprimere, seppure in forma scherzosa, quello che penso, in un mondo che vieta sempre più espressamente di farlo, anche se afferma il contrario. Il politically correct da una parte e l'ipocrisia sempre più raffinata dall'altra soffocano ogni riflessione di qualche portata e ci obbligano a dire tutti le stesse cose, o il loro contrario esatto, che è sempre l'espressione di una coazione. Si direbbe quasi che c'è in giro soltanto sgarbo o retorica, e non se ne esce. O meglio, se ne esce solo scherzando".
Quale autore a mia volta di migliaia di aforismi (duemila dei quali ho anch'io racconto in una antologia, "Utili sputi di riflessione"), non posso che sottoscrivere. Tuttavia "L'infinito in breve" (fantastico come titolo) non raccoglie soltanto aforismi, ma anche considerazioni di una decina di righe, il che ne fa una sorta di piccolo zibaldone (Leopardi e il suo libro di annotazioni sono espressamente citati a pagina 69), comunque incentrato su riflessioni riguardanti la scienza (e il metodo scientifico) e i suoi rapporti con la filosofia, la religione, il costume, la società. Boncinelli, infatti, è uno dei massimi genetisti italiani. Le frecciate al trascendente sono frequenti, così come la critica verso gli atteggiamenti antiscientifici diffusi dovunque soprattutto in Italia. "L'intelligenza è un'arma, ma gli italiani sono pacifisti", si legge a pagina 33. Altre chicche: "Se pensi di non farcela, non ce la farai". "Con Dio ho un rapporto molto famigliare: io gli parlo e lui non mi risponde. Proprio come succede con mia moglie". "Sono venticinque secoli che la filosofia inquadra i problemi, ma non scatta mai la foto". "Nell'intento di raggiungere la trascendenza, molti italiani si fermano al trash".
Nessun commento:
Posta un commento