Kate Summerscale
IL RAGAZZO CATTIVO
Einaudi
2017, cartonato
360 pagine, 21 euro
Kate Summerscale, narratrice di grande talento, ha trovato un genere letterario che le calza a pennello: la ricostruzione, storica e giornalistica al tempo stesso, di fatti di cronaca nera dell'Inghilterra di fine Ottocento. Il suo primo libro tradotto in Italia (nel 2008), "Omicidio a Road Hill House", ha vinto il Johnson Prize per la saggistica: è strepitoso e, se vi interessa leggerla, trovate una mia recensione qui.
Nel 2013 ha pubblicato "La rovina di Mrs Robinson. Storia segreta di una donna vittoriana" e nel 2016 ecco "Il ragazzo cattivo". In realtà il tredicenne Robert Coombes non è affatto, o non sembra, un ragazzo cattivo, finché non compie un unico, inspiegabile ed efferatissimo gesto: uccide a coltellate la mamma. Poi, come se nulla fosse, chiuso il cadavere nella stanza da letto, per una decina di giorni inventa plausibili scuse per giustificarne l'assenza agli occhi del vicinato e si occupa del fratellino Nattie. Siamo a Londra, in un quartiere povero ma non malfamato, nel 1895. Il padre di Robert è un marinaio assente da casa per lunghe settimane e quando viene informato dei fatti si trova a New York. Una volta scoperto il delitto (il cadavere della madre è ormai preda delle larve e il fetore si diffonde anche all'esterno della casa), Robert viene imprigionato e processato ma, a causa della giovane età, non può essere giudicato pienamente colpevole e viene chiuso in un manicomio (fortunatamente, teso alla riabilitazione dei pazienti e dove i detenuti godono di un trattamento umano) con la formula "finché Sua Maestà lo riterrà opportuno".
Il giovane Coombes mantiene un contegno impassibile e dignitoso durante tutto il dibattimento, non nega i fatti, non prova a giustificarli. Non si riesce a capire perché un ragazzo che non è mai stato né ribelle né violento e che ha sempre, anzi, dimostrato una intelligenza superiore al normale abbia potuto accoltellare la madre, una donna che non sembrava più severa di tante altre e contro la quale nessuno aveva potuto testimoniare niente. Robert leggeva molti "penny dreadful, ovvero i romanzetti di paura antesignani dei fumetti, ma l'idea che potesse esserne rimasto influenzato venne scartata dai giudici di allora (chissà, forse quelli di oggi l'avrebbero presa in considerazione). Kate Summerscale ricostruisce con dovizia di particolari i fatti, la realtà sociale, economica e culturale in cui avvennero, il meccanismo giudiziario, l'atteggiamento del collegio giudicante e della giuria popolare, la vita in manicomio del giovane assassino. Poi, l'autrice (abilissima nel setacciare i giornali del periodo e gli archivi storici e nel raccogliere testimonianze in ogni dove) segue il percorso di redenzione di Robert: fu un paziente modello durante la detenzione, lavorò come sarto, studiò, imparò a suonare, e nel 1912 (all'età di trent'anni) venne rimesso in libertà. Si trasferì in Australia e tornò in Europa durante la Prima Guerra Mondiale essendosi offerto volontario: fu un soldato coraggioso, protagonista di atti di eroismo, e ricevette encomi e premi. Si sposò e adotto un figlio in Australia, dove morì nel 1949 rispettato a amato da tutti. Una vera redenzione, la sua, un percorso esemplare. Kate Summerscale conclude la sua indagine tentando di capire, con l'aiuto di alcuni psicologi, come possa essere accaduto nella vita di un uomo del genere il folle scatto che all'età di tredici anni lo portò a uccidere la madre. Vengono fornite varie ipotesi, nessuna a mio parere del tutto convincente. Certe cose forse non si possono spiegare. "Il ragazzo cattivo" si legge come un romanzo, ma sono tutti fatti veri.
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