Davide Morosinotto
ZAGOR
Sergio Bonelli Editore
2018, cartonato
260 pagine, 16 euro
Quando mi sono incontrato con Davide Morosinotto nel mio ufficio presso redazione milanese di Zagor, temo di averlo trattato senza tenere nella giusta considerazione il suo curriculum di autore pluripremiato per i suoi romanzi per ragazzi. O meglio, "young adults", come si dice adesso. Nel momento in cui abbiamo fatto il nostro brainstorming non aveva ancora vinto il Premio Andersen 2017 (l'avrebbe fatto di lì a poco) ma aveva comunque un palmares da campione. Non che l'abbia trattato sgarbatamente come fanno i sergenti istruttori dei marines, anzi, ma mi sono concentrato sulla bozza del suo romanzo per il quale mi ero appuntato diversi suggerimenti. Ho vestito, insomma, i panni dell'editor. Il principale suggerimento è stato questo: "caro Davide, il nostro protagonista non può chiamarsi Zagor, perché Patrick Wilding assume il nome di Za-Gor-Te-Nay (Spirito con la Scure in una immaginaria lingua algonkina) solo dopo l'incontro con i Sullivan, quando decide di indossare il suo pittoresco costume e presentarsi agli indiani di Darkwood, mentre le vicende da te narrate si svolgono prima". E questo costituiva un bel problema. Tuttavia, il brainstorming l'ha risolto: ho suggerito che qualcuno avesse chiamato "Spirito con la Scure" già in precedenza, e che Patrick l'avesse perciò ripescato successivamente. Di suo, Davide ha aggiunto nel romanzo (oltre a tutto il resto) anche il perché Zagor avrebbe poi adottato "aaahhyyaaak" con grido di battaglia. Dal nostro incontro è nata anche l'idea di inserire nella narrazione brani di un immaginario diario di "Wandering" Fitzy. Alla fine, quel che è venuto fuori è decisamente un buon lavoro. Rispettoso del character di Nolitta & Ferri ma anche innovativo e soprattutto adatto al target 12-18 anni che è appunto la fascia identificata dalla definizione "young adults", lettori che fortunatamente oggi frequentano le librerie (reali o on line) a differenza di un paio di generazioni perdute nel recente passato. Morisinotto, con uno stile adatto al suo pubblico, secco e tagliente, racconta prima il dramma nel passato di Zagor, quello che ben conosciamo delle stragi del Clear Water e del Silver Lake, poi il tormento del demone-lupo che si agita nel petto del giovane eroe. Un tormento che fortunatamente si placa, scoprirà Patrick nel finale del romanzo, aiutando gli altri. Davide non aveva avuto alcuna indicazione di scrivere un libro western piuttosto che orrorifico e fantastico, eppure, da vero conoscitore di Zagor, ha scelto quel tipo di commistione fra i generi che è tipica del personaggio (con buona pace di quelli che la contestano e pretenderebbero solo avventure di trappers, indiani e soldati), con molti rimandi ai temi della saga a fumetti. C'è la vecchia frontiera e ci sono i pellerossa,ma c'è anche un mistero, quello di mostri che emergono dal bitume fuoriuscito da una spaccatura nella terra simile alla "Grande Ferita" che avevo inventato io per "Darkwood Anno Zero". E proprio a "Darkwood Anno Zero" si riallaccia il bel finale, in cui compare Shyer, un personaggio a me molto caro e non solo perché l'ho inventato io. Il romanzo si inserisce in una collana inaugurata dalla Sergio Bonelli Editore proprio con questo e altri due titoli (dedicati a Gea e a Martin Mystere) in cui gli eroi a fumetti della Casa editrice milanese vengono proposti sottoforma di romanzi che li raccontano da adolescenti. Il titolo dedicato a Zagor è, da un certo punto di vista, anche un "romanzo di formazione" proprio per questo: mostra un importante passaggio della crescita di Pat,
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